Brasile: A Belém la dichiarazione del Vertice dei Popoli
Belém do Pará, Amazzonia — Il 15 novembre oltre 70.000 persone hanno attraversato la città in una grande marcia che ha segnato il momento più partecipato del Vertice dei Popoli (Cupula dos Povos). Comunità indigene, movimenti sociali, lavoratrici, giovani e realtà popolari provenienti da vari Paesi hanno percorso le strade di Belém per denunciare gli impatti della crisi climatica e le responsabilità politiche ed economiche che la alimentano.
Il giorno successivo, il 16 novembre, la Cúpula si è chiusa con la lettura della Dichiarazione del Vertice dei Popoli, documento elaborato durante i mesi di preparazione e nelle giornate di lavori svolte a Belém. Nel testo, il Vertice individua nel modello capitalistico globale e nelle multinazionali dei settori energetico, minerario, agroindustriale e tecnologico i principali responsabili dell’aggravarsi della crisi climatica e sociale.
La dichiarazione contesta le false soluzioni di mercato e chiede misure concrete: protezione dei territori indigeni, politiche di riforma agraria popolare, una transizione energetica giusta e libera dai combustibili fossili, finanziamenti equi e trasparenti e una maggiore responsabilità fiscale per le aziende che traggono profitto da attività inquinanti. Al centro anche il riconoscimento del ruolo delle comunità indigene e dei movimenti sociali.
Con la chiusura della Cúpula, il Vertice dei Popoli lancia un appello che punta a unire realtà diverse in una piattaforma comune di difesa dei diritti, dei territori e del clima.

