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Genocidio e profitto: Gaza nel nuovo ordine coloniale

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Il progetto della “Nuova Gaza” non è un piano di ricostruzione, ma l’ultima declinazione di un colonialismo accelerato che trasforma devastazione e morte in opportunità di governo e profitto. Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di uno spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale. Come spiega Alberto Toscano in questa intervista e all'interno del suo articolo pubblicato su Machina rivista di Derive Approdi https://www.machina-deriveapprodi.com/post/colonialismo-accelerato-un-piano-contro-la-palestina, la "Nuova Gaza" servirebbe a convertire la Striscia nel centro dell’architettura regionale filoamericana, garantendo potere economico, politico e militare sul flusso di energia, capitale e merci.
In questo scenario, la ricostruzione è solo il linguaggio che maschera una riorganizzazione neocoloniale: un’operazione che integra il genocidio in corso in un disegno più ampio, rendendolo non un eccesso tragico, ma una condizione funzionale al nuovo regime di accumulazione primitiva. Così, per Trump, Netanyahu e Blair, "a Gaza si può costruire una riviera solo sulle ossa dei morti".