Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

Campobello di Mazara

L'antimafia sociale a Campobello di Mazara

Data di trasmissione
Durata 6m 27s

Il 30 Settembre 2023 tutte e tutti a Campobello di Mazara (TP) per sostenere, braccianti, migranti e contadini  agroecologici, perché lottare contro lo sfruttamento della terra e delle persone è lottare contro le mafia!

Come?

Come solidali di una lotta articolata in proposte precise, in percorsi collettivi di anni che mettono al centro il diritto ad un lavoro giusto, all’abitare degno e autodeterminato, ai documenti per tutte e tutti.

A partire dalle rivendicazioni presentate alle istituzioni nel 2022 presenti nel dossier “Le nostre braccia i nostri diritti”, arricchite dalle rivendicazioni dei braccianti che arriveranno i primi di Settembre per la raccolta 2023.

Perché il 30 Settembre?

Il 30 settembre 2021 è bruciato il ghetto all'ex cementificio Calcestruzzi, dove vivevano i braccianti impegnati nella raccolta delle olive. Nell'incendio è morto Omar Baldeh.

Un anno dopo, il 30 settembre 2022, braccianti e solidali hanno organizzato una manifestazione in memoria di Omar e per portare in strada le rivendicazioni dei lavoratori razzializzati e delle e dei contadini agroecologici su casa, salute, lavoro, documenti e agricoltura.

Nel frattempo, in questi anni, durante e dopo i periodi di raccolta, i braccianti hanno continuato a contrastare la violenza istituzionale e dei padroni, fatta di silenzi, false promesse, sgomberi e sfruttamento, autorganizzandosi tra il ghetto ricostruito dopo l'incendio all'ex Calcestruzzi e il bene confiscato alla mafia di Fontane d'oro. È a partire dalla loro esperienza di vita quotidiana di abitanti - temporanei e non - di Campobello che sono nate le rivendicazioni dei lavoratori.

 

Perché Campobello di Mazara?  

Perché siamo a fianco di tutte e tutti  i campobellesi ə stigmatizzati come mafiosi. Il 16 gennaio 2023, infatti l'arresto di Matteo Messina Denaro ha catapultato gli occhi del mondo su Campobello di Mazara, lə cui abitanti sono state narrate da media e istituzioni come necessariamente mafiosi.

La mediatizzazione tossica ha significato maggiore militarizzazione del territorio e un rinnovato approccio legalitario, con il risultato, a fine maggio di quest'anno, dell'ennesimo sgombero del ghetto all'ex Calcestruzzi, che è stato raso al suolo mentre i suoi abitanti venivano portati o al cpr o al campo della Croce rossa, successivamente sgomberato, in un cortocircuito di violenze che chi vive Campobello ormai conosce fin troppo bene.

Siamo a fianco anche di tutte e tutti i campobellesi vittime  di un sistema basato sulla violenza simbolica che costruisce il consenso sui bisogni, per questo ripartiamo dal riconoscere la necessità di una visione di classe per combattere la mafia e l’intreccio politico-isitituzionale che la rende viva e vegeta oltre gli arresti esemplari.

Per questo mettiamo al centro la percezione dei lavoratori e delle lavoratrici migranti che conoscono ormai questo territorio da più di un decennio le cui voci sono totalmente assenti nelle analisi che si sprecano su cosa sia la mafia nel trapanese. Questi non solo non hanno la stessa percezione e parlando di mafia si riferiscono al profitto sulla loro pelle, ma stanno lottando per mettere al centro temi come il lavoro, la salute e la dignità e potrebbero diventare i punti da cui ripartire per una consapevolezza materialista e radicale dei movimenti anticapitalisti per una presa di posizione di classe della lotta alla mafia.

Perché esserci come solidali?

Le lotte dei lavoratori razzializzati in agricoltura non possono che intercettare quelle di contadine e contadini agroecologici e militanti di antimafia sociale. Infatti, la rilevanza economica dell’agricoltura per le organizzazioni mafiose è deducibile dai processi in corso e dalle sentenze di confisca di beni agricoli o agro-industriali. Questi sono, infatti, un indicatore, seppur parziale, della connivenza tra i livelli istituzionale, imprenditoriale e mafioso.

È con questa consapevolezza che rilanciamo una giornata di mobilitazione a Campobello di Mazara il 30 settembre di quest'anno.

Una giornata che abbia una visione di classe in cui soggeti al centro siano le contadine e i contadini agroecologici e i braccianti; che metta al centro le rivendicazioni e i bisogni dei soggetti su cui ricadono gli effetti di una politica mafiosa

Vogliamo essere chiari.

Dobbiamo entrare a Campobello mettendoci in ascolto. Al fine di evitare e contrastare la criminalizzazione generalizzata, è necessaria un'analisi contingente dei rapporti di forza e di classe del contesto in cui ci troviamo.

In questo senso, la manifestazione non ha necessità di sigle, ma di un approccio che sia fuorimercato nei termini in cui è messo al centro il metodo del mutualismo conflittuale che a Campobello di Mazara non può che essere assolutamente sposato dai movimenti antimafiosi e anticapitalisti.

Antimafia sociale vuol dire ascoltare e rispondere ai bisogni della gente; rivendicare diritti e lottare per la giustizia sociale; partendo dal basso, organizzandosi collettivamente.

E, nel contesto di Campobello di Mazara, non possiamo non partire dalle pratiche e dalle rivendicazioni di chi da sempre o da anni in quel territorio vive e lotta.

La manifestazione FuoriMercato è promossa da Contadinazioni-FuoriMercato, Casa del Mutuo Soccorso Fm Sicilia, rete del lavoro in autogestione e del lavoro contadino, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e sostenuta da un comitato di solidali costituitosi il 3 Agosto 2023 a Cinisi durante un’assemblea pubblica.

Corteo in memoria di Omar Baldeh

Data di trasmissione
Durata 12m 51s
Il 30 Settembre 2022, braccianti, contadini e solidali scendono in piazza per ricordare Omar Baldeh, lavoratore morto un anno fa nell’incendio del ghetto dell’ex Calcestruzzi, a Campobello di Mazara. Un corteo dalla Villa Comunale fino al bene confiscato alla mafia di Fontane d’Oro per ribadire a gran voce basta morti per sfruttamento e chiedere condizioni di vita e di lavoro dignitose.

È passato ormai un anno dall’incendio all’ex Calcestruzzi, a Campobello di Mazara, in cui ha perso la vita Omar Baldeh, un lavoratore, un fratello per chi ogni anno viene a Campobello per raccogliere le olive. A un anno di distanza, i lavoratori della Casa del Mutuo Soccorso dei Braccianti FuoriMercato “Omar Baldeh” hanno deciso di ricordarlo con un corteo che attraverserà le strade di Campobello di Mazara, partendo dalla Villa Comunale e arrivando al bene confiscato alla mafia di Fontane d’Oro.

Fontane d’Oro è il simbolo dell’abbandono da parte delle istituzioni e dei loro silenzi. È, anche, allo stesso tempo, il simbolo della lotta per delle condizioni di vita migliori. Un anno fa, la mattina dopo l’incendio all’ex Calcestruzzi, i lavoratori entravano dentro Fontane d’Oro ribadendo che loro non avrebbero accettato nessuna delle soluzioni emergenziali proposte dalle istituzioni, che volevano rimanere uniti e stare in un luogo sicuro. Fontane d’Oro, con l’accesso all’acqua, alla luce, con il cemento sotto ai piedi, era il luogo che avevano scelto. Con il sostegno di solidal* lì present* e attraverso la solidarietà arrivata da tutta Italia, un nuovo campo è stato allestito in autogestione. Lì, durante un’assemblea dei lavoratori del campo, si è deciso di intitolare la Casa del Mutuo Soccorso dei Braccianti FuoriMercato, che rappresenta i braccianti organizzati che hanno “preso la responsabilità”, a Omar Baldeh.
 
A un anno da quel giorno, lavoratori e solidal* sfileranno verso Fontane d’Oro per gridare a gran voce che questo luogo è un bene pubblico e che per questo deve essere aperto a tutti e tutte. Un anno dopo l’incendio dell’ex Calcestruzzi, infatti, i lavoratori sono stati costretti a ritornare nel ghetto ricostruito sulle macerie di quello bruciato, a vivere tra cumuli di rifiuti che rendono l’aria irrespirabile. A Fontane d’Oro è stato allestito un campo in casette prefabbricate, ancora chiuso. Concludere il corteo a Fontane d’Oro non è solo una scelta simbolica, ma anche un ulteriore passaggio che permetterà ai lavoratori di far sentire le proprie voci, le loro idee, ben descritte durante la conferenza stampa del 9 Settembre: “Vogliamo entrare con la nostra libertà che non significa che facciamo ciò che vogliamo ma che ci autoregoliamo, prendiamo la responsabilità per gestire la nostra vita quotidiana perché ne siamo capaci e perchè abbiamo la nostra dignità. Vogliamo Fontane d’Oro aperto a tutti e tutte, senza discriminazioni”.
 
I lavoratori chiedono una presa di responsabilità da parte di tutti, istituzioni, grandi produttori, associazioni e semplici cittadini e insieme ai e alle solidal* propongono con il dossier “Le nostre braccia, i nostri diritti” (https://bit.ly/3ygqkgv) soluzioni a medio-lungo termine e qui ed ora proposte per la gestione di Fontane d’Oro. Questo ultimo luogo che può diventare un valido esempio se:
  • i cancelli verranno aperti immediatamente, alla luce del fatto che la stagione non è più alle porte, ma è già iniziata;
    riconoscendo i lavoratori organizzati come interlocutori attraverso un incontro in Prefettura come luogo di garanzia per tutte le parti in causa coinvolte nelle politiche di contrasto allo sfruttamento;
  • sarà garantito l’accesso a tutti e tutte all’interno del campo, nell’ottica di rendere quest’ultimo un luogo aperto alla città, dove si possano valorizzare il confronto e l’integrazione;
  • i lavoratori stessi all’interno del campo saranno riconosciuti come rappresentanti dei sindacati e che un presidio sindacale permanente sarà istituito all’interno del campo, per vigilare sulle modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro con il supporto del collocamento pubblico e per contrastare il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori.

Chiediamo inoltre che nell’immediato si tenga conto delle condizioni igienico sanitarie delle persone che durante tutto l’anno vivono alla Calcestruzzi e che si provveda alle loro esigenze e richieste a partire dalla rimozione dei rifiuti.

Ad Omar Baldeh sarà dedicata una targa commemorativa, che chiediamo venga riconosciuta e installata, per ricordare la sua vita e la sua morte. Per dire basta ai morti
per sfruttamento, nelle campagne, in tutti i luoghi di lavoro, e nei luoghi dove si vorrebbe solo vivere e riposare. Venerdì 30 Settembre, il corteo partirà dalla Villa Comunale di Campobello di Mazara alle ore 10 in direzione Fontane d’Oro. Invitiamo la cittadinanza a partecipare a supporto dei lavoratori e delle loro richieste per vivere una vita degna.

Campobello di Mazara, comincia la stagione delle olive

Data di trasmissione
Durata 22m 28s

A Campobello di Mazara (TP) sta per cominciare la stagione della raccolta delle olive e, come ogni anno, si prevede l'arrivo di migliaia di lavoratori e lavoratrici stagionali. Insieme a un attivista di fuorimercato raccontiamo i vecchi e nuovi bisogni di chi è impiegato nei campi, la necessità che contadini e raccoglitori facciano fronte comune e l'andamento delle mobilitazioni, che sfoceranno in una grande manifestazione indetta per il 30 settembre.