Primo giorno della Vertice dei Popoli e Occupazione dell'area blu da parte dei movimenti indigeni e sociali
Da Belém, sulle acque della Baía do Guajará, prende il via la Cúpula dos Povos, il controvertice internazionale dei movimenti popolari, contadini, indigeni e ambientalisti che si oppongono alla COP30 ufficiale.
Oltre 200 imbarcazioni e 5.000 persone provenienti da 62 paesi hanno inaugurato l’evento con una flottiglia simbolica, portando un messaggio chiaro: la risposta alla crisi climatica non viene dai palazzi del potere, ma dai popoli dell’acqua, delle foreste e delle periferie.
Mentre i leader mondiali si incontrano con le multinazionali del clima e dell’agrobusiness, fuori, la resistenza si organizza: il MST ha occupato l’AgriZone di Embrapa — sponsorizzata da Nestlé e Bayer — e le proteste si moltiplicano contro il progetto Ferrogrão e la trivellazione alla foce del Rio delle Amazzoni.
Sabato 15 novembre è prevista la Marcia Unificata, grande manifestazione di convergenza dei movimenti.
Un’altra Amazzonia, un altro mondo sono già in marcia.
Nel podcast trovate anche l'intervista a un militante dell'organizzazione giovanile Juntos che ieri sera, insieme al movimento indigeno del basso Tapajós, ha occupato la zona blu della Cop30. Racconta la visione del movimento “Juntos”: la critica a una COP30 dominata da grandi imprese responsabili di gravi crimini ambientali; la solidarietà con le comunità indigene che subiscono violazioni dei propri territori; e la necessità di unire le lotte locali a quelle globali, dalla difesa dell’Amazzonia alla solidarietà con il popolo palestinese.
Per lui, l’Amazzonia non è solo un tema ambientale, ma un campo di battaglia politico e sociale, dove si scontrano modelli di sviluppo, logiche coloniali e il diritto dei popoli a decidere del proprio futuro.

