Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

Torino: cariche al corteo degli studenti, 2 feriti.

Data di trasmissione

Manganellate e paura, così si difende il Ddl Gelmini.

Ieri a Torino erano migliaia gli studenti che hanno manifestato il proprio dissenso contro la riforma Gelmini .

Il corteo è proseguito fino a piazza Vittorio: da lì è proseguito fino alla stazione di Porta Nuova.A quel punto i manifestanti sono entrati nella stazione, qui circa un centinaio ha occupato i binari 17 e 18  ne è seguita una carica della polizia.

Successivamente un nuovo mini corteo da Porta Nuova ha proseguito fino a piazza Castello. La polizia prima ha negato il permesso ad andare in piazza e successivamente ha caricato a freddo e violentemente gli studenti.

Le cariche hanno provocato il ferimento di due manifestanti, di 18 anni, che si sono recati in due differenti ospedali cittadini per la medicazione delle contusioni riportate.

Diversi testimoni parlano di cariche ingiustificate  e di vere e proprie minacce della polizia a chiunque fotografasse le scene.«Ho sentito alcuni poliziotti dire che avrebbero fermato il corteo in via Po, impedendo di proseguire fin dove concordato - racconta una madre che partecipava alla manifestazione insieme al figlio. Durante la carica un agente di polizia, visto che avevo la telecamera in mano, mi ha minacciato: "Ti spacco il culo se continui a filmare"».

Da Padova a Torino sembra che il problema alla sicurezza nazionale siano gli studenti e la tutela della cultura.

 

di seguito il comunicato degli studenti:

 

 

 

Oggi 1 ottobre 2010 nella prima manifestazione dell'anno cinquemila studenti sono tornati in piazza a gridare la propria rabbia e la propria determinazione nel bloccare la riforma Gelmini, nel mostrare il proprio dissenso verso l'attacco portato al mondo della formazione e al nostro futuro. Un futuro figlio della precarietà, un futuro che noi pretendiamo riprendere nelle nostre mani.

Il corteo, caratterizzato da una forte presenza di studenti di istituti tecnici e professionali (maggiormente colpiti dalla riforma), si è snodato per le vie del centro ed è stato in grado di mostrare bene quale fosse la controparte con il lancio di uova contro il MIUR e lo scarico di alcuni sacchi di macerie di fronte alla provincia, ente responsabile dell'edilizia scolastica. Inoltre il corteo ha deviato per passare di fronte alla Camera di commercio (uno dei possibili partecipanti al consiglio di amministrazione delle singole scuole previsto dalla Proposta di Legge Aprea). Il corteo ha poi proseguito su via Po e all'altezza di Via Sant'Ottavio si è trovato di fronte uno sbarramento della polizia. L'intenzione di noi studenti era quella di andare verso piazza Vittorio e così è stato richiesto alla polizia. Che prima ha negato il permesso ad andare in piazza e successivamente ha caricato a freddo e violentemente gli studenti. Si sono susseguite molte cariche di ingente violenza atte a intimidire gli studenti, anche rompendo i vetri del furgone che avevamo nolleggiato! Ma queste non hanno fatto nient'altro che incrementare la nostra rabbia e la nostra determinazione: il corteo si è ricompattato più volte resistendo e cercando di arginare la violenza della polizia, incitata e diretta dal responsabile di piazza della celere DiGaetano. Ci sono stati numerosi studenti feriti di cui uno è ancora all'ospedale Mauriziano. Come scrivevamo sullo striscione che apriva lo striscione: Gelmini pensavi che questa fosse la fine, ma è soltanto l'inizio. Non ci faremo intimidire né dalle politiche di disciplinamento né dalla violenza della celere. Rilanciamo quindi la mobilitazione per l'8 Ottobre contro la Riforma Gelmini, la Proposta di Legge Aprea. Inoltre vi sarà lunedì 4 ottobre un'assemblea alle 16:00 a Palazzo Nuovo per valutare i risultati del corteo di oggi e denunciare il comportamento delle forze dell'ordine. Ci preme sottolineare la genuinità della manifestazione, l'enorme partecipazione e il livello di autorganizzazione degli studenti. Non vorremmo che i questurini o qualche politicante in erba raccontasse ai giornalisti la solita favola dei "soliti noti che cercano la provocazione".