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ASSEMBLEA NAZIONALE DI FACCIAMO BRECCIA

FIRENZE - c/o AZIONE GAY E LESBICA – via Pisana 31R

 

SABATO 12 FEBBRAIO 2011 dalle ore 11 alle ore 18 L’11 febbraio 2011 ci sarà chi festeggerà ancora una volta il Concordato fra il regime fascista italiano e la casta sacerdotale vaticana: il coordinamento Facciamo Breccia, uscendo dalla “tradizione” non organizzerà la manifestazione No Vat. Quando nel 2005 il percorso di Facciamo Breccia prese avvio dallo sdegno diffuso per i continui attacchi contro l’autodeterminazione di donne e LGBTIQ da parte delle gerarchie vaticane, raccolse l’area dell’associazionismo e dei collettivi LGBTIQ e femministi che uscivano dal ciclo di mobilitazioni di Genova 2001 e dei Social Forum di Firenze e Parigi, ma anche altra parte di movimento che dava una lettura politica generale del ruolo di controllo sociale svolto dal Vaticano, e questo in un clima generale di riassorbimento dei movimenti. Cinque anni dopo il contesto delle lotte è completamente mutato e ci attraversano le mobilitazioni di studenti, operai/e, migranti, precari/e, ricercatori/trici che dai tetti e dalle strade contestano la ridefinizione violenta dei rapporti di produzione che le forze neoliberiste stanno imponendo, con l’appoggio di Unione Europea e agenzie internazionali. Questa stagione è salutata in Italia con esultanti annunci della definitiva “morte del ’68.” D’altra parte, qualsiasi tentativo di critica e di esplicitazione delle contraddizioni insite nella formula dell’estensione dei diritti LGT in prospettiva antidiscriminatoria subisce da tempo una sistematica azione di marginalizzazione da quella parte di movimento LGBT che ha rincorso con modalità di conquista l’ ”Europa dei diritti”, i cui limiti ci appaiono ora con sconcertante evidenza. Dopo le aperture a Casapound e la solidarietà di Alemanno “contro la violenza”, una parte del movimento mainstream arriva a ringraziare la ministra Gelmini per la settimana contro la violenza, celebrata mentre si demolivano scuola e università; ad applaudire la ministra Carfagna per la prima campagna italiana contro l’omofobia che - sinteticamente – incita all’invisibilità e addita la diversità come disvalore; infine ad apprezzare le timide aperture vaticane sul profilattico, subito smentite. E’ bastata una campagna mediatica sull’emergenza omofobia, per spingerci nel ruolo di vittime che chiedono protezione e sicurezza. Anche se fossero vere aperture non abbiamo tempo di aspettare i loro frutti malati: il nostro tempo non produttivo/riproduttivo si esplica qui e ora, nelle nostre forme di vita e resistenza, nella costruzione di reti alternative, nella creazione di “contro egemonie sovversive”. Eppure un dato comune sembra emergere dalle lotte di migranti, studenti, operai/e, precari/e: non c’è nessun futuro accesso a una condizione di reddito, diritti e dignità che sia garantito o acquisibile automaticamente, nemmeno come contropartita del disciplinamento sociale e della flessibilità totale. Come sa bene chi ha subito l’inganno della sanatoria truffa, chi subisce l’espulsione dall’università e dalla ricerca, chi lavora nella precarietà e non avrà mai la pensione; neppure quelli che chiamavamo “diritti acquisiti” esistono più. Non sarà l’Europa a salvarci: salverà le banche, salverà l’euro, le finanze statali, ma non certo noi. Per uscire da questa deriva suicidaria del movimento LGBTIQ e riconnetterlo alle lotte in corso non serve un quasi scontato NO VAT, che pure ha avuto il merito di mettere a nudo le anomalie del contesto italiano, dove l’intreccio affaristico e il ricatto vaticano sulla politica istituzionale bloccano fondamentali diritti di autodeterminazione. Il 12 febbraio 2011 non sferreremo l’attacco finale al potere Vaticano: lo lasceremo agonizzare tra scandali finanziari, processi per stupro e ridicole battaglie contro l’educazione civica e sessuale (!), pronti/e comunque a rispondere quotidianamente a ogni provocazione e a denunciare i privilegi e le regalie di stato. Il 12 febbraio 2011 ci ritroveremo in un’assemblea nazionale – come sempre aperta – per guardare avanti. Nostre referenti, ancora una volta, saranno tutte le soggettività che con Facciamo Breccia hanno negli anni ampliato le lotte LGBTIQ contro il neoliberismo, sul versante antirazzista, antifascista e antisessista. Facciamo quindi appello all’arcipelago lgbti-queer, femminista e di movimento che in mille contesti in questi anni, nella teoria e nella prassi, ha posto collettivamente le basi per una riconfigurazione delle lotte LGBTIQ e femministe, ma non solo, organizzando molteplici appuntamenti di piazza e di riflessione che, seppure ignorati dall’informazione mainstream, hanno permesso la resistenza di pensiero critico e intelligenza. Il 12 febbraio pensiamo di incontrarci in forma operativa e organizzativa con quanti/e vorranno costruire un grande momento autonomo e plurale a ridosso dell’Europride di Roma 2011, che riapra tutte le contraddizioni globali che attraversano le soggettività sessuate in questa “democrazia sessuale fantasma” che è l’Italia, vogliamo interrogarci su quali sono le soglie di accesso, inclusione e esclusione dall’Europa fortezza, che affianca normativa antidiscriminatoria e Schengen (in Italia i CIE). Vogliamo porci come parzialità di un arcipelago lgbti-queer che vuol essere parte di movimento di trasformazione sociale, assieme alle altre soggettività in lotta. http://www.facciamobreccia.org