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Incontro con Pinar e Seyda Selek, femministe e antimilitariste turche

Luna e le altre, spazio occupato di femministe e lesbiche, iniziativa separata, largo niccolò cannella 17, Spinaceto

Pinar Selek, femminista, antimilitarista, fa parte del collettivo Amargi. Perseguitata dalla giustizia turca, vive in esilio dal 2009.
Seydar Selek è la sua avvocata e fa anche lei parte del collettivo Amargi.

 

Nel 1998, a seguito della sua ricerca sociologica sul conflitto armato tra Turchia e Kurdistan, Pinar viene arrestata e pesantemente torturata per essersi rifiutata di rivelare i nomi degli esiliati curdi che aveva intervistato. Con l’arresto, il suo lavoro di ricerca viene sequestrato.In carcere viene informata di essere accusata di un presunto attentato (rivelatosi poi un incidente) avvenuto nel 1998 a Istanbul. Pinar rimarrà due anni e mezzo in carcere. Liberata nel dicembre del 2000 è stata definitivamente assolta nel 2006, dopo un processo durato più di cinque anni.

Nel marzo 2009 il suo caso, che era stato chiuso, viene riaperto e lei si trova di nuovo sotto la minaccia di un processo in cui rischia 36 anni di carcere. L’accanimento dello Stato turco continua a tutt’oggi.

 

Pinar fa parte del collettivo femminista Amargi che dal 2001 è attivo a Istanbul e Ankara nella lotta contro la violenza sulle donne, la militarizzazione della società e per la diffusione del femminismo in Turchia.

La sua ricerca militante ha indagato le strutture repressive all’interno della società, le dinamiche politiche di esclusione e marginalizzazione, le esperienze concrete di percorsi di liberazione individuali e collettivi, la costruzione della mascolinità all'interno di contesti militari

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