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Sgomberate le case di via Bolla a Milano.

Data di trasmissione
Durata 9m 44s

A Milano lo sgombero di diverse centinaia di occupanti delle case di via Bolla 40 ha costretto numerosi gruppi familiari ad accamparsi per strada, letteralmente, in mancanza di altre alternative.

Con Dijana Pavlovic, del Movimento Khetane, facciamo il punto sulla situazione. Di seguito il comunicato di Khetane.

Lo sgombero degli abusivi di Via Bolla 40, a Milano, da settimane ha messo in mezzo alla strada 110 persone, di cui 37 minori, che creano 29 nuclei familiari Rom e non Rom.
Per allontanare gli occupanti dagli appartamenti, durante la notte gli incaricati entrano e distruggono ogni cosa spingendoli fuori con bambini appena nati, anziani, donne in gravidanza, donne sole e disabili. Questa situazione può solamente aggravare la condizione di salute di questi ultimi. Gli appartamenti vengono resi inabitabili perché distrutti con mazze e martelli così da costringere gli abitanti a dormire nei corridoi con minori che non possono più frequentare regolarmente la scuola a causa di questa situazione.
Nessuna di queste famiglie ha avuto avvisi se non dettati a voce.
Gli sgomberi senza un alternativa creano un disagio non solo alle persone persone coinvolte ma a tutto il paese in cui viviamo.
Bisogna considerare le condizioni di queste famiglie e riflettere sul futuro di ognuno di loro. Tutte le persone che abbiamo incontrato erano impaurite, disperate e senza nessuna sicurezza, compresi i bambini a cui in questo momento è negata un infanzia e un adolescenza serena.
Sono almeno 15 nuclei (di cui siamo certi) che sono lì da diversi anni, non hanno proprietà né risparmi e avrebbero requisiti come tutti gli altri per la casa popolare. Una grande problematica è la chiarezza su come entrare in questi progetti. D'altro canto dalla regione abbiamo saputo stamattina che per donne e bambini viene offerto un dormitorio o casa famiglia in cui poter dormire per qualche giorno e che poi "si devono arrangiare".
Abbiamo chiesto al prefetto di eseguire verifiche veritiere e trasparenti e di non intervenire con sgomberi e allontanamenti senza conoscere le condizioni di ogni singola famiglia e che a ciascun nucleo venga garantito un percorso di inserimento abitativo.