Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa

Palestina

Sul DDL Gasparri: antisionismo non è antisemitismo

Data di trasmissione

Organizzazioni sociali, collettivi e realtà palestinesi hanno partecipato ad un’assemblea nazionale pubblica domenica 23 novembre alle ore 10:30, al Centro Sociale Giorgio Costa di Bologna, dedicata all’analisi del DDL Gasparri.

Ne abbiamo parlato con la Rete Libere di lottare contro lo stato di guerra e di polizia di Bologna. Abbiamo anche commentato la detenzione dell'imam di Torino come esempio delle conseguenze che potrebbe avere il disegno di legge. Mohamed Shahin è ora rinchiuso nel Cpr torinese e rischia l'estradizione verso un paese, l'Egitto che lo vorrebbe morto.

Mobilitiamoci contro il ddl Gasparri

Data di trasmissione
Durata

Domenica 23 novembre si tene a Bologna l'Assemblea nazionale per costruire la mobilitazione contro il ddl Gasparri, una proposta che facendo sua la provocatoria definizione di antisemitismo di IHRA equipara antisionismo e antisemitismo: pene dai 2 ai 6 anni, aggravanti per chi metta in discussione l'esistenza dello stato d'Israele, obbligo di delazione di chi manifesti pensieri antisionisti.

La Rete Libere/i di lottare contro lo stato di guerra e di polizia convoca un'assemblea in presenza a Bologna, domenica 23 novembre dalle ore 10.30 al Centro sociale Costa, via Azzo Gardino 44-48.

Uk: lo Stato contro chi lotta contro le armi a Israele

Data di trasmissione
Durata

Palestine Action è un'organizzazione che ha portato avanti dal 2020 una campagna contro la produzione di armi destinate a Israele sul territorio britannico, molte sono state le iniziative di azione diretta tra cui la più clamorosa nella sede della Royal Air Force di Brize Norton  dove fu lanciata vernice rossa su alcuni velivoli per questo a luglio il governo ha dichiarato Palestine Action organizzazione terroristica.

Da quel momento chi già era in carcere carcere ha visto peggiorare le condizioni di detenzione, in particolare ventiquattro attivist@ arrestati per un'azione contro la Elbit Systems di Filton, vicino a Bristol, ditta israeliana che produce armi, queste persone dette Filton24 sono in carcere in attesa di giudizio e tra loro cinque donne e un uomo sono in sciopero della fame.

Dopo la messa al bando di Palestine Action è iniziata una mobilitazione di massa per l'organizzazione che ha portato ad oggi a circa 2000 arresti io mi oppongo al genocidio sostengo PA.

L'approfondimento di oggi affronta le ultime notizie: l'inizio del primo processo de* filton24, le manifestazioni dei prossimi giorni e il ricorso contro il bando di Palestine Action.

 

L'Aquila: Udienza per Anan, provocazioni israeliane

Data di trasmissione
Durata

Questa mattina si è tenuta l'ennesima udienza del processo ad Anan Yaeesh, ancora in carcere a Melfi. La prima corrispondenza realizzata quando è iniziato il presidio sotto il tribunale de L'Aquila il nostro interlocutore sottolinea una presenza di forze dell'ordine strabordante; nella seconda parte dell'audio la seconda corrispondenza realizzata intorno alle 11 quando era ormai chiaro che in aula non era presente nessun ambasciatore e nessun addetto all'ambasciata d'Israele come invece era stato annunciato. Altresì era iniziata una sceneggiata insipiente per realizzare un collegamento con l'interno dell'ambasciata e precisamente da un locale dove campeggiava la bandiera di Israele: una delle provocazioni e irregolarità che hanno caratterizzato l'udienza.

L'aula era comunque piena di persone a sostegno di Anan che poteva partecipare solo in video.

Presidio per Tarek a piazzale Clodio

Data di trasmissione
Durata

Oggi udienza al Tribunale di Roma del processo di appello di Tarek Drisi, icarcerato dopo il 5 ottobre 2024, un presidio di solidarietà davanti al tribunale per una delle tante persecuzioni di compagn@ che lottano per la Palestina e contro il genocidio. 

Diario di uno chef sotto assedio

Data di trasmissione
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata
Durata

"Diario di uno chef sotto assedio" è un viaggio attraverso le parole e gli occhi di Alamarin, chef pizzaiolo professionista gazawi, volontario nella cucina da campo gestita da @a.c.s. Negli ultimi due anni, insieme a un team di altrx volontarix, ha sfamato ogni giorno circa 10.000 famiglie. E se credete che sia impossibile aprire un ristorante e mettere su un foodtrack nel mezzo di un genocidio, vi presentiamo Mohamed Alamarin.

Qualche giorno dopo il 7 ottobre 2023, Mohamed inizia a scrivere una corrispondenza in cui descrive 100 giorni del genocidio in cui gli interlocutori sono non solo amici e amiche ma anche il mondo che resta a guardare inerme dietro gli schermi. 

Un'analisi politica lucida e impietosa delle infami atrocità che rimarranno nella storia, vissute in prima persona sulla propria pelle. Inchiodando l'Occidente alle proprie responsabilità, senza perdere mai una sensibilità narrativa che è nell'anima palestinese. La parola si fa resistenza, sumud. Oggi come ieri. 

Il podcast è la trasposizione di questa corrispondenza: leggeremo una pagina del diario nello stesso due anni dopo, prima in italiano e poi nella lingua originale, l'arabo. 

Ci auguriamo che le parole di Mohamed possano arrivare a più persone possibile e che i suoi sogni, le sue passioni, come quelle di ogni palestinese, possano concretizzarsi e che Mohamed possa infine essere riconosciuto come un grande chef. 

Caro Mohamed sappi che per noi colleghx chef, e per tutto il mondo, lo sei già! Grazie per la fiducia e per aver condiviso le tue parole con noi!

Dal fiume al mare Palestina libera!

Il podcast va in onda su Radio Onda Rossa alle ore 10 e su Radio Quar alle ore 16.

Illustrazione di Marta Mosca (Collettivo BandaGialla)

Nel ventre dell'IA

Data di trasmissione
Durata
Durata
Durata
Durata

Intervistiamo Antonio Casilli sul lavoro nascosto e senza diritti che fa funzionare l'Intelligenza Artificiale; di questi temi parleremo meglio Giovedì 20 al Forte Prenestino con la proiezione di In the belly of AI. Segnaliamo alcune iniziative, poi le notiziole: l'Unione Europea attacca il GDPR per favorire le grandi imprese dell'IA; Google censura video che documentano il genocidio in Palestina: quali alternative?

Nella lunga intervista con Antonio Casilli, professore ordinario all'Istituto Politecnico di Parigi e cofondatore del DiPLab, abbiamo parlato del rapporto tra Intelligenza Artificiale e lavoro: la quantità di lavoro diminuisce a causa dell'intelligenza artificiale? quali sono i nuovi lavori che crea? come si situano nella società le data workers, ovvero le persone che fanno questi lavori? come è strutturata la divisione (internazionale) del lavoro che fa funzionare l'intelligenza artificiale? è vero che sostituisce il lavoro umano? Per approfondire:

Tra le iniziative:

Per le alternative a Youtube, abbiamo nominato:

Melfi: la resistenza non si arresta, Sabato presidio per Anan

Data di trasmissione

Come parte della campagna Free Anan, il sabato 15 novembre alle ore 15:00, ci sarà un presidio davanti al carcere di Melfi per esprimere solidarietà ad Anan Yaeesh. 

Con un compagno solidale della Basilicata abbiamo parlato del presidio e della situazione di Anan, detenuto nel carcere di Melfi per esercitare il diritto alla resistenza. 

Prigionierx palestinesi: settimana di mobilitazione nazionale

Data di trasmissione
Durata

Con una compagna di Giovani Palestinesi, parliamo della settimana di mobilitazione nazionale diffusa, dal 14 al 21 Novembre, in solidarietà con Anan, Tarek e i-le prigionieri palestinesi. Questo il testo che accompagna l'appello: 

Settimana di mobilitazione 14-21 novembre - Per la libertà di Anan e Tarek, per la libertà della Palestina

Parlano di tregua, di pace, di due Stati, ma la verità è che non c’è pace sotto occupazione, non c’è pace senza libertà della Palestina. Mentre il governo si interroga sul ruolo che può avere in medio oriente, se riconoscere o meno lo Stato di Palestina e a quali condizioni, ci si scorda di guardare cosa avviene in casa propria. O forse è proprio in casa nostra che il governo, e più in generale lo Stato italiano, mostra il vero volto di compiacimento con il progetto colonialista di Israele. Se ci si domanda cosa può fare il governo italiano per aiutare la causa palestinese, prima ancora che andare a smuovere grandi teoremi geopolitici, potrebbe non perseguitare chi per la causa palestinese ha lottato. Potrebbe non incarcerare, con le pretestuose accusa di terrorismo, Anan; oppure Tarek, accusato di resistenza durante la manifestazione del 5 ottobre 2024 a piazzale ostiense. Anan è accusato di terrorismo e si trova in carcere da gennaio 2024 perché ha preso parte alla legittima (anche secondo il diritto internazionale, per quello che conta oggi) resistenza armata palestinese. Tarek si trova in carcere da ottobre 2024 con una condanna a 4 anni e 8 mesi per aver preso parte alla mobilitazione per la Palestina. Una pena altissima, che paga nel silenzio generale, perché in fondo (ma neanche tanto) l’Italia ha una cultura razzista.
Storie diverse eppure storie molto simili. Simili nel disegno a cui appartengono, nella connivenza della magistratura e del governo (che non ha mai speso una parola per nessuno dei due casi) con il progetto di Israele a delegittimare e cancellare la causa palestinese.
Ancora una volta la differenza la possono fare solo le lotte dal basso, le mobilitazioni, i centimetri di piazza presi a spinta per rivendicare da che parte stiamo. Per questo il nostro appello è ai milioni di persone che in questi mesi si sono mobilitati per la Palestina. Invitiamo a una mobilitazione nazionale diffusa dal 14 novembre al 21 novembre (data in cui ci saranno due diverse udienze, per Tarek e per Anan). Parlandone nelle scuole, organizzando un flash mob, un corteo o una delle diverse forme di blocco. Ognun* come crede opportuno, per non lasciare sol* chi è rimast* indietro, per non lasciare soli Tarek e Anan, per far tuonare le loro storie in ogni piazza, in ogni luogo. Per la libertà di Tarek, di Anan, della Palestina.