Dalle periferie delle metropoli alle scuole fino ai punti più remoti del globo, oggi iper connessi con ogni tipo di social network, la musica, e in generale tutte le forme di espressione, spesso trasformate e stravolte dalle giovani generazioni, lanciano un grido per un mondo nuovo: “there are GOOD NEWS”.
Questa trasmissione vuole essere una voce che prova ad emergere dal frastuono, dal marasma di un presente a velocità aumentata, in cui siamo investiti da centinaia di informazioni che scorrono inesorabili sullo schermo di uno smartphone. È il tentativo di fermarsi e porsi delle domande insieme, aprendo i microfoni al dibattito, proponendo buona musica e approfondimenti.
Lo faremo ogni lunedì dalle 18:30 alle 19:30 sugli 87.9 FM di Radio Ondarossa, in diretta streaming su ondarossa.info.
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Nuove sonorità, fresche e indie dalla fascia tropicale del continente americano.
Insieme a Cesar Paniagua, in arte CES, cantante di origini portoricane, che vive e suona a Miami, ci lasciamo condurre attraverso scene musicali indipendenti a migliaia di chilometri da via dei Volsci.
È dal 2020 che un nuovo genere nato alla frontiera Messico-Stati Uniti sta conquistando le classifiche e gli altoparlanti di tutta l’America Latina (e non solo).
I Corridos Tumbados sono l’ultima e inedita generazione di una musica tradizionale di frontiera dove, come mai prima d’ora, i giovanissimi della diaspora messicana stanno rivoluzionando i canoni combinando suoni regionali, estetiche della narco-cultura, emotività trap e rivendicazioni di un’identità panamericana. Una wave che ha scatenato ondate di panico morale in Messico e al otro lado , stigmatizzata tanto dai cultori dei corridos quanto dall’industria musicale statunitense, una sintesi incoerente tra tradizione e modernità che sta facendo impazzire la critica. Presi tra il sogno di farcela ‘a modo proprio’ in terra straniera e affermazione delle ‘radici’, i Corridos Tumbados non sono solo la fotografia di una generazione transfronteriza figlia di decenni di politiche migratorie neoliberiste ma anche il nuovo suono di un intero continente che sta oltrepassando barriere di classe e genere.
Ne parliamo con Andrea Buchetti, reduce da un anno e mezzo di vita a Tijuana e da spasmodici ascolti tumbados tra i due continenti.
Tra il 1976 e il 1977 in Inghilterra assistiamo a un’ondata di rabbia e odio contro perbenismo sociale, disoccupazione e bigotteria. La voce di questa rabbia giovanile è il punk, che passa da un orizzonte più nichilista a una prospettiva marcatamente politica.
Il punk ha rappresentato un movimento di massa: ognuno poteva prendere uno strumento e formare una band, nessuno avrebbe giudicato qualità tecniche, capacità strumentali e quant’altro. Era solo rivolta, rivolta e basta. Nascono decine di micro etichette indipendenti, spesso della durata di poche settimane.
I pescecani dell’industria musicale ovviamente non rimangono a guardare, causando il veloce declino del genere.
Nel 1978 il punk era finito. O forse no?
Ne parliamo oggi con Marko58, che ha vissuto a Londra a fine anni 70 e ci racconta della sua esperienza fra i primi concerti e nei negozio di dischi punk.
Nella nuova puntata di Good News abbiamo parlato di donne nella musica araba insieme a Sabine Salamé, rapper libanese, che si è esibita dal vivo sabato scorso al Csoa ex Snia per la festa di radio Ondarossa.
A partire dal suo percorso musicale Sabine ci ha raccontato della scena rap libanese, egiziana, siriana e palestinese, e del protagonismo delle donne in queste scene musicali.
Solo per questa puntata vi lasciamo il link di una playlist più ampia fatta per noi da Sabine.
In questa 8a puntata di Good news ci ritroviamo senza ospiti! Quale migliore occasione per proporvi un pò di ascolti che ci hanno accompagnato nelle ultime settimane.
Si parla di Palestina, delle critiche allo star system che ha messo in scena il Met gala senza prendere parola sul genocidio in corso, a cui è seguito il boicottaggio tramite social dei profili degli ospiti del gala. Trattiamo delle polemiche per la partecipazione di Israele all'Eurovision a Malmo, e del brano This is america di Childish Gambino uscito 6 anni fa, un esempio interessante di critica alla società americana con musica e immagini.
Nella parte finale abbiamo ascoltato 3 brani di rapper donne italiane, che insieme ad altre artiste rappresentano alcune delle novità più interessanti nella scena musicale nostrana
Nel corso dell'ultimo secolo il jazz é stato sinonimo di esplorazione e ricerca, ma questa etichette è stata stretta a molti artisti e artiste del genere.
Ha ancora senso usare la parola "jazz" nella nostra epoca?
Ne abbiamo parlato con Francesco Fratini, trombettista romano ospite della puntata di oggi.
Due arti che spesso si intrecciano, si scontrano e a volte si sovrappongono. Mettendo sotto la lente d’ingrandimento vari film Italiani e non usciti nello scorso anno, proviamo ad analizzare gli esperimenti, i protagonisti e le protagoniste di quando la musica va oltre la colonna sonora.
In studio con noi Giulio Mezza, attore e operatore culturale del Nuovo Cinema Aquila e Gaia Meloni, regista e operatrice culturale del Nuovo Cinema Aquila.