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Odio il carcere

Rebibbia, Via Bartolo Longo angolo Via Majetti, Roma
Il 31 dicembre, ormai da svariati anni, andiamo sotto le mura di Rebibbia, a far sapere a chi è lì dentro che non è sol*, e a far sentire a chi vive fuori (noi) la voce di chi vive dentro. Il 31 dicembre è anche questo, un momento di lotta e condivisione, un momento di solidarietà concreta, per portare un racconto o anche solo un saluto alle persone che sono dentro. Un momento di ascolto, un momento per non essere solo testimoni alle barbarie di questo mondo, per dimostrare che vi è ancora chi resiste e lotta, fuori e dentro, per la libertà.
Raccontano che la vita è nel fomentare la guerra ma allo stesso tempo nella pace sociale, nell’ordine, nella difesa dei confini, nella legalità che difende il più forte. La vita è altrove, in chi resiste, in chi ha la capacità di immaginare un mondo diverso per sé e per qualcun altro. Come dicevano i detenuti di Regina Coeli, la vita non puoi farla prigioniera.

Compagn* verso il 31 dicembre 2025 a Rebibbia.

“Perchè nessun errore, nessun danno può trovare soluzione nella cattività, nell’umiliazione, nell’abbrutimento dell’essere umano. In carcere si muore e basta. Muore il bello che c’è in noi. Muore la voglia di vivere. Muoiono le relazioni. Muore il nostro presente e il nostro futuro. Muoiono i nostri corpi.
Per questo vi chiediamo aiuto. Aiutateci a far aprire gli occhi a chi è fuori. A rendere trasparenti questi muri.
Non vogliamo spegnerci qui dentro!”
Detenuti liberi di Regina Coeli, Maggio 2025.


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