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Il consiglio dei diritti umani dell'ONU interviene sull'Iran

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Durata 8m 31s

Il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato a maggioranza il 16 novembre una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani in Iran. Questa è la 69a risoluzione delle Nazioni Unite che censura le brutali e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran.

L'opposizione iraniana ricorda che il regime dei mullah ha perpetrato crimini contro l’umanità e genocidio per più di quattro decenni, dal massacro del popolo del Kurdistan e dall’esecuzione di massa di prigionieri politici negli anni ’80 ai massacri del 1988 e del novembre 2019, come così come il massacro di manifestanti disarmati negli ultimi due mesi, compreso l’omicidio di almeno 60 bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 17 anni, il massacro di Zahedan il 30 settembre, il brutale attacco alla prigione di Evin il 15 ottobre e il massacro di Khash il 4 novembre. Tutti questi sono chiari esempi di crimini contro l’umanità.

Nella giornata di giovedì 24 novembre, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite terrà, presso la propria sede a Ginevra, una sessione speciale sulla situazione in Iran. La sessione è stata convocata a seguito di una richiesta ufficiale presentata da Germania e Islanda ed è stata sostenuta da 44 stati membri. Gli ambasciatori tedesco e islandese hanno richiesto “una sessione speciale per affrontare il deterioramento della situazione dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda donne e bambini”.

Ai nostri microfoni una rappresentante dell'associazione giovani iraniani residenti in Italia.

 

In Iran contro le proteste anche le condanne a morte

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Oltre alle esecuzioni extragiudiziali e agli assassini nelle strade il regime degli ayatollah ha iniziato a comminare, e ad eseguire, anche diverse condanne a more nei confronti dei giovani e giovanissimi rivoluzionari che continuano instancabilmente a scendere nelle strade. Le manifestazioni e le proteste intanto non si fermano, così come le dimostrazioni di solidarietà a livello internazionale. Sabato 19 novembre le giovani e i giovani italiani chiamano a manifestare a Roma, con un corteo che parte da piazza Esedra alle ore 10.30.

Iran, 56 giorni di rivolta

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Durata 25m 41s

Da 56 giorni ormai prosegue la rivolta scoppiata in Iran dopo l'omicidio di Mahsa Amini, uccisa dalle forze di polizia religiosa per non avere indossato correttamente il velo. Negli ultimi giorni si sono susseguite, le prese di posizione di tantissime e tantissimi esponenti dello, sport, dell'arte e della cultura, che hanno preso posizione ferma a fianco di chi protesta nonostante la certezza di dover subire arresti, violenze e torture. Nel frattempo proseguono instancabilmente le manifestazioni e continua ad aumentare il tragico bilancio di morti, arresti e casi di tortura a causa della violenza delle forze di sicurezza.

Il nostro collegamento con Virginia, dell'associazione giovani italiani residenti in Italia, sabato sono state indette manifestazioni a Roma e a Torino

L'Iran brucia ancora

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A quasi due mesi dall'omicidio di Mahsa Amini, la giovane curda picchiata a morte dalla polizia religiosa per non avere indossato correttamente il velo, non si arrestano le proteste. Nonostante una repressione spietata, che ha provocato centinaia di vittime, proseguono quotidianamente scioperi, manifestazioni e iniziative di protesta che interessano tutto la geografia del paese, dalla capitale fino alle province più remote. A rendere ancora più incandescente la situazione l'iperattivismo del regime in ambito internazionale, nel tentativo di sviare l'attenzione dalla propria crisi interna. E' in quest'ottica che bisogna inquadrare la cessione di droni alla Russia, impegnata nell'invasione dell'Ucraina, ma anche le minacce nei confronti di diversi Stati confinanti

Con Patrizia Fiocchetti, esperta analista della società e della storia dell'Iran, abbiamo cercato di fare il punto della situazione attuale e di capire quali potrebbero essere i possibili esiti della crisi.

Manifestazione nazionale per l'Iran il 29 ottobre a Roma

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Durata 15m 56s

Il 29 ottobre a Roma, in piazza san Giovanni, le giovani e i giovani iraniani chiamano alla mobilitazione in supporto alla rivoluzione iraniana e contro il regime degli ayatollah.

Ci illustra l'andamento delle mobilitazioni, fuori e dentro l'Iran, un'attivista dell'associazione della gioventù iraniana in Italia.

Teheran, brucia il carcere di Evin

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Durata 16m 7s

Continua senza sosta la rivolta in Iran e continua, purtroppo, anche la durissima repressione del regime degli ayatollah.

Ad Evin, il più grande carcere della capitale, si contano otto morti in seguito all'incendio divampato sabato scorso: si tratta purtroppo di un bilancio ufficiale, le vittime effettive sono probabilmente molte di più.

Scioperi, manifestazioni e cortei infiammano tutto il paese, le principali raffinerie iraniane sono bloccate dagli operai che hanno incrociato le braccia per protestare contro il governo.

Insieme a una rappresentante dei giovani iraniani in Italia un'analisi di quello che sta accadendo

Gli ultimi aggiornamenti dall'Iran

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Durata 21m 30s

Continuano le proteste a continua la repressione in Iran, Amnesty international parla di quasi cento vittime solamente nella zona del Belucistan. L'aggiornamento sugli eventi delle ultime ore con un'attivista dell'associazione della gioventù iraniana in Italia

Non si fermano le proteste in Iran

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Durata 26m 8s

In Iran continuano le proteste popolari, scoppiate dopo l'assassinio della giovane Mahsa Amini da parte della polizia religiosa, e anche purtroppo la repressione, benedetta dalla guida suprema della repubblica islamica, l'ayatollah Khamenei.

Abbiamo parlato della situazione attuale con un membro dell'associazione giovani iraniani in Italia.

Roma in piazza con le donne iraniane

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Durata 4m 42s

Stamattina a Roma prima iniziativa di solidarietà con le donne iraniane, un sit-in di fronte agli uffici dell'ambasciata della repubblica islamica.

Domani appuntamento per una manifestazione alle ore 17.00 in piazza SS. Apostoli.

Ai nostri microfoni Serena, di Non una di meno Roma che hanno aderito all'appello.