Con un compagno di Turba di Perugia presentiamo P.I.P.P.A. - Primo Intervento in Piazza Per Antagonistx: un appuntamento per costruire insieme un calendario di autoformazione e di autodifesa contro la repressione di piazza, che si svolgerà il 25 novembre a Perugia presso Caos Turba, alle ore 19:00. Parliamo inoltre della due giorni di writing e dibattito indetta dallo snodo perugino di Smash Repression come avvicinamento alla Street Parade che si sta organizzando a Perugia.
Oggi udienza al Tribunale di Roma del processo di appello di Tarek Drisi, icarcerato dopo il 5 ottobre 2024, un presidio di solidarietà davanti al tribunale per una delle tante persecuzioni di compagn@ che lottano per la Palestina e contro il genocidio.
Con un compagno di Radio Greve, parliamo dell'iniziativa che ci sarà al Rockinsquat (Brussels) questo sabato 22 novembre. Leggiamo il testo che verrà discusso durante l'iniziativa e del perchè è importante costruire legami e reti di solidarietà transnazionali. Qui le righe che accompagnano la locandina dell'evento:
"Is it possible to envision new transnational strategies of solidarity and complicity? Can we imagine forms of internationalism that not only respond to repression but also, in practical terms, open new horizons of liberation?
Join us for a day of solidarity, exchange, and shared struggle.
For decades, the Italian NO TAV movement has resisted against the building of a useless high-speed train network, which threatens to destroy the communities and the environment of a whole mountain valley, enduring a violent state repression.
On November 22, we’re coming together for a day of solidarity and fundraising to support comrades facing fines and sanctions.
In the face of the growing right-wing shift across Europe and beyond, we will meet with political groups who have experienced (and continue to experience) state repression. Together, we’ll share experiences and strategies to strengthen our collective resistance through a public debate, followed by a party.
Con l'avvocato di Tarek e un compagno della rete liberi-e di lottare, facciamo il punto della situazione sui processi nei confronti di Tarek ed Anan, Ali e Mansour. Ricordiamo gli appuntamenti di domani, alle 9.30 all'Aquila in via XX settembre e alle 10 a Roma a Piazzale Clodio, e rinnoviamo la solidarietà e la mobilitazione per la Palestina.
La mano che reprime è la stessa che bombarda!
Per chi sta a Roma, ricordiamo l'appuntamento di oggi alle 18 a piazza del Pigneto, passeggiata solidale per Tarek, Anan Ali e Mansour, i-le prigionierx palestinesi.
Tanzania - Le proteste sono iniziate il 29 ottobre, giorno delle elezioni parlamentari e presidenziali da cui erano stati estromessi i leader delle opposizioni, vinte dalla presidente Samia Suluhu Hassan con quasi il 98% dei voti, ma segnate da brogli diffusi, la durissima repressione ha provocato fra gli 800 e i 3000 morti .Una strage che ha sconvolto il paese ,si parla di esecuzioni sommarie e fosse comune ,niente sarà come prima in Tanzania .
Mali- Da diverse settimane i jihadisti del gruppo JNIM affiliato ad Al-Qaeda hanno imposto un blocco delle importazioni di carburante ,paralizzando l'economia del paese e costringendo la giunta di Goita a sospendere molte attività e a chiudere le scuole .Sebbene JNIM possa continuare ad esercitare pressioni è improbabile che riesca ad arrivare a Bamako certamente la giunta maliana non controlla più una parte rilevante del territorio e rischia una crisi di consenso tra i cittadini esasperati.
Sudan-Le forze di supporto rapido paramilitarie (RSF) hanno annunciato l’accettazione della tregua umanitaria di tre mesi proposta dal Quartetto, composta da Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Egitto, sollevando speranze ma anche dubbi . Il conflitto in Sudan ha creato quella che l’Onu ha definito “la più grande crisi umanitaria del mondo”, in cui si stima che oltre 24 milioni di persone stiano affrontando una grave carenza di cibo, e la conquista dell’importante città di Al Fasher da parte delle RSF ha causato la morte di almeno 2000 persone.
In questa puntata parliamo di Bangladesh, un paese che ha assistito ad una rapidissima crescita economica ma che è caratterizzato da enormi contraddizioni: ripercorriamo sinteticamente le vicende storiche che hanno portato all’indipendenza e poi alla rivoluzione del 2024, con il successivo insediamento del governo temporaneo di Yunus Muhammad, premio Nobel per l’invenzione del microcredito. Cerchiamo quindi di analizzare le motivazioni della forte emigrazione che caratterizza il paese: pratica sistematica della corruzione, repressione, situazioni geo-climatiche difficili, condizioni di lavoro spaventose...
Il MIM (Ministero Istruzione e Merito) ha cancellato il convegno di aggiornamento promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione sul tema “4 novembre, la scuola non si arruola” che non risulta più attivo sulla piattaforma Sofia.
Si tratta di una decisione gravissima che impedisce ai docenti di esercitare la libertà di formazione/aggiornamento e che, di fatto, rimette in discussione la stessa libertà di insegnamento.
Vista la gravità della situazione, facciamo appello a docenti, studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori per rispondere a questo gravissimo attacco alla democrazia.
Facciamo appello anche a tutte/i coloro che si stanno battendo contro il genocidio in Palestina, perché difendere la democrazia in Italia e contestare radicalmente il governo Meloni è decisivo per fermare guerre e devastazioni.
In questo quadro, l’Osservatorio ha deciso di mantenere l’appuntamento del 4 mattina (come partecipare ne discuteremo in assemblea) e di rafforzare i presidi e i cortei previsti in tante città per il 4 pomeriggio.
Su questi temi ci sarà un’assemblea domenica pomeriggio, sarebbe importante partecipare. Domani condivideremo il link.
Nella puntata di PONTE RADIO in onda il 31 Ottobre dagli studi di radio Blackout, TORINO, è stato affrontato il tema della detenzione amministrativa.
Sebbene non si possa negare come negli ultimi anni si siano moltiplicate le critiche – anche molto differenti e distanti tra loro – al sistema CPR, mettendolo in discussione sotto un profilo giuridico, ma soprattutto su un piano “umano” e politico; le politiche nazionali e internazionali sembrano muoversi in tutt’altra direzione.
Tracciando un prima panoramica sulle strutture detentive per persone senza i cosiddetti “giusti documenti” ci siamo spostate, attraverso il contributo dell’avvocato Gianluca Vitale, verso la descrizione e la valutazione di due recenti decisioni di supreme corti del Belpaese – la Corte Costituzionale e il Consiglio di Stato.
Ci siamo chieste quali conseguenze possono prendere forma dalla sancita illegittimità di parte della normativa che disciplina la gestione dei flussi migratori, in modo da capire come e se sia possibile farne leva per supportare la resistenza e la lotta delle persone recluse.
Nella seconda parte della trasmissione abbiamo focalizzato l’attenzione su aggiornamenti di compagni e compagne, ma anche su alcune testimonianze che nei giorni scorsi sono state condivise dal CPR di Gradisca di Isonzo a (Gorizia) da alcune persone lì recluse.
Le lotte contro i CPR assumono diverse forme sia all’interno delle strutture che all’esterno. Che si lotti con il fuoco delle rivolte o attraverso forme di autolesionismo, non sta a noi definire cosa sia da considerare legittimo o meno, possiamo però indirizzare i nostri sforzi nel tentativo di creare un rapporto con chi è recluso e far comunicare quelle lotte con “il fuori”: il quartiere, la solidarietà alla resistenza palestinese, la contrapposizione agli attacchi e alle provocazioni fasciste.
Roma, Trieste e Cagliari sono le città dalle quali, qui, abbiamo provato a raccogliere e raccontare esperienze di lotta antidetentiva e antirazzista.
Collegamento a più voci con l'Einstein occupato, istituto superiore di Torino.
L'occupazione è scattata mercoledì scorso dopo l'ennesimo rifiuto di dialogo da parte della dirigenza dopo che due giorni prima, lunedì 27 ottobre, davanti al liceo si è assistito a una scena molto grave: l'intervento delle forze dell'ordine, presenti in forze e in tenuta antisommossa, che hanno pesantemente caricato, con caschi e manganelli, sette ragazzi e ragazzi, ne hanno ammanettato e fermato uno, rilasciato qualche ore dopo. L'intervento è scattato quando studenti del collettivo hanno invitato un militante di Gioventù nazionale, giovanile di Fratelli d'Italia, ad andarsene portando con sé i suoi volantini carichi d'odio verso le persone di origine straniera. La scuola non prende posizione a fianco delle e degli studenti, la città sì, numerosi i comunicati. Molte cose ancora rimangono da chiarire, anzitutto perché in una qualunque mattina già alle 7.30 del mattino davanti all'Epstein ci fossero due furgoni di celere e Digos.
Con Simone Alliva, giornalista del Domani, parliamo del DDL 1627 "Disposizioni per il contrasto all'antisemitismo e per l'adozione della definizione operativa di antisemitismo", definizione che ricalca quella del International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) che equipara antisemitismo e antisionismo. Il Decreto prevede pesanti ricadute su scuola e università. Parliamo anche di altri due DDL, discussi contemporaneamente in Commissione Affari Costituzionali, l'uno a firma Romeo (Lega), l'altro a firma Scalfarotto (Italia Viva) che mirano a introdurre limitazioni al diritto di manifestare per la Palestina.