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La lotta per il diritto all'abitare sotto processo

Data di trasmissione
Durata 49m

 Il 14 settembre 2009 dopo mesi di indagini svolte con metodi al limite della legalità, e su pressione di elementi del PDL, i carabinieri si presentarono all'occupazione di via Impruneta 51, alla Magliana, con un mandato di perquisizione dell’immobile e uno di arresto per sei persone, a cui veniva contestato il reato di "associazione a delinquere".
Fino a 17 giorni di carcere, più tre mesi di arresti domiciliari, più altri mesi di obbligo di firma la prima conseguenza di questo sciagurato impianto repressivo.

Altro risultato del teorema repressivo è stato quello di costringere i/le compagni/e ad allontanarsi dall’occupazione. Ciò ha permesso che all’interno dello stabile di via dell’Impruneta 51 si instaurasse la legge del più forte, con l’avallo dei collaboratori dei Carabinieri presenti nello stabile. Risse e accoltellamenti sono all’ordine del giorno in quel luogo e, come spesso accade, la violenza più grave l’ha subita una donna.
Oggi, a distanza di un anno dagli arresti, arriva la notizia della chiusura delle indagini con la relativa richiesta di rinvio a giudizio. Vogliono additare come criminali coloro i quali si organizzano in massa e alla luce del sole per lottare per un’esistenza dignitosa che necessariamente passa anche per avere un tetto sopra la testa.

La riflessione più complessiva deve essere sulle dinamiche intorno al diritto all'abitare e sulla repressione dei movimenti che per esso si battono. Ad essa si accompagna come logica conseguenza anche la solidarietà con i compagni e la compagna sotto accusa.

Sabato 25 settembre dal pomeriggio appuntamento alla Magliana, con un'iniziativa di controinformaizone, un'assemblea pubblica e una cena sociale.

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