Palestina

Stop genocide day: Fermiamo il genocidio

Data di trasmissione
Durata 22m 12s

La Rete Ricerca e Università per la Palestina (RUP) lancia lo Stop Genocide
Day, 4 Novembre 2024

Nel giorno di celebrazione nazionale delle Forze Armate, in un clima di crescente riforma autoritaria dello stato (DDL 1660) e sostegno politico e militare al genocidio perpetrato dal governo israeliano nei confronti della popolazione palestinese, La Rete Ricerca e Università per la Palestina (RUP) insieme a Docenti per Gaza, lanciano il 4 novembre lo STOP GENOCIDE DAY, una giornata di agitazione e di sciopero bianco nei luoghi di lavoro della conoscenza. Insieme ad altre iniziative intraprese presso molte scuole di ordine e grado, lo STOP GENOCIDE DAY ha l'obiettivo di mobilitare lavoratori/trici, studenti delle università e dei centri di ricerca italiani contro la guerra e la militarizzazione della società e dei luoghi di formazione.

La RUP, una rete nazionale di docenti, ricercatori/trici, lavoratori/trici della Pubblica Amministrazione delle università e dei centri di ricerca italiani, riconosce il ruolo fondamentale che le nostre università e centri di ricerca hanno nella costruzione di una società civile democratica, che rispetti il principio di autodeterminazione dei popoli, i diritti umani e la tutela dell’ambiente.

La mobilitazione del 4 novembre pone l’attenzione sulla definizione da parte della Corte Internazionale di Giustizia degli eventi che hanno portato alla distruzione quasi totale della Striscia di Gaza da parte di Israele come plausibile genocidio. Oltre alle 43.000 persone uccise dai bombardamenti indiscriminati di abitazioni e infrastrutture civili, le 100.000 ferite, le oltre 10.000 disperse, e un numero di sfollati che si aggira intorno ai 2 milioni, ricorda con forza come assieme all'infrastruttura civile, è scomparso anche il sistema di istruzione: nella Striscia di Gaza non esiste più nessuna delle sue 12 università e più dell’80% delle scuole è stato distrutto.

Gli obiettivi della mobilitazione sono:

- Un immediato e permanente cessate il fuoco, la fine dell’occupazione e del regime di apartheid israeliano, per il legittimo diritto al ritorno del popolo palestinese come sancito dalla dichiarazione 194 del 1948 dell’ONU.

- L’applicazione di codici etici inclusivi e processi di due diligence per garantire ogni estraneità dei nostri luoghi di lavoro con violazioni dei diritti umani, guerre e genocidi.

- L’impegno del governo e delle università a finanziare i processi di ricostruzione dei territori palestinesi occupati e bombardati e di tutto il loro sistema educativo.

Le richieste della mobilitazione sono:

- L’ interruzione immediata delle forniture di armi ad Israele da parte dell’Italia (terzo fornitore armi ad Israele al mondo, dopo USA e Germania.)

- La sospensione degli accordi accademici con gli atenei e le aziende israeliane fino a che non si otterrà la fine del genocidio e del regime di apartheid e occupazione in Cisgiordania;

- L’interruzione delle collaborazioni fra le università e le aziende che fanno parte del settore militare industriale e di ogni accordo a possibile scopo dual-use per non essere complici del presente e futuri massacri.

Lo #stopgenocideday prevede lo streaming del seminario online FERMARE IL MASSACRO. STRUMENTI PACIFICI DI LOTTA E LIBERAZIONE con Omar Barghouti, Luigi Daniele e Carla Pagano dalle ore 11 (link per registrarsi qui).

Il seminario sarà trasmesso in diretta anche da Radio Onda Rossa

Ne parliamo con una delle docenti della Rete Ricerca e Università per la Palestina

Appello di giuristi chiede l’espulsione di Israele dalle Nazioni Unite

Data di trasmissione
Durata 21m 22s

Da oltre cinquant’anni i governi che si sono succeduti alla guida di Israele hanno costantemente disatteso i loro obblighi attinenti al diritto internazionale, facendosi beffe e violando le risoluzioni delle Nazioni Unite, fossero esse adottate dall’Assemblea generale o dal Consiglio di sicurezza o consistessero in chiare pronunce della Corte internazionale di giustizia. Questo atteggiamento di aperto spregio del diritto Internazionale e delle Nazioni Unite ha raggiunto livelli parossistici nell’ultimo anno col genocidio in corso che ha già causato la morte di oltre quarantamila Palestinesi, in gran parte bambini, e determina ogni giorno nuove vittime a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Siria. Si tratta di crimini che sono la diretta conseguenze della politica aggressiva, suprematista e colonialista portata avanti da Israele sotto l’egida del sionismo.

Da ultimo l’arroganza del governo Netanyahu si è spinta fino a Insultare l’ONU, definendolo “una palude di antisemitismo “, a dichiararne persona non grata il Segretario generale e a cannoneggiare deliberatamente i caschi blu dell’UNIFIL, forza di interposizione pacifica dispiegata dalle Nazioni Unite in Libano.

La misura è colma. Riteniamo che i tempi siano più che maturi per l’applicazione nei confronti di Israele dell’art. 6 della Carta delle Nazioni Unite, il quale prevede che “un Membro delle Nazioni Unite che abbia persistentemente violato i principi enunciati nel presente Statuto può essere espulso dall’Organizzazione da parte dell’Assemblea generale su proposta del Consiglio di Sicurezza”.

Un tale provvedimento andrebbe accompagnato dall’adozione di sanzioni, a partire da un embargo totale immediato sugli armamenti, coi quali ogni giorno Israele porta avanti la sua politica di sterminio.

Rivolgiamo un appello in questo senso all’opinione pubblica mondiale e a tutti i governi. Siamo consapevoli del possibile veto che membri permanenti delle Nazioni Unite, fra i quali soprattutto gli Stati Uniti, da sempre protettori e complici di Israele, potrebbero interporre, ma riteniamo che tale veto possa essere aggirato da una votazione a maggioranza dell’Assemblea generale, come già avvenuto in altre occasioni.

Per adesioni scrivere a: viaisraeledallonu@gmail.com

Ne parliamo con un'avvocata firmataria dell'appello

Marocco: dal sostegno alla Palestina all'espulsione delle classi popolari dal centro delle città

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Durata 29m 9s

Una compagna del Marocco, che attualmente vive in Francia, ci racconta le mobilitazioni della popolazione marocchina a fianco di quella palestinese; il discorso si allarga poi a tratteggiare la disastrosa situazione economica in Marocco e le politiche di gentrificazione che stanno espellendo la classe popolare dal centro delle città.

A fianco della resistenza del popolo palestinese

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Durata 23m 47s

A Leila dei Giovani Palestinesi chiediamo una valutazione sulla mobilitazione del 5 ottobre che, nonostante i divieti e la repressione poliziesca, ha superato le stesse aspettative dei promotori.

Scendere in piazza il 5 ottobre ha significato non solo chiedere il cessate il fuoco e lo stop al genocidio, ma anche opporsi a una serie di politiche che, con il DDL 1660, diventano sempre più repressive e, soprattutto, stare a fianco della legittima resistenza della popolazione palestinese.

Nella parte finale della corrispondenza, riflettiamo sulla possibilità di costruire, anche qui, un fronte, il più ampio possibile, per sostenere la resistenza palestinese.

E' in corso un genocidio. Non sarà una partita a farlo dimenticare

Data di trasmissione
Durata 21m 18s

Il 14 ottobre, si terrà a Udine la partita di calcio Italia-Israele, nell'ambito del torneo UEFA Nations League.

La presenza di Israele, in questa e altre competizioni sportive, nonostante le costanti, evidenti e documentate violazioni dei diritti umani, evidenzia la volontà politica di legittimare a livello internazionale lo stato di Israele e il suo operato.

Riteniamo che tutte le atrocità commesse dallo stato di Israele non debbano restare impunite e che sia urgente attivare delle sanzioni internazionali che comprendano anche l'esclusione di Israele dalle principali manifestazioni sportive.

Per questo, indiciamo una manifestazione per il giorno della partita: ci vediamo il 14 ottobre, alle 17.00 a Piazza della Repubblica a Udine

Fuori Israele dalla FIFA. Fuori Israele da Udine!

Corrispondenza con una compagna del Comitato per la Palestina di Udine

Corteo contro le relazioni tra industrie tecnologiche, guerra e Israele

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Durata 6m 24s

Corrispondenza dal corteo partito da metro Laurentina

Tecnologie e genocidio dei palestinesi

L’8 è il 9 ottobre a Roma si terrà il Cybertech Europe alla Nuvola di Fuksas all'Eur E' stata indetta una manifestazione per contestare le relazioni tra industrie tecnologiche, guerra e Israele. Un corteo partirà alle 16.00 dalla stazione metro Laurentina per raggiungere la Nuvola all'Eur. L’evento, vede Leonardo Spa come principale sponsor, sarà una vetrina per l’industria delle armi, del controllo e dello spionaggio, volto a rafforzare i legami tra aziende e organizzazioni del settore e la normalizzazione di queste tecnologie utilizzate per la repressione. A CYBERTECH Europa 2024 intervengono, tra gli altri, ben tre rappresentanti di imprese israeliane: Netanel Amar (direttore operativo di Cynet Security), Yossi Vardi (presidente di Cybertech Conferences), Gil Shwed (direttore generale di Check Point Software Technologies), insieme a loro ci saranno Roberto Cingolani e Lorenzo Mariani (direttori generali di Leonardo), Mario Beccia (vicedirettore tecnologie informatiche NATO, Belgio). Leonardo, azienda leader mondiale di armamenti, ricopre un ruolo di primo piano in CYBERTECH ed ha rapporti consolidati con l’industria delle armi israeliana; nel solo 2022 si è fusa con l’israeliana Rada Electronic, produttrice di radar utilizzati nel sistema “Iron Fist” sui corazzati da combattimento ora dispiegati a Gaza – oltre ad aver venduta elicotteri da combattimento alle forze armate di Tel Aviv.

Tiziano libero: con Khaled (UDAP) la piazza del 5 ottobre

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Durata 14m 51s

Commentiamo la manifestazione del 5 ottobre a Roma con Khaled (udap). Una manifestazione che ha visto la partecipazione di più di 15 mila persone in piazza, ma un coinvolgimento anche maggiore. Non sono mancate  le parole di delegittimazione da parte di politica e giornali, in continuità con la legittimazione di israele alla quale abbiamo assistito in questi mesi. Rilanciamo il presidio a piazzale Clodio contro la repressione e in solidarietà a Tiziano, ragazzo arrestato durante la manifestazione. In piazza non c'era una divisione fra manifestanti buoni e altri cattivi quanto una manifestazione unica solidale con la palestina, contro il genocidio, il ddl 1660 e l'irrigidimento della società.