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Roma, una città in emergenza abitativa alle prese con amministratori socialmente pericolosi

Data di trasmissione
Durata 15m 56s

A Roma, sulla base degli ultimi dati, l'emergenza abitativa è un problema destinato a peggiorare. Ciò nonostante, continua a mancare un assessore alle politiche abitative e l'estate si preannuncia più calda che mai sul fronte degli sgomberi e della repressione dei movimenti sociali. Ne parliamo con Bruno, del Coordinamento cittadino di lotta per la casa.

 

Qui una piccola analisi dei dati a disposizione operata dall'Unione inquilini:

 

Analizziamo i dati ufficiali.
Con DGC 56/2017, la giunta capitolina ha approvato il “piano” di gestione dei dipartimenti e degli uffici comunali, tra i quali ovviamente anche il Dipartimento Politiche Abitative.
Il testo non si segnala per chiarezza di linguaggio, ma è un documento di grande interesse perché ci permette di conoscere cosa ha fatto il dipartimento casa in questi ultimi due anni e quello che prevede di fare nei prossimi due anni.
I dati sono tanti e non è quindi facile esporli in sintesi, ma intanto proviamo a fare le prime valutazioni…
Capitolo assegnazioni:

• Nel 2015, il Comune di Roma ha assegnato 237 appartamenti: 111 a chi era in graduatoria con punti 10 ai sensi del bando del 2000; 126 alle persone inserite nella graduatoria del bando 2012.
Nello stesso periodo, le domande di casa popolare pervenute e inserite in graduatoria sono state 2.300: ergo, considerando che 110 erano relative a un bando chiuso dal 2009 e quindi a domande pervenute oltre 6-7 anni fa, nel 2015 per il numero di alloggi popolari assegnati dal comune (126) risulta 18 volte inferiore al numero di domande pervenute (2.300).

• Nel 2016, questo rapporto case assegnate/domande pervenute è leggermente meno spropositato, ma comunque totalmente incongruo: 2.600 nuove domande ammesse in graduatoria, a fronte di 330 alloggi assegnati; nel 2017, si prevede lo stesso numero di domande ma un calo di alloggi da assegnare (300 anziché 330) e così anche nel 2018.

• Parallelamente, si prevede di esaurire la vecchia graduatoria del 2000 procedendo a 100 assegnazioni l’anno fino al 2019.

Nel 2016 sono stati quindi assegnate 430 case popolari e si prevede di assegnarne 400 all’anno fino al 2019.
Da dove vengono queste case?
Interamente dal patrimonio “di risulta”: 440 alloggi nel 2016, 400 l’anno fino al 2019.

Al netto delle chiacchiere e delle ridicole promesse elettorali fatte dalla Raggi un anno fa, il comune non prevede di fare nessun investimento per dare risposta a chi vive in disagio abitativo.

Zero nuovi alloggi da recuperare o da auto-recuperare utilizzando il patrimonio esistente, zero acquisizioni da altri enti o da grandi proprietari, le pochissime case popolari che assegneranno (una ogni otto domande pervenute) saranno ricavate sgomberando le persone ritenute “occupanti senza titolo” (quasi sempre, famiglie a reddito bassissimo, che sono state costrette ad occupare nel lungo periodo in cui a Roma non era tecnicamente possibile neanche chiedere una casa popolare ancorché ottenerla- dal 2008 al 2013 non è esistito un “bando di assegnazione”) o recuperando le case liberate da anziani deceduti.
La rivoluzione 5stelle consiste nel togliere (poco) ai poveri o ai morti, per dare poco ad altri poveri.

Capitolo Buono Casa
Veniamo al buono casa, ai residence e alle misure di sostegno all’affitto.
Qui viene forse la parte più tragicomica e scandalosa…
• Secondo quanto riportato nel documento, nel 2015 Roma aveva 1.600 persone accolte in “assistenza alloggiativa” e 21 “residence” per i quali il comune pagava affitto a privati.
I residence nel 2016 scendono a 14 e le persone accolte restano 1600.
Nel 2017, si prevede che il numero scenda a 1272, poi a 1022 nel 2018 e infine a 562 nel 2019.
I buoni casa pagati nel 2015 sono stati 25, 100 quelli erogati nel 2016 e 120 l’anno nel 2017- 2018-2019.
Complessivamente, si prevede di erogare il buono casa a 460 persone (o si spera, come vedremo tra poco).
Ragioniamo sui dati.
Nel 2017, si prevede di togliere l’assistenza alloggiativa a 328 persone;
nel 2018, a 250;
nel 2019, a 460.
In totale, da qui al 2019 si prevede di revocare l’assistenza alloggiativa a 1038 persone.
Parallelamente, l’ipotesi ottimistica del Comune è di dare il buono casa a 460 persone in assistenza alloggiativa: calcolatrice alla mano, significa che il comune intende eseguire 578 sgomberi forzosi ai danni di persone attualmente ospiti nei residence.
Ed è un’ipotesi purtroppo difettosa in eccesso: infatti, la previsione di 120 buoni casa l’anno è TOTALMENTE irrealistica, considerando che da gennaio ad oggi, i buoni casa erogati anziché essere una cinquantina (come si evince dalla previsione di 60 entro il 30 giugno) saranno stati al massimo 5 o 6.
5 o 6, ripeto.
Realisticamente, il dipartimento erogherà da qui al 2019 al massimo altri 200/250 buoni casa cioè la metà circa di quanto previsto.
Le persone che si intende sgomberare senza offrire alcuna alternativa passano così, verosimilmente, da 578 ad almeno 800.
In sintesi: entro il 2019, il comune intende sgomberare con la forza 2 inquilini su 3 tra quelli attualmente ospiti dei CAAT o residence: 800 su 1270.
Il buono casa sta fallendo e il comune ha preso atto della cosa (o meglio, intende assecondarla non aiutando in alcun modo gli inquilini a trovare alloggi da affittare).

Capitolo contributo affitto:
• 0 (zero) contributi pagati nel 2015
• 622 quelli che si sostiene di aver pagato nel 2016. Falso. Si tratta di un falso in atti d’ufficio, perché NESSUN inquilino romano ha mai ricevuto quei soldi.
Che fine hanno fatto i soldi destinati al contributo affitto del 2016? A chi sono finiti e a quale titolo? Indagheremo, eventualmente facendo ricorso alla corte dei conti…
Nel 2017, si prevede di concedere 3.500 contributi affitto per poi eliminarli dal 2018 in poi (quindi, addio contributo).
Anche qui, è straordinario e spaventoso il rapporto domande pervenute/domande inevase o rigettate: infatti si prevede che 2.480 saranno quelli ammessi e 5421 i richiedenti esclusi (per vizi di forma nella presentazione della domanda, per lo più).

Capitolo sgomberi case popolari. Altro massacro sociale in vista.
Il Comune prevede di scandagliare a fondo i requisiti di accesso, eseguendo 806 verifiche nel 2017.
Si prevede di passare dagli attuali 40 prevvedimenti di sgombero emessi a 150 nel 2017.
140 gli sgomberi materialmente eseguiti nel 2016, 180 da eseguire nel 2017, 130 nel 2018 e nel 2019.
In pratica, i 608 sono avvisati: 440 di loro riceveranno visita dalla polizia municipale per lo sfratto entro il 2019.

In sintesi.
A Roma, quello della casa è un problema destinato a peggiorare anziché a vedere soluzione nei prossimi 3 anni.
Una marea di gente che farà domanda di casa popolare e pochissimi che potranno ottenerne una;
un altrettanto oceanico numero di persone in emergenza abitativa destinate ad essere sbattute in mezzo a una strada e senza alcuna alternativa;
Risorse usate male e del tutto inadeguate alle esigenze;
pochi fondi ai contributi affitto destinati a diventare zero da qui a due anni.
Complimenti Sindaca Raggi, in un modo o nell’altro lascerà un’”impronta” in questa città. Un impronta devastatrice, per la precisione.
Adesso capite perchè non c'è l'assessore alla casa a Roma?