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Il nuovo patto EU Migrazione e Asilo: un'analisi

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Negli ultimi decenni l'Unione Europea ha progressivamente costruito un sistema di governo della mobilità che funziona come un apparato di selezione, contenimento e morte. Il Mediterraneo è divenuto la frontiera più letale del mondo: dal 2014 oltre 60.000 persone hanno perso la vita tentando di attraversare il mare. Il Nuovo Patto EU Migrazione e Asilo, approvato nell'aprile del 2024, che verrà attuato integralmente entro giugno 2026, non ha nulla di nuovo ma rappresenta un continuum con quell'architettura neoliberale della frontiera già vista, consolidando un regime di disuguaglianza e disciplinamento. In studio con le compagne di Campagne in Lotta, riflettiamo sull'impianto del patto che prevede un ulteriore attacco alle possibilità di ingresso in Europa per le persone in movimento che vengono subordinate a forme di controllo sempre più pervasive attraverso screening, anche biometrici, estesi in maniera coatta addirittura a minori a partire dai 6 anni. Il patto prevede inoltre procedure accelerate per la richiesta di asilo, soprattutto per persone migranti provenienti da cd. "paesi sicuri".  In ogni caso, la tendenza espressa dal patto è quella della progressiva negazione delle possibilità di asilo e dell'esternalizzazione del processamento delle richieste, insieme a una ulteriore torsione in termini di repressione e controllo nel campo delle politiche migratorie. Parliamo poi del ruolo delle tecnologie biometriche nelle politiche di controllo delle persone migranti e della funzione di Eurodac, database istituto nei primi anni 2000 in concomitanza con gli accordi di Dublino. Nella parte conclusiva, ci focalizziamo sulla situazione italiana, in particolare sul tema delle deportazioni di persone migranti in Albania, oggi diventati centri di espulsione, gestiti in maniera del tutto opaca.