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La Parentesi di Elisabetta del 4/02/2015 "Giallo e rosso"

Data di trasmissione
Durata 5m 50s
“Giallo e rosso”

Immagine rimossa. Immagine rimossa.A Roma, la scalinata di Viale Glorioso che porta da Trastevere al Gianicolo era stata dipinte con i colori giallo e rosso per festeggiare la vittoria del secondo scudetto della Roma dell’ 82/83.

Questa presenza storica nel panorama della città è stata nei giorni scorso sbiancata su disposizione dell’ineffabile sindaco Marino che bisogna sempre ricordare che è dirigente del PD nonché noto medico trapiantista.

La vicenda va ben al di là del tema strettamente contingente perché denota una mentalità per cui non contano ideali, sogni, speranze e passioni, ma un presunto decoro.

Chiarito che dipingere una scalinata in giallo e rosso non deturpa niente, è necessaria una ulteriore e ben più importante precisazione: chi ha sollecitato l’iniziativa e chi materialmente l’ha eseguita ( non si nasconda dietro il ditino di formulazioni tanto accattivanti quanto fuorvianti) con la stessa logica avrebbe cancellato anche “W l’Italia” durante il Risorgimento e “Via i tedeschi” durante l’occupazione nazista di Roma.

E’ la stessa mentalità per cui un altro dirigente del Pd, ex segretario della CGIL, che ogni tanto viene riproposto, bontà sua, come leader di una fantomatica sinistra che dovrebbe rinascere, Cofferati, sanzionava le scritte fatte durante i cortei a Bologna perché violavano la proprietà privata dei palazzi e la bellezza della città e voleva far pagare ai manifestanti stessi, sempre bontà sua, e agli organizzatori le spese per la pulizia delle strade dopo la manifestazione.

Per non parlare dell’ex segretario del PD, ex direttore dell’Unità, Walter Veltroni, che quando era sindaco di Roma ha fatto affiggere manifesti per tutta la città, questi sì con spreco di denaro pubblico e deturpamento dell’ambiente urbano, che invitavano, con tanto di numero telefonico, la cittadinanza a denunciare chi osava scrivere sui muri. Non solo, ma aveva tentato di istituire un repertorio di chi acquistava bombolette spray e/o vernice nei negozi di ferramenta e affini con l’obbligo per i commercianti di tenere aggiornato l’elenco trasformandoli in poliziotti ausiliari.

In definitiva il culto della delazione da instillare nei cittadini/e, la mentalità poliziesca in cui imbrigliare commercianti e commessi/e.

Tutti questi avvenimenti, però, non sono fatti isolati, ma pezzi del mosaico che fa sì che il ministero degli interni e la polizia si costituiscano parte civile nei processi contro i manifestanti, magari, guarda caso, contro i/le Notav e fiocchino le condanne amministrative con relativi risarcimenti danni che sono veri e propri macigni contro ogni forma di dissenso. Vorrebbero farci protestare solo e soltanto con processioni dove chiedere, sapendo in anticipo che non otterremo nulla, una qualche grazia all’autorità costituita che ha sostituito dio , la madonna e i santi.

Un’ubriacatura , un’onnipotenza di potere che per potersi esercitare deve arrivare in ogni anfratto dei territori, delle città, dei quartieri e delle vite personali.

Noi siamo femministe e scriveremo sempre e comunque in ogni dove e su qualunque scalinata che non c’è proprietà privata, autorità civile, simbolo religioso rispetto a cui ci fermeremo con ossequioso rispetto. La nostra vita, la nostra libertà di scelta vale molto di più di qualsiasi muro pulito.

Non dimentichiamo che quando ci fu l’aggressione alla Jugoslavia, con la violazione della costituzione e senza l’approvazione del parlamento, apparvero a Roma tante scritte sui muri contro i bombardamenti delle fabbriche di Belgrado e contro D’Alema, allora presidente del consiglio, scritte che furono cancellate in una notte, sindaco Francesco Rutelli, dal solito ineffabile ufficio al decoro urbano.

Sindaci e servizio che sono stati, invece, latitanti quando, sempre a Roma, in via Angelo Emo apparve una scritta che diceva “partigiani vermi”. In quell’occasione hanno voltato gli occhi da un’altra parte: la proprietà privata e il decoro urbano non erano più così importanti.

La scritta è stata corretta da una mano sensibile che ha sostituito la parola vermi con “viva i partigiani” E nessuno l’ha vista, per fortuna, questa mano, perché altrimenti sarebbe incorsa nei rigori della legge.

Tutto questo è controllo sociale e fa parte di un unico progetto insieme ai lampioni intelligenti , alle ZTL, alle telecamere, alle cimici ambientali nei locali pubblici…..naturalmente veicolato con nobili motivazioni, tanto che girano per la città zelanti volontari che sotto l’egida del comune e a titolo gratuito, si prestano a cancellare scritte e staccare adesivi senza rendersi conto che sono parte di un sistema di repressione, che si prestano al controllo poliziesco del sociale, che fanno passare il principio che si possono far lavorare gratis le persone.

Il neoliberismo è un progetto scellerato e nazista e in Italia lo naturalizza il PD.

 

http://coordinamenta.noblogs.org/post/2015/02/05/la-parentesi-di-elisabetta-del-4022015/