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Repressione

Consigli per l'estate: zecche e perquisizioni

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Consigli per l'estate: come difendersi da ospiti e visite sgradite. Siete mai stati punti da zecche, pulci, cimici? Forse invece avete subito altre visite sgradite a casa o nelle estensioni digitali dei vostri corpi come perquisizioni, infezioni da malware... Chiacchiere durante il Mercato di Campi Aperti, con qualche consiglio da Lorenzo, erborista di Strulgadore da una compagna medica che ci parla anche del morbo di Lyme. Nella seconda metà della puntata due compagni di Hacklabbo ci danno consigli su igiene digitale e su come agire in caso di perquisizione e sequestro di dispositivi.

Il tutto animato da canzonette estive di Tonino3000, Tonino Carotone e El Jincho.

Palestina: il vero volto delle smart city. Tecnologie per le guerre ai popoli

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Con un compagno dell'assemblea nogreenpass parliamo dell'iniziativa prevista per questo 6 luglio a Centocelle aperte (via delle resede 5). Iniziativa in sintonia con quelle che l’assemblea ha già svolto proprio sul tema. In questa occasione parteciperà anche la comunità palestinese dell’UDAP. Dopo la proiezione dei documentari doppiati sulle smart
city palestinesi, gli interventi e il dibattito, ci saranno un aperitivo e una cena conviviali.

Qui trovate il documento di analisi e presentazione più dettagliata dell'iniziativa e un trailer dei documentari:

https://nogreenpassroma.noblogs.org/post/2025/06/28/6-luglio-2025-palestina-il-vero-volto-delle-smart-city

 

La Smart City e la Città dei 15 minuti sono due teorizzazioni che applicando sul territorio strumenti altamente tecnologici non solo ridefiniscono i modi e i tempi della nostra quotidianità, non solo controllano i nostri corpi e condizionano le nostre menti spingendoci a comportamenti stereotipati, controllabili secondo algoritmi precostituiti, ma attuano anche una selezione predittiva delle azioni, individuando e selezionando buoni e cattivi, pericolosi e innocui, disponibili e indisponibili. La Smart City è la <città intelligente> perché, ci dicono, le più moderne tecnologie digitali e di telecomunicazione – compreso il 5G – vengono messe al servizio della città, dell’ambiente e dei suoi abitanti. Vorrebbero farci credere che questo costituisca un’innovazione, un bene per tutti. Si tratta di un nuovo paradigma per la realtà urbana che poggia su miriadi di sensori che raccolgono, 24 ore su 24, ingenti masse di dati, e su un elevatissimo livello di connettività. Così strade, incroci, palazzi, parcheggi e gran parte dell’arredo urbano “parlano” tra di loro, in tempo reale, grazie a quello che in gergo viene definito internet of things, l’internet delle cose, ovvero la connessione dinamica tra gli oggetti che utilizziamo quotidianamente. Intelligenza Artificiale, 5G, droni e altre innovazioni tecnologiche sperimentate reciprocamente sia in ambito militare che urbano trovano così la loro sintesi ideale.

Dialoghi dalla Sardegna ep.3 - La Sardegna per e contro la guerra

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Questo terzo episodio si focalizza sulla Sardegna. Sentiremo la voce di una compagna di Cagliari, che ci racconta le mobilitazioni in università e più in generale le manifestazioni nelle città come anche nei paesi della Sardegna. Infine riceviamo degli aggiornamenti da Luca, sia sugli sviluppi della sua vicenda giudiziaria, ma anche riguardo le ultime esercitazioni militari in Sardegna.

 

Per un mondo senza manganelli

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Sempre in piazza per un mondo senza manganelli (DDl), senza armi e senza dominio, ma per una cultura nella scuola e ovunque che alleni al pensiero critico, al  rispetto, all'ascolto e al confronto soprattutto tra le persone giovani che diverranno adulte. 
Poi, con il nostro Bettelheim, alcune riflessioni sulla paura della fantasia e su cosa mostra la fiaba al bambino.

5 ottobre 2024: lettera di Tiziano a Tarek

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Pubblichiamo la lettera scritta da Tiziano, arrestato durante la manifestazione del 5 ottobre 2024 a Roma, per mostrare solidarietà a Tarek, attualmente detenuto nel carcere di Regina Coeli con accuse collegate a quella stessa giornata.

 

Ciao a tutti/e sono Tiziano Lovisolo, il ragazzo arrestato alla manifestazione del 5 ottobre contro il genocidio palestinese e gli attacchi deliberati verso il popolo libanese e contro il ddl 1660, decreto sicurezza.

Per il momento non ho accesso ai social quindi pubblicherò queste righe tramite la mia fedele amica e compagna Yasmin.

Dopo l'uscita dai domiciliari sono progressivamente tornato alla mia quotidianità senza restrizioni e sono molto felice di godere di questa libertà dopo aver rischiato una condanna più pesante dei 2 anni. Non dico che non penso più a quel giorno, anzi, abbiamo presentato da poco l'appello per ottenere una vera giustizia, confutando le tesi presentate dalla polizia e dalla digos.

Tuttavia, lo sguardo attuale è rivolto avanti, per continuare col mio personale percorso di studi, di consapevolezza politica e di lotta. Ma poco tempo fa ho letto della notizia di Tarek che è stato pesantemente condannato a 4 anni e 8 mesi per resistenza, precedentemente portato in carcere in custodia cautelare perché è un senza fissa dimora.

Ho visto una marea di volte i video, e già prima della condanna avevo capito che fosse lui il soggetto arrestato, Tarek tuttavia, non era all'interno della piazza, non guidava i gruppi che affrontavano la polizia, non ha lanciato bottiglie verso il cordone di polizia e non ha picchiato nessun agente, al contrario di quanto le forze dell'ordine affermano, tutto ciò è verificabile dai tanti video circolati online.

È chiaro, così come nel mio caso, non è tanto la condotta personale che conta, visto che comunque le forze dell'ordine presentano le loro accuse molto discutibili che vengono prese per buone dai giudici senza troppo peso, quanto il fatto che hanno da subito voluto un caprio espiatorio che ero io, una volta che abbiamo lottato e sono riuscito a uscirne libero, hanno puntato tutto sull'unico altro elemento disponibile, ovvero il caprio espiatorio personificato in Tarek.

Ma a differenza del pregiudizio dei tribunali, noi sappiamo bene che in queste situazioni non fa differenza né la nazionalità né il ceto sociale.

Tarek ha preso a suo modo posizione così come quelle decine di migliaia di persone venute a Roma violando il divieto imposto dal questore.
Così come è stato fatto casino per me e mi è stata portata la massima solidarietà, con la Rete Liberi/e di lottare sempre in prima linea, facciamo casino e prendiamo posizione per Tarek e per tutti/e quelle che subiscono ingiustizie veicolate a tavolino.

Nessun* dimenticherà questa storia, nessun* verrà lasciat* indietro.
Il 5 ottobre c'eravamo veramente tutti/e in piazza.
Tarek libero! Palestina libera!
✊🇵🇸

Rete #NoBavaglio contro la criminalizzazione della solidarietà alla Palestina

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Dopo la puntata di Presa Diretta del 27 aprile 2025, in cui è stata intervistata la relatrice ONU Francesca Albanese ed è stato trasmesso un reportage che documentava il genocidio della popolazione civile a Gaza, Carlo Giovanardi insieme all’avvocato Iuri Maria Prado e al semiologo Ugo Volli ha presentato un esposto al generale Pasquale Angelosanto, coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio. Nell’esposto, i tre firmatari hanno segnalato la trasmissione di Rai3, accusando il reportage da Gaza di condannare ripetutamente i bombardamenti israeliani “senza un minimo accenno all’attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023 “.

L’intento è chiaro: colpire e silenziare i giornalisti che cercano di fare informazione indipendente sulla carneficina in atto a Gaza; raccontare l’orrore, il genocidio e lo sterminio in atto va proibito e punito.

In una corrispondenza con una giornalista aderente alla rete #NoBavaglio, parliamo dell'appello presentato dalla rete ai vertici della Rai affinché "vengano difesi i giornalisti di Presa Diretta e che venga assicurato il diritto dei cittadini di essere informati liberamente, senza censure, dal servizio pubblico”.

Il discorso si allarga poi ad altre iniziative della Rete.

AGGIORNAMENTI DAL CPR DI TORINO

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Nella notte fra il 30 aprile e il 1° maggio nel CPR di corso Brunelleschi di Torino c'è stata una nuova rivolta. Diverse persone si sono radunate in serata fuori le mura per portare solidarietà a chi si trovava dentro.

Con una voce di Torino raccontiamo quanto avvenuto ieri.

5 ottobre, Tarek: una storia silenziosa su cui lo Stato cerca vendetta

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Il 5 ottobre a Roma si è svolta una manifestazione nazionale in solidarietà con la palestina. La manifestazione è stata accompagnata, nei giorni precedenti, da una levata di scudi della politica che voleva vietarla, un clima mediatico che ha cercato di delegittimarla e una repressione di piazza che ha militarizzato la città e non solo.

La giornata è stata lunga, ci sono stati scontri, ma la piazza è stata determinata. Solo un arresto è avvenuto nella giornata del 5 ottobre, Tiziano, il quale è stato condannato a 2 anni in primo grado. Nei giorni successivi la repressione è andata a prendere a casa un altro ragazzo, Tarek, non appartenente ad alcuna organizzazione politica. Un ragazzo che è arrivato in Italia dalla Tunisia nel 2008, una storia come se ne sentono e se ne vedono tante. Su di lui la condanna è stata più pesante: 4 anni e 8 mesi con il rito abbreviato. Più di quanto avesse chiesto l'accusa.  E' una storia che trasuda colonialismo, razzismo e classismo. La giudice non ha voluto toccare neanche alcune sue carte perchè, probabilmente, troppo sgualcite. 
Di questa storia abbiamo parlato in questo spazio redazionale.
Ne abbiamo parlato con l'avvocato di Tarek, con un compagno dei Giovani Palestinesi e con un compagno della Rete liberi di lottare.

Che vuol dire fare la giornalista in Egitto

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Hadeer viene da una famiglia molto politicizzata che da sempre si è occupata di informazione e giornalismo. Suo nonno ha anche pagato con il carcere scrivere denunciando la realtà repressiva egiziana. Ma cosa vuol dire oggi fare la giornalista in Egitto? Di questo parliamo con Hadeer ma anche di femminismo, di Palestina, della repressione e della vita in un paese sempre più difficile da vivere. L'intervista è in arabo e italiano.