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Coronavirus, nel Bresciano la strage silenziosa delle disabili psichiche

Data di trasmissione
Durata 20m 37s

Che l’infezione da SARS-CoV-2 abbia avuto un impatto particolarmente pesante sulle fasce più fragili, vulnerabili della popolazione lo abbiamo visto con le vicende delle Residenze Sanitarie Assistenziali.
Esiste però un altro fronte di vicende ancora più nascoste e che riguardano i focolai, i contagi e i decessi per contagio tra gli ospiti e il personale tra le 3.300 strutture residenziali o semiresidenziali per disabili (RSD) attive nella Penisola, 646 delle quali sono specializzate nella cura dei disabili psichici.
Rispetto a queste ultime è difficile avere dati completi che per ora non sembrano interessare a nessuno: l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) venti giorni fa ha dato incarico al Garante per le persone private della libertà personale di fare un’indagine sulla situazione delle residenze per anziani. Ma non è stata chiesto lo stesso monitoraggio per le residenze per i disabili. Poi il 17aprile, l’ISS ha emanato le linee guida Covid-19 per le Rsa e Rsd, un ritardo pazzesco. Sembrerebbe che tutto il sistema abbia puntato sull’emergenza ospedaliera e ritenuto sacrificabili anziani e disabili, diversamente queste scelte risultano difficili da spiegare.
Una grande strage che sta passando sotto silenzio - e che ci ricorda ancora una volta se ce ne fosse bisogno che non siamo tutte sulla stessa barca, perchè il virus e le sue conseguenze dirette e indirette, non assumono per tutti i corpi la stessa valenza – men che meno per i corpi rinchiusi e privati della libertà.
Questo silenzio è rotto solo sporadicamente da qualche testata locale. Emergono in questi gg notizie dalla residenza psichiatrica Skypper di Masone (Genova) 3 morti e 38 su 40 pazienti contagiati o della Sacra Famiglia di Cocquio Trevisago (Varese, 4 morti e 84 contagiati).
In particolare noi questa mattina vorremmo fare luce su la strage di 22 donne internate presso l’Istituto psichiatrico Bassano Cremonesini di Pontevico e vorremmo farlo con Nicola Borzi, giornalista, uno dei primi che ne ha parlato e scritto in un articolo dal titolo Coronavirus, nel Bresciano la strage silenziosa delle disabili psichiche
A lui chiediamo di raccontarci che cosa è successo dentro l’istituto psichiatrico in che modo è stata affrontata l’emergenza covid e se possibile di darci anche un inquadramento della struttura psichiatrica e del contesto sociale, politico, economico su cui insiste.