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euskal herria

Free Nekane! Sabato 24/09 manifestazione a Berna

Data di trasmissione
Durata 14m 52s

Sabato pomeriggio a Berna una grande manifestazione, indetta dai comitati a sostegno di Nekane Txapartegi, militante basca rifugiata in Svizzera, chiederà di impedire l'estradizione di Nekane nello Stato spagnolo, come richiesto dalla magistratura e dal governo di Madrid.

Una compagna del canton Ticino ci descrive gli aggiornamenti sulla questione di Nekane e sull'organizzazione della manifestazione, che si preannuncia moltitudinaria e con presenze provenienti non solo dalla Svizzera ma da tutta Europa.

Vento di libertà? Segnali contrastanti da Euskal Herria

Data di trasmissione
Durata 48m 25s

Dopo aver salutato la liberta di Karlos, militante basco assolto dalla magistratura spagnola dopo essere stato costretto a quindici anni di latitanza e ad un anno di carcere in Italia, oggi abbiamo ospitato un compagno di Andoain, paese natale di Karlos, con il quale abbiamo parlato della vicenda del suo compaesano, della lotta per l'amnistia e delle notizie che sono arrivate dal paese Basco in questi giorni, dall'assoluzione per i compagni di Askapena alla liberazione di Aingeru, il militante basco implicato nella stessa vicenda di Lander Fernandez, il primo caso basco a Roma; dall'arresto di due burattinai imprigionati a Madrid con l'accusa di apologia di terrorismo fino ad Angela Davis, icona del movimento rivoluzionario afroamericano, a cui è stato negato di visitare il prigioniero basco Arnaldo Otegi

Domani in cassazione il futuro dei 3 baschi

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Durata 7m 46s

Domani in cassazione si deciderà definitivamente le sorti dei 2 compagni e la compagna basca, detenuti nelle carceri italiane. La richiesta d'estradizione è stata contestata anche dal Procuratore Generale. Domani la sentenza per Fermin, Artzai e Zurine che rischiano dai 6 ai 12 anni nel caso fosse confermata l'estradizione. Audio con l'avvocato.

 

Durata: 7'46''

Verso l'estradizione dei compagni baschi?

Data di trasmissione
Durata 5m 31s

Nell'udienza conclusiva si è dato mandato per l'estradizione dei due compagni e la compagna basca reclusi dal giugno scorso in Italia. Anche il PG si è dichiarato contrario a questa sentenza e ora rimangono 20 giorni per fare ricorso per impedire che i tre ragazzi vengano mandati in qualche carcere spagnolo.

Collegamento audio con l'avvocata che ha difeso i tre che fa il punto complessivo sulla vicenda. Una sentenza tutta politica che si gioca sulla pelle di Fermin, Artzai e Zurine.

Durata 5'30''

Roma: presidio a piazzale Clodio, Zurine, Fermin e Artzai LIBERI

Data di trasmissione
Durata 2m 4s

Tre ragazzi del movimento giovanile indipendentista basco Segi sono, dallo scorso giugno, detenuti nelle carceri di Terni e Rebibbia dopo essere stati arrestati dalla Digos mentre volantinavano nei pressi del parlamento italiano. Stamane davanti al tribunale di piazzale Clodio a Roma si è svolto un presidio di solidarietà per chiederne l'immediata liberazione. Il tribunale ha disposto lo slittamento dell'udienza per la prossima settimana. Per questo il prossimo mercoledì è stato convocato un nuovo presidio.

 

MECOLEDI' 8 SETTEMBRE APPUNTAMENTO A PIAZZALE CLODIO ALLE ORE 9,00

Arrestati tre giovani baschi a Roma

Data di trasmissione
Durata 14m 17s

Dopo più di sei mesi di latitanza e ricercati dalla Polizia spagnola, 3 giovani indipendentisti baschi sono stati arrestati ieri dalla Digos poco dopo le 13 davanti alla sede del Governo, proprio mentre stava iniziando la Conferenza Stampa che aveva per protagonisti il premier iberico Josè Luis Rodriguez Zapatero e quello italiano Silvio Berlusconi. I tre avrebbero cominciato a volantinare sotto la Galleria Alberto Sordi, proprio a pochi passi da Palazzo Chigi, e quando hanno tentato di esporre uno striscione sono stati arrestati e portati via dagli agenti della sezione politica della Polizia di Stato mentre qualche giornalista e qualche curioso si avvicinava per capire cosa stava accadendo.
Fino alle 20 nessuna informazione esatta è stata fornita dagli inquirenti sulle condizioni degli arrestati, sulle accuse loro rivolte e sul luogo di detenzione mentre per tutto il pomeriggio alcune associazioni basche per la difesa dei diritti umani e le omologhe associazioni italiane di giuristi e avvocati democratici erano mobilitate e anche alcune realtà politiche della capitale stanno riflettendo sull'opportunità di organizzare una assemblea pubblica su quanto accaduto. Secondo un comunicato emesso dalla Questura i tre ragazzi, dopo le identificazioni, sarebbero stati rinchiusi in uno dei due carceri romani, anche se non è dato sapere quale...

L'intenzione dei tre ragazzi - Fermin Martinez Lacunza, Artzai Santesteban Arizkuren e Zurine Gogenola Goitia - era di realizzare una sorta di improvvisata conferenza stampa in Piazza Montecitorio, approfittando dell'interesse suscitato dalla presenza del leader spagnolo Zapatero, per denunciare una condizione di persecuzione alla quale sono sottoposti i movimenti giovanili baschi di sinistra, per lo più posti fuori legge e colpiti in questi anni da numerose retate. Ma ad incontrare i numerosi giornalisti che li aspettavano davanti a Montecitorio i tre baschi non ci sono mai arrivati.

I tre erano riusciti a evitare l'arresto lo scorso 24 novembre, quando durante la notte centinaia di agenti dei vari corpi di sicurezza di Madrid avevano realizzato una delle più grandi retate di indipendentisti baschi degli ultimi decenni: in quella che molti media progressisti baschi hanno definito ‘notte dei lunghi coltelli' erano stati alla fine 34 i giovani arrestati nei loro domicili in varie località della geografia basca. Molti degli arrestati hanno denunciato intimidazioni nei loro confronti o dei loro familiari e amici, quando non direttamente quelle torture per le quali Madrid è stata più volte messa all'indice dalle istituzioni internazionali che si occupano di tutela dei diritti umani.

16 giovani erano invece riusciti a evitare la detenzione, e da quel momento contro tutti loro la magistratura europea ha spiccato un ‘euro-orden', un mandato d'arresto valido in tutti i paesi aderenti all'Unione. Già ieri, nella località basca di Senpere, la polizia francese aveva arrestato uno dei 16 scampati all'operazione del 24 novembre. Il giornalista Jon Telleria è stato prelevato intorno alle 11 del mattino nel suo domicilio della piccola località di Iparralde e arrestato. Stamattina, poi, è arrivata la notizia della sua messa in libertà condizionata su ordine del Tribunale di Pau, in attesa di una decisione definitiva. Telleria era uno degli speaker della radio vicina alla sinistra indipendentista basca "Info 7", e da mesi svolgeva una vita normale nonostante contro di lui pendesse l'ordine di arresto.

Anche i tre ragazzi arrestati oggi a Roma volevano realizzare un atto pubblico per denunciare la criminalizzazione che colpisce i movimenti giovanili baschi accusati di essere - è questa la tesi che ha contraddistinto negli ultimi anni tutte le retate e i successivi maxiprocessi - il vivaio dell'organizzazione armata ETA. Con la stessa accusa è stata messa fuori legge una organizzazione giovanile di massa come Segi, alla quale sono accusati di appartenere tutti gli arrestati di novembre e i tre di oggi. Hanno scritto Lacunza, Arizkuren e Gogenola nel comunicato inviato ai media: "(...) Nel Paese Basco le illegalizzazioni di partiti e organizzazioni politiche, le macro retate, la tortura sono all'ordine del giorno ed in questo contesto la gioventù indipendentista è nel mirino degli stati oppressori. Negli ultimi anni centinaia di giovani sono stati arrestati, torturati e incarcerati con la sola accusa di aderire a SEGI. Ma già in passato la Francia e la Spagna hanno usato le accuse più fantasiose e inverosimili per colpire la gioventù basca. (...) Riteniamo fondamentale, oltre alla nostra lotta, la collaborazione internazionale per esigere che Francia e Spagna mettano fine allo stato di oppressione di cui soffre il popolo basco. (...) Oltre a diffondere la nostra denuncia vogliamo raccogliere il numero maggiore di adesioni possibile ad un appello pubblicato sul sito www.basqueyouth.wordpress.com".