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#CaravaggioNonSiTocca

Data di trasmissione
Durata 8m 55s

Martedì 20 ottobre, a partire dalle ore 17.00, assemblea cittadina al Caravaggio occupato, in viale del Caravaggio, per fare il punto sulla situazione delle occupazioni abitative in città. Di seguito il comunicato dei movimenti per il diritto all'abitare di Roma.

LO SGOMBERO CHE VERRÀ

20 ottobre ore 17 ASSEMBLEA CITTADINA #CaravaggioNonSiTocca

Dopo l’intervista rilasciata al Messaggero dal neo prefetto di Roma
Matteo Piantedosi, molti hanno espresso il proprio punto di vista,
criticando la decisione di avviare un’accelerazione verso nuovi
sgomberi in città, a dispetto del mantra della pandemia ‘Restiamo a
Casa’ e del fatto che, ad oltre un anno dallo sgombero, la ferita di
Cardinal Capranica è ancora aperta. Gli unici nuclei che hanno trovato
una soluzione alloggiativa dignitosa sono infatti quelli che sono
stati ospitati dentro le occupazioni abitative (come successo,
d’altronde, nei casi di Scorticabove, Cinecittà e Piazza
Indipendenza), mentre le famiglie collocate nel costoso sistema di
assistenza alloggiativa dell’amministrazione comunale vivono tra mille
disagi, e con la costante spada di Damocle di finire in mezzo alla
strada da un giorno all’altro. Perché allora rilanciare in questo modo
minacce e richiami addirittura alla ‘sacralità’ della proprietà
privata?

La città, pur esprimendo preoccupazione per il futuro delle
occupazioni sotto attacco, non ha ancora prodotto un passaggio univoco
e chiaro, comprensibile dalla Prefettura e da coloro che ancora
insistono con il mito della legalità ad ogni costo. Anche le
amministrazioni regionale e comunale che siedono al tavolo del
Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica non hanno
ancora definitivamente sconfessato il calendario degli sgomberi, né il
protocollo di ‘gestione’ stilato proprio da Piantedosi nella sua
precedente funzione di Capo di Gabinetto di Salvini durante il governo
Conte I.
Tale elenco, peraltro, vede coinvolte decine di realtà occupate che
hanno rigenerato dal basso, e restituito alla collettività spazi sia
pubblici che privati in completo abbandono.

Riteniamo che una rotta del genere vada invertita decisamente e con
urgenza. I numeri già spaventosi dell’emergenza abitativa dentro la
città di Roma sono diventati ancora più inquietanti dentro la crisi
generata dalla pandemia (come dimostrano, ad esempio, le oltre 500
richieste di sfratto pervenute ogni mese al Tribunale Civile di Roma
per morosità degli inquilini). Di fronte a questo scenario, le risorse
(comprese quelle che dovrebbero sopraggiungere dal Recovery Fund
europeo) e le energie politiche vanno convogliate verso la creazione
di soluzioni alloggiative strutturali e di massa, non verso
provvedimenti temporanei e inefficaci (come il buono affitto), o
ancora peggio verso la gestione dell’ordine pubblico, il contenimento
sociale e la difesa della proprietà privata ad ogni costo. Almeno le
ultime parole del Pontefice, se non le nostre, dovrebbero risuonare
forti e chiare nelle orecchie dei gendarmi della legalità senza
giustizia sociale. Ma non può essere un’enciclica a dettarci il passo,
in questa città ci sono storie ed intelligenze che possono e devono
fare la differenza.

Lo stucchevole dibattito sulle candidature a sindaco rischia di
consegnare Roma ad un futuro gestito dal rumore dei manganelli, degli
scudi, dei caschi, con le occupazioni abitative e gli spazi sociali e
culturali sacrificati come vasi di coccio in un contenzioso basato più
sul tono muscolare che sull’articolazione di una visione e di un
orizzonte che liberi la città da decenni di sfruttamento del suolo ed
estrazione di valore da parte della rendita e dei suoi garanti, a
danno del reddito e dei diritti di decine di migliaia di abitanti in
sofferenza economica, abitativa, sanitaria e nello studio. Prova ne
sono anche le trattative bilaterali sfibranti cui sono sottoposte
realtà culturali e sportive autogestite, ricattate da bandi dove è
impossibile concorrere e da richieste burocratiche astruse.

Possiamo e dobbiamo prendere parola collettivamente, e dobbiamo farlo
ora. Ci rivolgiamo alla città che un tempo qualcuno si è divertito a
chiamare “di sotto”, che si vorrebbe schiacciata dalla superiorità
della prepotenza, della collusione e della politica contrattata in
nome del profitto e dell’egoismo sociale. Proponiamo di muovere un
passo insieme senza aspettare la scadenza elettorale per poi riporre
nel candidato sbagliato le proprie speranze. Proviamo a regalarci una
possibilità di confronto scevra da appuntamenti risolutivi e
salvifici.

Viale del Caravaggio con la sua occupazione abitata e minacciata di
sgombero, intende ospitarlo e propone martedì 20 ottobre alle ore 17
per provare a dirci su che strada ci mettiamo per fermare il timing
del disastro sociale che verrà.

Movimento per il Diritto all’Abitare