Da diversi giorni si susseguono le allarmanti dichiarazioni di Maroni sugli sbarchi di uomini e donne tunisini/e a Lampedusa. Molti di loro sono sull'isola trasformata in una sorta di Cie a cielo aperto. Altri sono stati trasferiti in diversi Cie d'Italia: Corelli, Gradisca d'Isonzo ecc. ecc. Il loro status giuridico è indefinito e rischiano la reclusione o l'espulsione immediata se non chiedono l'asilo, ma le richieste sono poche anche perchè precluderebbero la possibilità di ritornare, un domani, in Tunisia.
Ascolta il commento del prof. Fulvio Vassallo Paleologo
I tempi cupi finiranno, è il titolo di una mostra fotografica sulle insurrezioni in corso nel Nord-Africa, che sarà esposta durante l'iniziativa - organizzata da Radio OndaRossa insieme a Rap-gruppo inkiesta e alla rete contro i Cie - che si svolgerà domenica 6 marzo 2011 all'occupazione abitativa di via di Casale de Merode.
Sul numero di febbraio del mensile anarchico «Invece» potete leggere un articolo, intitolato Dietro l'angolo, che offre preziose informazioni sugli interessi economici delle imprese italiane che investono in Tunisia e sugli accordi bilaterali stipulati dal governo italiano con quello tunisino per consentire i rimpatri di massa degli immigrati clandestini rinchiusi nei Cie.
Quest'articolo lo trovate anche su Macerie, ma per leggere tutto il mensile - invece - venite a trovarci negli studi di OndaRossa a San Lorenzo, oppure scrivete a invece@autistici.org.
«Mentre in questi anni il capitalismo italiano faceva affari d’oro sfruttando il proletariato tunisino, la fortezza Europa chiudeva sempre più duramente le porte»... Nel corso della puntata di oggi ne parliamo con un compagno, ospite in studio, che ha contribuito sia alla realizzazione della mostra fotografica, sia alla redazione di «Invece».
Infine, vi proponiamo un paio di spot nuovi di zecca, realizzati dalla redazione di OndaRossa: il primo per lanciare le due iniziative del 6 e del 12 marzo; il secondo - in cui potete ascoltare anche le voci da dentro le gabbie - per continuare a ricordarci, giorno dopo giorno, che bisogna chiudere tutti i Cie!
Aggiornamenti sulle mobilitazioni in Tunisia e sui tentativi del ceto politico di trovare una soluzione compromissoria al cambiamento di regime. Il ruolo dei diversi partiti e dei sindacati.ù
Ancora la piazza detiene l'ultima parola. Falliti finora i tentativi di mediazione.
Il regime tunisino di Ben Ali è crollato sotto i colpi della rivolta popolare di questi giorni.
I motivi della rivolta, il legame del'economia tunisina a quella europea, francese in particolare, ma anche italiane con le sue 700 aziende dislocate in Tunisia. Il consolidarsi del regime dittatoriale di Ben Ali nel silenzio connivente europeo.
Le precedenti rivolte nei bacini minerari, le condizioni limitate della stampa e della comunicazione.