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aborto libero e sicuro

A 45 anni dal Repartino la lotta continua

Data di trasmissione
Durata 50m 3s

Il 21 giugno del 1978 un reparto della clinica ostetrica del Policlinico di Roma viene occupato da un gruppo di compagne assieme ad alcuni lavoratori del complesso e alle donne in attesa di interrompere la gravidanza.

La scelta del luogo non è casuale: si tratta infatti del reparto fino a poco tempo prima riservato ai clienti "di riguardo" di alcuni personaggi di spicco del Policlinico che sposavano la logica di un'assistenza ospedaliera di prima e seconda classe.

Il reparto, chiuso ed inutilizzato ormai da un paio di anni, viene dunque occupato per far fronte all'esigenza di uno spazio in cui le donne possano affrontare consapevolmente la scelta dell'aborto e in cui scardinare l'idea dell'interruzione volontaria di gravidanza come di un intervento da attraversare come soggetti totalmente passivi.

Per i collettivi femministi protagonisti dell'occupazione la scelta è tutt'altro che lineare o libera da dubbi in quanto cozza fortemente con una realtà controversa, quella della neonata legge 194 sull'aborto.

L'esperienza ha grande eco e risalto mediatico e comincia ad infastidire alcuni Baroni e "luminari" del Policlinico, sempre più messi in disparte dalla crescente conquista di terreno da parte del Collettivo.

Il 25 Settembre del '78, dopo più di tre mesi di occupazione, la polizia irrompere nel reparto e mette fine a questa esperienza, dando però un segno inequivocabile di quanto quel percorso costituisse una lotta reale e fastidiosa per certi poteri forti e dando di fatto a tante donne nuova forza per future mobilitazioni.

𝐃𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢 𝟐𝟐 𝐠𝐢𝐮𝐠𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐚𝐥 Coordinamento delle Assemblee delle Donne dei Consultori 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐥 𝐋𝐚𝐳𝐢𝐨 Non Una di meno Roma 𝐭𝐨𝐫𝐧a 𝐢𝐧 P𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐄𝐬𝐪𝐮𝐢𝐥𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟕:𝟎𝟎

PER L'AUTODETERMINAZIONE E LA LIBERA SCELTA

PER L'ABORTO LIBERO SICURO E GRATUITO PER TUTTƏ

 

28 SETTEMBRE – Giornata Internazionale per l'aborto Libero, Sicuro e Garantito

Data di trasmissione
Durata 6m 6s
Durata 3m 4s

Corrispondenze con una compagna da piazza Esquilino

di seguito il comunicato di convocazione:

28 SETTEMBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ABORTO LIBERO, SICURO E GARANTITO

Immagine rimossa. SIAMO CORPI AUTODETERMINATI E RESISTENTI. SIAMO FURIOSƎ !

RIPRENDIAMOCI LA PIAZZA!

Immagine rimossa. Ci vediamo mercoledì 28 settembre ore 17,30 a piazza Esquilino

L’affermazione elettorale di Giorgia Meloni e della destra razzista, antiabortista e transomofoba porta al governo chi in questi anni ha attaccato i diritti delle donne e ha sabotato ogni forma di legge contro l’omolesbobitransfobia; chi ha fatto della cancellazione del reddito di cittadinanza - come strumento minimo di autonomia economica - e della riduzione delle tasse ai ricchi il suo programma di governo; chi allinea l’Italia al programma di sistematica violazione dei diritti umani e civili di Polonia e Ungheria.

Immagine rimossa. Meloni vuole garantire il diritto a “non abortire”, vuole cancellare i diritti delle persone transgender e l’educazione alle differenze, vuole riportare la scuola, la società e la nostra vita al modello caro ai clerico-fascisti di Dio Patria Famiglia.

Immagine rimossa. Non giudichiamo la premier Giorgia Meloni come una vittoria delle donne, il suo curriculum politico parla chiaro, questa è l’ennesima beffa in un paese che odia le donne e non ne garantisce autodeterminazione e autonomia.

Immagine rimossa. Vogliamo quello che ci spetta, vogliamo diritti e garanzie, vogliamo molto più di 194. vogliamo gli obiettori fuori dai consultori e ospedali pubblici. Vogliamo il diritto alla salute, al welfare e al reddito per l’autodeterminazione.

Immagine rimossa. Dentro la crisi bellica, energetica, ambientale e sociale i nostri corpi, i corpi delle donne, delle persone lgbtqia+, deƏ bambinƏ , di migrantƏ tornano a essere campo di battaglia, terreno di scontro ideologico e di esproprio di diritti e possibilità.

Immagine rimossa. Nella giornata mondiale per l’aborto libero non una di meno torna in piazza,

con le sorelle iraniane nel cuore, perché nazionalismo e fondamentalismo hanno la stessa matrice oppressiva e patriarcale. La loro lotta è la nostra lotta!

Immagine rimossa. Siamo libere di scegliere, pronte a combattere!

Ci vogliamo vive e libere, siamo furiosƏ