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casa internazionale delle donne

La Casa internazionale delle donne non si tocca

Data di trasmissione
Durata 5m 40s

La casa internazionale delle donne continuerà le sue attività e non abbandonerà la sua sede di Trastevere, nonostante l'atteggiamento dell'amministrazione capitolina e le inquietanti prese di posizione di alcune assessore comunali, che hanno sostanzialmente chiesto lo sfratto della storica struttura.

Ieri, nonostante un imponente e provocatorio dispositivo di forze dell'ordine, le donne della casa sono riuscite ad interrompere il consiglio comunale e a far sentire la propria voce, annunciando l'assoluta indisponibilità a interrompere le proprie attività e pretendendo una presa di posizione da parte della giunta comunale.

Ai nostri microfoni Maria Brighi, portavoce della casa internazionale delle donne

#Ciriguardatutte! Il processo a L'Aquila

Data di trasmissione
Durata 8m 24s

Stamani prima udienza (quella di gennaio annullata per rinuncia del giudice) del processo che vede tre femministe imputate di diffamazione, denunciate dall'avvocato Antonio Valentini, difensore dello stupratore Tuccia, militare dell'Operazione Strade sicure.

Due corrispondene con le compagne presenti nel presidio di solidarietà femminista, nella foto il presidio di gennaio.

Flash Mob alla Casa Internazionale delle Donne

Data di trasmissione
Durata 6m 25s

Ieri durante la presentazione del libro di Rachel Moran  'Stupro a pagamento, la verità sulla prostituzione' alcune realtà hanno effettuato un pacifico flash mob. Le abbiamo sentite in una corrispondenza, qui sotto il volantino che hanno lasciato all'iniziativa.

Riconoscimento, sorellanza e autodeterminazione, questa la nostra rivoluzione.

Siamo diverse soggettività femministe tra cui anche alcune sexworkers appartenenti a varie realtà come collettivi, associazioni e gruppi informali. Non è importante sapere chi di noi è o è stata sexworker perché qualsiasi discorso sul tema della prostituzione ci riguarda tutte in quanto donne e soggettività femministe. Ognuna di noi conosce qualcuna o qualcuno che fa o ha fatto lavoro sessuale. Abbiamo le nostre esperienze dirette che sono reali e concrete quanto quelle di chiunque altra e siamo qui anche per tutte quelle persone che non vogliono o non possono esporsi. Riteniamo estremamente violento e prevaricatorio dichiararsi detentrici di una unica “Verità”. In particolare su un tema così complesso che coinvolge donne diverse per vissuti e scelte. Sappiamo che la prostituzione NON E’ SEMPRE VIOLENZA. Ci impegnamo quotidianamente contro violenze e sfruttamento in ogni forma e in qualsiasi contesto: sul posto di lavoro, nelle strade, nelle relazioni, in famiglia. Da sempre qualcuno si è arrogato il diritto di parlare per noi, al nostro posto. La riconosciamo come pratica patriarcale di delegittimazione: sostituirsi alle donne, infantilizzarle e dubitare della loro capacità di autodeterminarsi. Non lo permettiamo. Invisibilizzare o negare i vissuti delle donne è una pratica politica violenta, soprattutto sapendo che molte sexworkers non vogliono o possono esporsi a causa dello stigma riguardo al lavoro sessuale. Le modalità ed il linguaggio usato in questa presentazione non fanno che criminalizzare, rinforzare lo stigma, isolare e dividere le donne. Critichiamo con forza la spettacolarizzazione strumentale della violenza di genere in qualsiasi forma. Osserviamo che l’obiettivo è portare avanti proposte neo-proibizioniste che avrebbero ricadute pesanti per le lavoratrici ed i lavoratori e tutte le persone di qualsiasi genere coinvolte nella prostituzione. Ci colpisce poi che queste modalità vengano portate avanti in questa sede , alla casa internazionale delle donne, un contesto che molte di noi hanno attraversato, e che fin’ora abbiamo considerato uno spazio in cui confrontarsi nelle differenze. Eventi come questi, impostati con questo linguaggio, in termini violenti e supponenti ci fanno pensare che qualcosa è radicalmente cambiato e che si voglia dare spazio ad un’ unica narrazione escludendo possibilmente qualsiasi altra voce. Questo non è il femminismo che noi conosciamo. Diffidiamo in quanto femministe dalle narrazioni uniche e dagli “appelli alla pancia” che riconosciamo come retoriche manipolatorie e funzionali alla reiterazione dello stigma. “Non in nostro nome” e in caso si voglia davvero aprire un dibattito serio sul tema si faccia convocando le diverse realtà esistenti. Noi qui non interverremo perchè sia evidente quello che succede: non è stata chiamata nessuna che non assuma un’ ottica neo-proibizionista. Speriamo in un’altra occasione più inclusiva e dialogica.

Iniziativa promossa da varie soggettivita' LGBTIAP, transfemministequeer e non-binarie e il collettivo femminista “ombre rosse”

 

 

 

La casa (s)piazza

Data di trasmissione
Durata 5m 35s

Questa sera alla casa internazionale delle donne di Roma, all'interno della rassegna "La casa (s)piazza", proiezione di "Due euro l'ora", di Andrea D'Ambrosio.

La presentazione della serata e della manifestazione.