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Strage Viareggio, presidio fuori al Tribunale in attesa delle motivazioni

Data di trasmissione
Durata 43m 11s

E’ stato organizzato per oggi 22 luglio dalle 9.30 alle 12 un presidio di protesta al Tribunale di Lucca per informare e denunciare che a sei mesi e mezzo dalla sentenza di Cassazione per il processo per il disastro alla stazione di Viareggio del 2009, le motivazioni ancora sono latitanti. La c.d. legge Bonafede del 20 gennaio 2020 bloccava la prescrizione dopo il 1° grado. In qualche modo una ‘risposta’ al dolore, alla rabbia, alla determinazione di familiari di numerose stragi, tra l’altro rimaste anche impunite.
Il Consiglio dei Ministri (CdM), su proposta dell’attuale ministra, Cartabia, ha ‘sentenziato’ che il processo di 2° grado/Appello si dovrà celebrare in due anni, quello di Cassazione in un anno. Se non vengono rispettati questi tempi scatta la c.d. ‘improcedibilità’, cioè il processo è defunto e gli imputati/colpevoli usufruiscono
dell’amnistia mascherata.
La ‘giustizia’ prevede che quando questi imputati/condannati sono benestanti o ricchi possono pagare profumate e salate parcelle ad avvocati, periti e consulenti, abili nel far sforare i tempi per rendere
lettera morta i processi. La storia, l’esperienza e la realtà questo insegnano!
La ministra Marta Cartabia, in una intervista sul ‘Corriere della Sera’ del 10 luglio 2021 sostiene: “La Cassazione ha impiegato meno di un anno per la pronuncia sulla strage di Viareggio”.

Mente sapendolo o mente incoscientemente, la ministra?

La sentenza di 2° grado/Appello si è tenuta il 20 giugno 2019 a Firenze, quella di Cassazione l’8 gennaio 2021 (un anno e mezzo dopo) a Roma; la sentenza di 1° grado il 31 gennaio 2017 a Lucca e quella di 2° grado/Appello due anni e mezzo dopo. E il tutto in presenza di una permanente e sistematica mobilitazione popolare.

Il processo di Viareggio ha abbondantemente sforato sia per il 2° grado che per la Cassazione i termini della decisione CdM/Cartabia. Con questa legge il processo del disastro ferroviario sarebbe defunto due
anni dopo la sentenza di 1° grado, cioè il 31 gennaio-1° febbraio 2019.