Ancora a Ponte Galeria
E' sempre lì, alle porte di Roma, interrato per renderlo invisibile e
vicino l'aeroporto di Fiumicino comodo per le deportazioni forzate.
E' il CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Ponte Galeria,
il campo d'internamento per migranti in attesa d'espulsione
dall'Europa.
Gabbie, recinzioni e muri sorvegliati da apparecchi tecnologici,
forze dell'ordine e militari dell'Esercito Italiano, gestiti per tre
anni dalla Cooperativa sociale Auxilium.
Muri, recinzioni e gabbie che secondo il bando di gara per
l'assegnazione del prossimo mandato, vedranno candidarsi alla gestione
gli enti che accetteranno una gara al ribasso, partendo da 30 euro
pro-capite al giorno.
Oggi il CIE di Ponte Galeria è in gran parte un cumulo di macerie, la
sua capienza totale di 360 posti è stata notevolmente ridotta da una
rivolta nata dalla resistenza ad una deportazione coatta verso la
Nigeria il 18 febbraio.
Oggi in quelle celle sono rinchiusi 66 uomini e 44 donne e, secondo
la legge, potrebbero rimanervi fino a 18 mesi prima di essere
deportati in paesi dove hanno scelto di non vivere.
Il sistema delle gare d'appalto al ribasso diminuisce il bottino che
cooperative, fondazioni, multinazionali e la Croce Rossa Italiana
hanno sempre raccolto con la gestione dei lager per migranti.
Da una media di 55 euro per ogni persona rinchiusa, si passa ad una
media di 25 euro con la quale gli enti gestori dovrebbero garantire
pasti, pulizie, servizi igienici e pagare il personale. E' chiaro che
chi ha sempre lucrato sull'esistenza di questi lager si stia facendo i
conti in tasca. E' così che a marzo chiude il CIE di Bologna, ritenuto
non conforme alla dignità umana perchè in una condizione di degrado
totale.
Dopo anni di silenzio, giornalisti e media compilano veri e propri
bollettini delle disgrazie altrui, denunciando con dossier fotografici
ed interviste la brutalità dei CIE.
C'è chi invoca l'esigenza di un regolamento interno valido per tutti
i centri, finora a discrezione dell'ente gestore, e la diminuzione dei
tempi di prigionia ad un massimo di 12 mesi.
Ma non è una riforma quella che vogliamo, non è un restauro.
L'unica tutela della dignità umana che si è espressa in tutti questi
anni, incessantemente, a volte in maniera coordinata tra reclusi e
recluse di diversi centri, si è esplicitata attraverso le numerose
evasioni, di massa e individuali, i gesti di ribellione alla
reclusione, la resistenza alle deportazioni e le rivolte che hanno
carbonizzato intere sezioni, a volte portando alla chiusura totale dei
centri stessi.
Anche a Ponte Galeria, molte tra le persone internate sono state
disposte a rischiare tutto per la propria libertà, distruggendo gran
parte dei sistemi di video sorveglianza ed intere sezioni.
Dopo tre anni l'Auxilium finisce il mandato di gestione e sono ancora
ignote le informazioni relative al prossimo aguzzino di turno.
Dentro, come fuori, sabotiamo la macchina delle espulsioni,
distruggiamo i lager della democrazia.
Domenica 21 aprile saremo davanti le mura del CIE di Ponte Galeria
per esprimere la nostra solidarietà con le persone lì rinchiuse e
ribadire che non vogliamo nessun lager, né qui né altrove.
Per andare insieme, appuntamento alle 9.00 a Stazione Ostiense per
prendere il trenino fino alla fermata Fiera di Roma.
Dalle 10, microfono aperto.
Compagne e compagni