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Aggiornamenti Tarek

libertà per tutt*

Per sostenere la campagna per la liberazione di Tarek e le sue spese legali

 

potete fare un Bonifico all'IBAN IT13V0200805166000400521347 (intestato a Coop Laboratorio 2001)

 

con causale "Tarek libero".

 

Ascolta una riflessione sul carattere razzista e classista del processo.


Tarek, arrivato dalla Tunisia nel 2008, è stato arrestato ad ottobre del 2024 al seguito di una manifestazione ( del 5 dello stesso mese) che ha visto scendere in strada migliaia e migliaia di persone. Si tratta della manifestazione di piazzale ostiense, a distanza di un anno dal genocidio in Palestina, quella che inizialmente era stata vietata con grandi proclami da parte delle istituzioni politiche. Qualche ora prima è stata autorizzata nella formula di un presidio, migliaia le persone venute da tutta Italia nonostante il divieto, vietarla era probabilmente impossibile. La grande partecipazione era dovuta non solo per esprimere solidarietà con la Palestina ma anche contro il ddl 1660 (poi trasformato in decreto), più in generale si potrebbe dire contro una stretta autoritaria e repressiva della società. Tanti i filtri della polizia prima di raggiungere la piazza, i posti di blocco, le identificazioni e i fogli di via, nonostante ciò piazzale ostiense si riempie di gente ed esprime la volontà di sfilare per le strade della città. Il divieto irremovibile della gestione di piazza è ciò che ha generato inevitabilmente gli scontri. 

Tarek si è ritrovato nelle cariche della polizia e oggi si trova in carcere, pagando un prezzo altissimo. È stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 4 anni e 8 mesi (più di quanto avesse chiesto l'accusa). Non è l'unico condannato per quella giornata, anche Tiziano (di cui abbiamo parlato qui e qui) è stato condannato a 2 anni con pena sospesa. La condanna nei confronti di Tarek è così alta, e la sua situazione così delicata, perché persona marginalizzata e razzializzata da questa società, perché ad esempio non gode di una casa dove poter richiedere i domiciliari, e così sconta il prezzo di una società classista. È una storia di cui non si è parlato molto (nulla) perché non gode di legami sociali forti, personalità o realtà disposte a prendere parola in sua difesa. Tarek paga per aver preso parte a una manifestazione contro un genocidio, paga un contesto sociale che vede gente scendere in piazza mentre i media e i politici nel loro silenzio si mostrano complici

Come radio crediamo sia importante dare voce a queste storia, alla storia di Tarek che è una ma sono anche centomila. È una vicenda come in Italia ce ne sono tante ma di cui si parla solo di fronte ai casi estremi: alle morti, ai suicidi, alle rivolte. 

Il 21 novembre 2025 ci sarà il ricorso in appello, anche per questo è importante parlarne sempre di più affinché quel giorno Tarek possa uscire dal carcere. 

Segui il processo di Tarek sul sito della radio, continua a parlare di Palestina contro tutte le forme di repressione e colonialismo.

 

 

Aggiornamenti Tarek: trasferito in quarta sezione

Data di trasmissione
Durata

Diffondiamo degli aggiornamenti riguardo la vicenda di Tarek

Tarek è stato condannato in primo grado da una giudice a 4 anni e 8 mesi, con rito abbreviato, per il reato di resistenza.
L'appello è stato fissato per il 21 novembre.

Regina Coeli, il carcere  in cui si trova, è in uno stato di sovraffollamento tale che, negli ultimi giorni, Tarek è stato trasferito nella quarta sezione, in una stanza che prima era adibita a spazio di socialità e che ora è stata trasformata in una cella, semplicemente aggiungendo quattro brande. In queste condizioni, lui e i suoi compagni di cella non hanno neanche la possibilità di farsi la doccia, se non previa autorizzazione della guardia, cambiando piano. E' da più di un anno che le persone recluse dentro il carcere di Regina Coeli protestano contro le condizioni sempre peggiori del penitenziario e per la libertà.

Nelle settimane precedenti sono state organizzate alcune iniziative di solidarietà per Tarek, sia per raccogliere soldi sia per scrivergli lettere. Ha ricevuto le lettere, sia da Napoli che da Roma, e questo gli ha fatto senz’altro piacere.

Mandiamo un saluto a Tarek, ai detenuti liberi di Regina Coeli e a chiunque sia privat* della propria libertà.

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