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Brasile: inizia l'incontro contro l'estrattivismo

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Radio Ondarossa è in Brasile per seguire i vari vertici dei movimenti contro l'estrattivismo, riuniti a Belem per seguire e contestare la COP30.

Nell'audio di oggi potete seguire una presentazione, e varie interventi da collettivi provenienti dall'Italia che si trovano lì

Movimenti provenienti da 62 paesi (di cui 45 con delegatx in presenza) si preparano al IV Incontro Internazionale delle Persone Colpite dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici Dominanti.

L’evento, che è iniziato ieri, 7 novembre, a Belém Brasile, ha mobilitato persone provenienti da tutto il mondo che si preparano a condividere le loro esperienze, rafforzare le loro reti di resistenza e discutere alternative all'estrattivismo e alla crisi climatica.

Organizzato dal Movimento dos Atingidos por Barragens (MAB) - Movimento delle persone danneggiate dalle dighe - questo incontro sta riunendo più di 350 delegati provenienti da tutti i continenti con l'obiettivo di scambiare esperienze, rafforzare le reti internazionali di resistenza e discutere le alternative energetiche popolari di fronte alla crisi climatica globale.

È la seconda volta che questo incontro si tiene in Brasile. Nel 1997, l'evento aveva riunito persone a Curitiba, nello Stato del Paraná. Nel 2003 si era tenuto in Thailandia e nel 2010 in Messico. Oggi, nel 2025, il Paese ospita la quarta edizione dell'evento che sta diventando sempre più ampio, amplificando la lotta delle popolazioni danneggiate e consolidando programmi comuni per la difesa della vita, dei territori e della sovranità energetica.

Lo slogan che guida l’evento, ripetuto fin dalla mattina d’apertura, sintetizza lo spirito del movimento: Internazionalizzare la lotta è internazionalizzare la speranza.

Di seguito trovate gli interventi e le impressioni della delegazione italiana, composta da realtà come la Campagna per il Clima Fuori dal Fossile, Mamme No Pfas, il Foro Italiano dei Movimenti per l’Acqua e il Centro Sociale La Strada.

La radio continuerà a seguire da vicino questi incontri, con aggiornamenti e approfondimenti durante tutta la durata dell’evento e, successivamente, nel corso della Cúpula dos Povos (Vertice dei Popoli) che si terrà fuori la COP30.

Dall'Amazzonia ai Colli Albani: la foresta resiste!

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Il giovedì 23 ottobre, alle ore 18:30, si terrà alla sala teatro della Cattedrale di San Pancrazio di Albano Laziale un incontro con Donald Moncayo, portavoce di UDAPT, organizzazione che rappresenta oltre 30.000 persone colpite dalla contaminazione causata da Chevron-Texaco nella foresta amazzonica ecuadoriana. 

In comunicazione telefonica con Doris, del Comitato per la Protezione Boschi dei Colli Albani, abbiamo parlato di come sarà questo incontro ma anche di cosa si può imparare delle lotte per l'ambiente e contro il capitalismo che portano avanti i popoli del Sudamerica contro le grandi petroliere che devastano la foresta Amazzonica.

A continuazione il comunicato: 

Dall' Amazzonia ai Colli Albani: la foresta resiste!

Giovedì 23 ottobre - ore 18:30

Sala teatro della Cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale (entrata
da via Graziosa)

Avremo l'onore di incontrare Donald Moncayo, portavoce di UDAPT, organizzazione che rappresenta oltre 30.000 persone colpite dalla contaminazione causata da Chevron-Texaco nella foresta amazzonica ecuadoriana.

Da decenni le multinazionali sfruttano l'Amazzonia senza scrupoli, distruggendo ambiente, salute e diritti delle comunità indigene. Donald lotta da sempre per la giustizia ambientale e sarà con noi in occasione della sua visita a Roma per l'incontro mondiale dei movimenti popolari promosso dalla Santa Sede.

Il suo racconto si intreccerà con quello delle lotte locali ai Castelli Romani, dove il 95% dei boschi del parco è a rischio a causa di un sistema di taglio intensivo industriale che nulla ha a che fare con la gestione sostenibile del territorio.

Con lui dialogheranno il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani e altre realtà del Coordinamento contro le nocività ambientali, per mettere in relazione due territori e due resistenze unite dallo stesso legame profondo tra comunità e natura. Un'occasione unica per ascoltare, confrontarsi e unirsi nella difesa dei territori.

Perché la foresta resiste, qui come in Amazzonia.

 

La migrazione dell'ano e il pensiero ecologico

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Registrazione della tavola rotonda LA MIGRAZIONE DELL’ANO E IL PENSIERO ECOLOGICO al festival "Interferenze Costruttive" di RadioOndaRossa, presso il CSA La Torre.

E' possibile ripensare la "comunicazione ambientale" al tempo della crisi climatica? Come integrare umano e non-umano su un pianeta  antropormfizzato? Riflessioni a partire dall'evoluzione giurassica degli echinoidi irregolari.

 

Castelli: questa sera corteo per proteggere il lago di Nemi

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Sabato 30 agosto alle ore 21:00 si svolgerà la "Lucciolata", un corteo di luci al Lago di Nemi per chiedere lo stato di emergenza ambientale, a cura del Comitato Protezione Boschi. La manifestazione partirà dal Museo delle Navi Romane e raggiungerà l'Ex Fiocina e ritorno. L'attenzione è sul lago che sta diventando uno stagno. Ne parliamo con un compagno dei castelli preoccupati anche della costruzione dell'inceneritore di Santa Palomba che per funzionare ha bisogno di molta acqua.

Inoltre oggi e domani c'è proprio una due giorni contro l'inceneritore al km24.600 di via ardeatina con due assemblee aperte. 

9 settembre ci sarà anche il corteo. 

Arborio (Vercelli): no all'allevamento intensivo di galline

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Il Comitato Rete Indipendente Solidarietà e Opposizione (R.I.S.O.) nato per il paese di Arborio, ha iniziato la lotta contro costruzione già avviata di un enorme allevamento intensivo in paese e denuncia la mancanza di comunicazione da parte delle istituzioni locali. Si tratta di un enorme impianto  destinato a rinchiudere 300.000 galline ovaiole, un allevamento intensivo  foriero di pesanti conseguenze ambientali, climatiche, sanitarie,  economiche ed etiche.

Il comitato ha organizzato iniziative di protesta e informazione di cui una si è svolta il 1 giugno mentre le due successive saranno l'11 giugno ad Arborio e il 29 giugno a Vercelli.

Ne parliamo con un'attivista antispecista che collabora con il comitato R.I.S.O.

 

Foto tratta dal sito di Greenpeace

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Sciare sull'asfalto

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Le terre alte bruciano. Non è una metafora. Lo zero termico a 4200 in pieno autunno, i ghiacciai che si sfaldano , il permafrost che si scioglie, le alluvioni devastanti sono la realtà quotidiana delle nostre montagne. Una realtà che stride con l’ostinazione di chi, dalle Alpi agli Appennini, continua a proporre un modello di sviluppo anacronistico e predatorio, basato su pratiche estrattive e grandi-eventi come i giochi invernali. Gli scienziati ci dicono che l’ultimo turista sugli sci arriverà nel 2040 . Eppure si continuano a costruire nuovi impianti di risalita, a scavare bacini per l’innevamento artificiale, a devastare versanti per inutili collegamenti tra comprensori. Secondo questa visione predatoria potremmo arrivare a sciare sull'asfalto per rivitalizzare l'economia montana.

Raccogliamo la chiamata di A.P.E. La montagna non si arrende per il 9 febbraio e approfittiamo per parlare di olimpiadi invernali, impianti di risalita e opere inutili e dannose in montagna con contributi di Ape, del CIO, di Sollevamenti della terra, Giuliano Bonanomi e del Movimento Pratomagno senza asfalto.

Crisi idrica: uno specchio della devastazione ambientale

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Un lungo redazionale che approfondisce il tema delle crisi idriche nel sud Italia di questi giorni.

La prima corrispondenza è con i comitati cittadini di Enna, che ci raccontano una vicenda segnata dal ruolo del privato.

Per la situazione in Basilicata sentiamo il Comitato Acqua Pubblica "Peppe Di Bello" che ci racconta i dettagli della vicenda e le implicazioni a doppio filo che uniscono l'emigrazione all'utilizzo estrattivo delle risorse del territorio lucano.

Concludiamo con un lungo passaggio sul ruolo dell'industria digitale nel consumo di acqua e di energia.

Petrolio

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Quanta parte di noi è petrolio? Tanta. Dai vestiti ai cibi che consumiamo. ENI, eccellenza del colonialismo italiano, con il suo fatturato da 154 miliardi di dollari nel 2023 è stata portata a processo da Greenpeace e REcommon. Nel frattempo in Sud Italia si mobilitano contro ENI, Shell e Total che devastano l'ambiente lucano e i rapporti fra gli abitanti della Val d'Agri. Intervistiamo Re:Common e un compagno di Ape Salerno sui processi a Greenpeace e Re:Common e sul Petrolgate in Basilicata e riprendiamo il materiale di Mimmo Nardozza, film maker independente che cura il progetto Maldagri con il quale abbiamo parlato.

Alcuni link per approfondire:

  • Sul petrolio in Basilicata

https://covacontro.org/calvello-e-lincidente-eni-quando-le-bugie-tentano-di-alterare-la-realta-v-1-1/

https://napolimonitor.it/bye-bye-transizione-ecologica-date-e-numeri-dellestrazione-di-petrolio-in-basilicata/

https://inganno.recommon.org/media-library/

  • Sul petrolio lucano inviato a Israele

https://www.recommon.org/eni-deve-annullare-accordo-con-delek-societa-complice-del-genocidio-in-palestina/

https://www.oilchange.org/wp-content/uploads/2024/08/behind-the-barrel-august-2024-v3.pdf

  • Sulla sentenza d’appello della Corte dell’Aja che ha svincolato Shell dall’obbligo di ridurre subito e drasticamente le emissioni fossili

https://ilmanifesto.it/contrordine-la-shell-non-e-uno-stato-e-non-deve-ridurre-i-suoi-gas-serra

https://ilmanifesto.it/unaria-shellerata