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Palestina

Proiezione del film "From Ground Zero" ad Albano

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Il film "From Ground Zero" (2024) raccoglie 22 cortometraggi che sono stati realizzati, a Gaza, tra la fine del 2023 e il 2024, durante l'aggressione genocidaria perpetrata dallo Stato sionista. Il progetto, coordinato dal regista palestinese Rashid Masharawi, è stato partecipato da artisti e artiste di Gaza, che hanno ideato e diretto, pur in condizioni estreme, i vari cortometraggi.

"From Ground Zero" si compone di una pluralità di stili narrativi, che spaziano dal cinema documentaristico a quello d'animazione. L'opera rappresenta un'importante testimonianza della devastazione provocata dall'esercito israeliano, ma anche della volontà palestinese di resistere al colonialismo d'insediamento e al genocidio.

Ne parliamo con un compagno di Albano, che ci dà anche un aggiornamento sull'incontro in corso all'Università "La Sapienza" di Roma, con  Samah Jabr, psichiatra, psicoterapeuta e scrittrice che racconta la vita quotidiana nella Palestina occupata

Domenica 2 marzo ore 17.30  - Palazzina Vespignani, Via Risorgimento, 1 - Albano

28 febbraio: La resistenza come risposta collettiva al trauma dell'oppressione con Samah Jabr

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Il 28 febbraio alle ore 17.30 Samah Jabr (psichiatra, psicoterapeuta, scrittrice palestinese) incontrerà il collettivo antipsichiatrico Senzanumero e l’associazione Nontantoprecisi al centro culturale Post0 in via di castel guidone 4. Il suo lavoro è una fondamentale riflessione su salute mentale, colonialismo, imperialismo e diritti umani e sulla resistenza come risposta collettiva al trauma dell’oppressione.

In questo redazionale riflettiamo con una compagna del collettivo Senzanumero sul nesso cruciale fra salute mentale e contesto politico e sociale, evidenziando quanto il benessere dell’individuo e quello della collettività siano inseparabili.

 

E ricordiamo quello che hanno scritto i/le Senzanumero sulla Scarceranda 2025:

Non vogliono che stiamo bene, vogliono che stiamo buon3.
 

Fuori USA e sionisti dalla Palestina

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In una corrispondenza con un compagno dell'UDAP, presentiamo il presidio che si terrà Venerdì 21 febbraio 2025 presso l'Ambasciata statunitense a Roma, alle ore 17.00, al fine di condannare l'incondizionato appoggio degli USA ad Israele e di mantenere alta l'attenzione e la mobilitazione in solidarietà con la resistenza della popolazione palestinese conto le vergognose politiche predatorie statunitensi.

Il tempo del genocidio. Ne parliamo con Samah Jabr

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In corrispondenza con una compagna del Coordinamento di solidarietà per la Palestina, presentiamo l'incontro che si terrà Mercoledì 26 febbraio, alle ore 17.00 all'Università La Sapienza - Aula 6 di Lettere, con Samah Jabr, psichiatra, psicoterapeuta, scrittrice ed ex Direttrice del Unità di Salute mentale del Ministero della Sanità palestinese, che presenterà il suo ultimo libro "Il tempo del genocidio" e racconterà la vita quotidiana nella Palestina occupata e il trauma collettivo della popolazione palestinese, che resiste al colonialismo sionista brutale e devastante,

Il 28 febbraio, invece, Samah Jabr incontrerà il Collettivo antipsichiatrico Senzanumero e Nontantoprecisi, al Centro culturale Posto Zero, in via di Castel Guidone, 4, alle ore 17.30

L'architetto palestinese Antoine Raffoul e l'architettura della Palestina

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Abbiamo incontrato l'architetto palestinese Antoine Raffoul per farci raccontare della sua storia, della sua famiglia espulsa nel 1948 dalla Palestina, quando Antoine aveva 7 anni e dove non è mai più potuto tornare. Una storia che lo porta tuttavia da sempre a lottare per la conservazione architettonica della sua terra attraverso l'emblema della città di Lifta, piccolo villaggio di 4000 anni fa vicino a Gerusalemme. Oppure attraverso un concorso che aveva indetto insieme al professore Salman Abu Sitta per ridare a Gaza un'architettura degna della sua storia. Una delle vincitrici del concorso è però stata uccisa dai bombardamenti sionisti ad ottobre del 2023, ed è a lei che dedichiamo questo podcast, Mana Jamal Hamdan Mansour. 

Per maggiori info: https://www.1948.org.uk

 

Gerusalemme: raid della polizia israeliana nella Libreria Educativa

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Medi Weaves, la Rete Mediterranea delle Librerie Indipendenti, condanna fermamente le incursioni di ieri della polizia israeliana nella Libreria Educativa di Gerusalemme Est e l'arresto del suo proprietario Mahmoud Muna e di suo nipote Ahmad Muna e ne chiede il rilascio immediato.

"E' un chiaro atto fascista fare irruzione in una libreria, confiscare libri e arrestare i proprietari sulla base del fatto che il governo israeliano non è d'accordo con il contenuto dei suoi libri", ha detto Marilia Di Giovanni, presidente fondatrice di Mediweaves e proprietaria della libreria Casa del Libro Rosario Mascali a Siracusa, in Italia. "E' un segno pericoloso del terrore fascista. Se i libri diventano pericolosi, non è più una democrazia."

La libreria The Educational Bookshop di Gerusalemme Est è un membro attivo di Mediweaves, che esprime piena solidarietà a Mahmoud e Ahmed Muna, che hanno entrambi trascorso la notte in una prigione di polizia e sono comparsi in tribunale oggi 10 febbraio.

Mediweaves invita tutti i governi a contattare il governo israeliano per protestare con forza contro questa oltraggiosa azione della polizia, liberare Mahmoud e Ahmed Muna, restituire i libri confiscati e risarcire la famosa Libreria The educational bookshop di Gerusalemme Est per eventuali danni. Secondo il quotidiano Haaretz, la polizia di Gerusalemme è entrata nei due negozi della Libreria The educational bookshop e The American Colony bookshop a Gerusalemme Est con un mandato di perquisizione concesso dal tribunale e ha confiscato molti libri.

Il rapporto afferma che i proprietari sono formalmente sospettati di turbamento dell'ordine pubblico e non di istigazione, poichè quest'ultimo richiede l'approvazione della procura. Haaretz cita il fratello di uno dei proprietari che sostiene che gli agenti hanno utilizzato Google Translate per determinare quali libri (la maggior parte dei quali sono in arabo) confiscare. "Hanno preso qualsiasi libro che non gli piaceva", dice, secondo quanto riferito. Hanno anche visto un giornale Haaretz con immagini di ostaggi, hanno chiesto cosa fosse e hanno detto che era incitamento.

Hanno preso qualsiasi libro con una bandiera palestinese. Orly Noy, presidente di B'Tselem  Centro d'informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati, ha postato sulla sua pagina Facebook: "questo negozio speciale, che è un luogo di pellegrinaggio per chiunque sia interessato alla cultura della regione in generale, e a quella palestinese in particolare. [...] Questa è una mossa barbara compiuta da persone barbare che servono un regime barbaro. [...]

Tra i nomi dei libri molto pericolosi che sono stati banditi, ho visto anche il nome Love Wins di Afzal Huda. Decine di giornalisti e diplomatici stranieri provenienti da diversi paesi - tra cui Gran Bretagna, Paesi Bassi, Francia, Svizzera e Brasile - sono venuti questa mattina alla corte di Gerusalemme per esprimere la loro solidarietà ai membri della famiglia Mona.

Allo stesso tempo decine di persone stanno protestando davanti al tribunale, tra cui il membro della Knesset Ayman Odeh (Hadash-Ta'al). L'ambasciatore tedesco in Israele, Stefan Seibert, ha scritto sulla rete X di conoscere la famiglia Mona come "un'orgogliosa famiglia gerosolimitana-palestinese che persegue la pace" e ha espresso preoccupazione per l'arresto di Mahmoud e Ahmed.