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Scuola

Streghe autodeterminate

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Da brave streghe abbiamo centrato la trasmissione sull'autodeterminazione dei popoli e dei corpi sbugiardando le informazioni tossiche, la logica di governo fascista e patriarcale che attacca scuole, centri antiviolenza, consultori, ribellioni, pensiero critico e trasforma invece il terrorismo dello stato di Israele in "democrazia".
Con Bettelheim la favola di Biancaneve che suscita anche perplessità ad alcune di noi nelle varie interpretazioni. Decidesse chi ci ascolta!

Annullato dal Ministero il corso 4 novembre, la scuola non si arruola

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Il MIM (Ministero Istruzione e Merito) ha cancellato il convegno di aggiornamento promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione sul tema “4 novembre, la scuola non si arruola” che non risulta più attivo sulla piattaforma Sofia.
Si tratta di una decisione gravissima che impedisce ai docenti di esercitare la libertà di formazione/aggiornamento e che, di fatto, rimette in discussione la stessa libertà di insegnamento.
Vista la gravità della situazione, facciamo appello a docenti, studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori per rispondere a questo gravissimo attacco alla democrazia.
Facciamo appello anche a tutte/i coloro che si stanno battendo contro il genocidio in Palestina, perché difendere la democrazia in Italia e contestare radicalmente il governo Meloni è decisivo per fermare guerre e devastazioni.
In questo quadro, l’Osservatorio ha deciso di mantenere l’appuntamento del 4 mattina (come partecipare ne discuteremo in assemblea) e di rafforzare i presidi e i cortei previsti in tante città per il 4 pomeriggio.
Su questi temi ci sarà un’assemblea domenica pomeriggio, sarebbe importante partecipare. Domani condivideremo il link.
 
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Comunicato "Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università"
 
https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/31/evento-annullato-convegno-4-novembre-scuola-non-si-arruola-mim/
 
Manifestazioni del 4 novembre in tutta Italia (a Roma alle 16.00 sotto al MIM a V.leTrastevere)
 
https://osservatorionomilscuola.com/2025/10/31/piazze-4-novembre-osservatorio-per-dire-il-4-novembre-non-e-la-nostra-festa/

Torino: liceo Einstein, i giovani di FdI disturbano, la polizia carica

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Collegamento a più voci con l'Einstein occupato, istituto superiore di Torino. 

L'occupazione è scattata mercoledì scorso dopo l'ennesimo rifiuto di dialogo da parte della dirigenza dopo che due giorni prima, lunedì 27 ottobre, davanti al liceo si è assistito a una scena molto grave: l'intervento delle forze dell'ordine, presenti in forze e in tenuta antisommossa, che hanno pesantemente caricato, con caschi e manganelli, sette ragazzi e ragazzi, ne hanno ammanettato e fermato uno, rilasciato qualche ore dopo. L'intervento è scattato quando studenti del collettivo hanno invitato un militante di Gioventù nazionale, giovanile di Fratelli d'Italia, ad andarsene portando con sé i suoi volantini carichi d'odio verso le persone di origine straniera. La scuola non prende posizione a fianco delle e degli studenti, la città sì, numerosi i comunicati. Molte cose ancora rimangono da chiarire, anzitutto perché in una qualunque mattina già alle 7.30 del mattino davanti all'Epstein ci fossero due furgoni di celere e Digos.

Scuola: il nuovo che avanza è sempre più vecchio

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Parliamo della nuova vecchissima Alternanza scuola-lavoro che, passando per l'acronimo PCTO, torna ad essere "Formazione scuola-lavoro" ma si continua a leggere sfruttamento.

Una rappresentante della rete degli studenti medi del Lazio che ci racconta dei saluti fascisti all'istituto "Ruiz" di Roma.

Concludiamo con la mobilitazione contro le nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo: sabato 18 ottobre manifestazioni in tutta Italia, a Roma alle ore 10 davanti al Ministero: qui il link

Scuola guida per l'IA

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Apriamo con una lunga analisi delle Linee guida per l'Introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella scuola. Proseguiamo con un commento sulle dichiarazioni di Durov; le nuove regole per pubblicare applicazioni su Android. Infine la rubrica notiziole.

Di Linee guida per l'Introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella scuola se ne è  già parlato all'ora di buco, ma ci torniamo sopra per parlare anche degli aspetti più prettamente tecnologici.

Tra le notiziole: Israele cede le aziende di malware agli Usa; l'ICE, Agenzia che si occupa della deportazione di migranti irregolari negli Usa fa shopping di prodotti di sorveglianza; infine, oggi le comiche, ma al massimo per 2 ore.

Le dita nella presa salterà le prossime due puntate, torniamo Domenica 2 Novembre con una puntata speciale!

L'intelligenza artificiale a scuola ovvero del pappagallo stocastico

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Con un compagno di  C.I.R.C.E. Centro Internazionale di Ricerca per le Convivialità Elettriche parliamo dell'uso dell'intelligenza artificiale nella scuola a partire dalle linee guida recentemente emanate dal ministero dell'istruzione evidenziandone contraddizioni, limiti e speculazioni e sottolineando l'ennesimo trasferimento di fondi pubblici ai privati, i soliti big tech. In sintesi: l'Intelligenza Artificiale delle multinazionali tecnologiche, in particolare i Large Language Model, non andrebbe usata perché è insostenibile dal punto di vista ambientale, replica discriminazioni e stereotipi della società, standardizza scrittura e pensiero. Quindi non usiamola!

C.I.R.C.E. partecipa al Festival di Radio Onda Rossa Interferenze Costruttive con il laboratorio di autodifesa digitale "Giocare o essere giocati?" domenica cinque ottobre alle ore 16.30.

Coltivare il dissenso nella scuola

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Nella puntata odierna si parla di Palestina con il racconto della mobilitazione dell'istituto Salacone nel primo giorno di scuola: corrispondenza con un insegnante.

Si parla poi di Educare alle differenze: con Monica Pasquino descriviamo l'organizzazione dell'undicesima edizione, "Liber* di dissentire " a Padova, il 27 e 28 settembre. Qui programma e iscrizione.

Concludiamo con Massimo Prearo che ci aggiorna sull'iter parlamentare dei tre disegni di legge relativi a educazione sessuo-affettiva, carriera alias, consenso informato.

La conoscenza non marcia

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Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, m aanche l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista. Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use, cioè con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori. Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma, partecipazione a manifestazioni militarie stage in aziende della filiera bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER NON CONSENTIRE LE SEGUENTI INIZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare oche siano legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale(crimini di guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva internazionale. 

Incontriamoci il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli (Sapienza), per discutere di tutto queste e per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia”

Parliamo di tutto questo con uno dei promotori della Campagna "La conoscenza non marcia"

Dal 2 al 7 settembre campeggio studentesco in Val di Susa

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Dal 2 al 7 settembre al presidio a Venaus in Val di Susa i comitati autonomi studenteschi si riuniranno per un campeggio di discussione sulla guerra, il transfemminismo e la scuola (riforme Valditara, voto in condotta). I vari collettivi italiani di città come Roma, Torino, Vicenza, Livorno, Pisa e dalla Sicilia discuteranno in maniera orizzontale e collettiva dei tre temi proposti. 
All'interno della trasmissione discutiamo di libri di testo, di militari, di classe sociale, di differenza tra liceo e professionale, dispersione scolastica, di notav e di Palestina. 

L'8 novembre inoltre ci sarà una mobilitazione nazionale a Roma per la palestina. 

In studio uno studente e una studente.