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Giorgiana Masi: assemblea all'Università

Data di trasmissione
Durata 5m 14s

Collegamento telefonico per parlare dell'assemblea di domani, 20 aprile alle ore 18 sulla scalinata di Lettere all'Università La Sapienza di Roma

Giorgiana Masi venne uccisa a Roma sul Ponte Garibaldi, colpita da un
proiettile sparato alle spalle dalle forze dell'ordine, il 12 maggio del
1977 nell'anniversario della vittoria del referendum sul divorzio.
L’allora ministro dell’interno Cossiga aveva vietato la manifestazione,
sostenendo che i gruppi extraparlamentari stavano fomentando una
situazione che avrebbe messo a rischio lo Stato e l'ordine pubblico, ma
il movimento ruppe il divieto riversandosi in
massa nelle vie della capitale. Giorgiana, diciannovenne, studente del
Liceo Scientifico Luis Pasteur, era tra le manifestanti rimaste
fino all'ultimo in piazza.
All'epoca - seconda metà degli anni '70 - la partecipazione politica, la
voglia di cambiamento di studenti, operai e operaie e femministe aveva
pervaso ogni ambito della società. La lotta di classe, le mobilitazioni
di autodifesa contro governo e provocazioni fasciste, si facevano spazio
nonostante la repressione di Stato che provava ad arrestare “per
decreto” ogni forma di conflitto .
Da quel 12 maggio 1977 ogni anno le compagne scendono in strada per
ricordare Giorgiana e la violenza patriarcale e repressiva dello Stato
che l'ha uccisa.

Anche quest’anno ci incontreremo in piazza Gioacchino Belli il 13 maggio
alle ore 15 per un appuntamento di lotta femminista e transfemminista
con parole
d’ordine antiautoritarie, antimilitariste e anticapitaliste per noi
irrinunciabili.

Continuiamo ad essere in guerra: a quelle armate dallo Stato in tutto il
mondo corrisponde una guerra interna che colpisce le persone oppresse e
chiunque scelga di lottare. Il militarismo e il nazionalismo marciano in
sincrono e la guerra rende ancora più evidente – se mai ce ne fosse
bisogno l’incapacità, intrinseca alla cultura capitalista e
patriarcale, di guardare in faccia l’altrǝ senza sottometterlǝ e
sfruttarlǝ.
Lo stesso Stato responsabile delle stragi in mare delle persone
migranti, complice della violenza capitalista che devasta e saccheggia
il pianeta, si serve strumentalmente della costruzione di nemici
pubblici per scaricare le responsabilità politiche del proprio agire e
spezzare la complicità tra oppressx e sfruttatx, nel tentativo di
mettere lx unx contro lx altrx.

Viviamo un tempo in cui la cultura reazionaria e autoritaria si mostra
in tutta la sua ferocia, rivendicando il potere di disporre dei nostri
corpi e attaccando frontalmente la nostra libertà di autodeterminazione:
cercano di impedirci di abortire, ci trasformano in imputate nei
processi per le violenze che abbiamo subito, riaffermano con forza
paradigmi eteronormativi e binari, militarizzano
i nostri quartieri in nome del decoro e del contrasto alla criminalità,
quando il vero obiettivo è criminalizzare chi è oppressx e costringerci
a rimanere chiusx in casa.
Eppure la casa e la famiglia sono spesso gli spazi in cui ci sentiamo
meno al sicuro, dove la violenza patriarcale si manifesta in modo
ancora più feroce e pervasivo.
Questo Giorgiana lo sapeva bene: lottare per il divorzio è stato il
primo passo per liberarci da un contesto di relazioni che impone ruoli,
generi e genitorialità definite.

Ieri come oggi vogliamo riprenderci la vita, rivendichiamo l’autodifesa
e l’autorganizzazione, continuiamo a costruire memoria collettiva e a
riattualizzarla perché ci parla sempre. Vogliamo riprenderci tutto e non
sarà la repressione a fermarci.

Per organizzare il corteo ci vediamo all’Università La Sapienza di Roma,
il 20 aprile alle ore 18 sulla scalinata di Lettere. Invitiamo le
studenti dei licei e delle Università a partecipare.