Prigionierx palestinesi: settimana di mobilitazione nazionale
Con una compagna di Giovani Palestinesi, parliamo della settimana di mobilitazione nazionale diffusa, dal 14 al 21 Novembre, in solidarietà con Anan, Tarek e i-le prigionieri palestinesi. Questo il testo che accompagna l'appello:
Settimana di mobilitazione 14-21 novembre - Per la libertà di Anan e Tarek, per la libertà della Palestina
Parlano di tregua, di pace, di due Stati, ma la verità è che non c’è pace sotto occupazione, non c’è pace senza libertà della Palestina. Mentre il governo si interroga sul ruolo che può avere in medio oriente, se riconoscere o meno lo Stato di Palestina e a quali condizioni, ci si scorda di guardare cosa avviene in casa propria. O forse è proprio in casa nostra che il governo, e più in generale lo Stato italiano, mostra il vero volto di compiacimento con il progetto colonialista di Israele. Se ci si domanda cosa può fare il governo italiano per aiutare la causa palestinese, prima ancora che andare a smuovere grandi teoremi geopolitici, potrebbe non perseguitare chi per la causa palestinese ha lottato. Potrebbe non incarcerare, con le pretestuose accusa di terrorismo, Anan; oppure Tarek, accusato di resistenza durante la manifestazione del 5 ottobre 2024 a piazzale ostiense. Anan è accusato di terrorismo e si trova in carcere da gennaio 2024 perché ha preso parte alla legittima (anche secondo il diritto internazionale, per quello che conta oggi) resistenza armata palestinese. Tarek si trova in carcere da ottobre 2024 con una condanna a 4 anni e 8 mesi per aver preso parte alla mobilitazione per la Palestina. Una pena altissima, che paga nel silenzio generale, perché in fondo (ma neanche tanto) l’Italia ha una cultura razzista.
Storie diverse eppure storie molto simili. Simili nel disegno a cui appartengono, nella connivenza della magistratura e del governo (che non ha mai speso una parola per nessuno dei due casi) con il progetto di Israele a delegittimare e cancellare la causa palestinese.
Ancora una volta la differenza la possono fare solo le lotte dal basso, le mobilitazioni, i centimetri di piazza presi a spinta per rivendicare da che parte stiamo. Per questo il nostro appello è ai milioni di persone che in questi mesi si sono mobilitati per la Palestina. Invitiamo a una mobilitazione nazionale diffusa dal 14 novembre al 21 novembre (data in cui ci saranno due diverse udienze, per Tarek e per Anan). Parlandone nelle scuole, organizzando un flash mob, un corteo o una delle diverse forme di blocco. Ognun* come crede opportuno, per non lasciare sol* chi è rimast* indietro, per non lasciare soli Tarek e Anan, per far tuonare le loro storie in ogni piazza, in ogni luogo. Per la libertà di Tarek, di Anan, della Palestina.

