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In Messico non si muore solo di COVID: massacri, omicidi e sistema sanitario

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Con due compagni del Nodo Solidale in studio parliamo delle ultime notizie dal Messico e nello specifico dal Chiapas e Oaxaca, sugli ultimi omicidi di stato appaltati a strutture narco-paramilitari, al servizio sanitario e ai presidi sanitari autogestiti come le "Casa de Salud" e ciò che è accaduto durante la pandemia del COVID-19.

Corrispondenza dal Messico su omicidio compagno Abraham Hernández Gonzales del Codedi

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ALLE POPOLAZIONI DI OAXACA

ALLE ORGANIZZAZIONI SOCIALI

AGLI ORGANI DI DIFESA DEI DIRITTI UMANI

AI MEZZI DI COMUNICAZIONE LIBERI E A PAGAMENTO

Oggi, martedì 17 Luglio verso le 11.30 di mattina, uomini incappucciati e armati fino ai denti,  con indosso delle divise militari, hanno assaltato la casa del compagno Abraham Hernández Gonzales nella comunità di Salchi, San Pedro Pochutla. Lo hanno portato fuori dalla sua casa con la violenza, portandolo quindi in una camionetta doppia grigia targato RH-70-92, scortata da motociclette.

Dal momento del prelievo forzato, l'avviso è stato dato alle varie corporazioni di polizia senza che nessuno di loro facesse alcun tentativo di localizzare il compagno, che dopo circa cinque ore è stato trovato senza vita vicino alla stessa comunità.

Riteniamo responsabile diretto il governo di Alejandro Murat sia per il rapimento che per l'assassinio del compagno Abraham Hernández, il quale ha svolto un ruolo importante come coordinatore locale della comunità dei Ciruelos. La mancanza di interesse da parte del governo nel cercare di risolvere casi come questo mostra una complicità con i gruppi criminali che operano nella regione e nello stato, lasciandoli liberi di operare a tutte le ore del giorno, senza che nessuno li fermi, così come mostra la farsa della operazione "spiaggia sicura", quando è in questi luoghi che l'insicurezza viene mostrata con maggiore forza, ancor più in questo ritorno del PRI nello stato di Oaxaca che, come sappiamo, è in collusione con il traffico di droga.

Chiediamo giustizia e la punizione per gli autori e i mandanti dell'assassinio di Abraham Hernandez, così come esigiamo giustizia per i nostri tre compagni uccisi lo scorso 12 febbraio e che fino ad ora il governo dello stato non è riuscita a progredire casi e responsabile di questi crimini rimangono in libertà.

Chiediamo alle organizzazioni sociali di unirsi a questa richiesta di giustizia per i compagni uccisi del CODEDI e per tutti gli/le attivist* sociali e i/le difensori dei diritti umani che vivono in un momento di costante minaccia.

BASTA ALLE AGGRESSIONE AL CODEDI

GIUSTIZIA PER I NOSTRI COMPAGNI ASSASSINATI

ALEJANDRO VIVE

LUIS ANGEL VIVE

IGNACIO VIVE

ABRAHAM HERNANDEZ VIVE

Comité Por la Defensa de los Derechos Indígenas CODEDI, a 17 de Julio del 2018

 

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A LOS PUEBLOS DE OAXACA

A LAS ORGANIZACIONES SOCIALES

A LOS ORGANISMOS DE DERECHOS HUMANOS

A LOS MEDIOS DE COMUNICACIÓN LIBRES Y DE PAGA

Hoy martes 17 de Julio, aproximadamente a las once y media de la mañana hombres fuertemente armados y encapuchados y vestidos de militares irrumpieron en el domicilio del compañero Abraham Hernández Gonzales el cual se ubica en la comunidad de salchi, San Pedro Pochutla al compañero lo sacaron de su domicilio con lujo de violencia, llevándoselo después en una camioneta gris doble cabina con placas RH-70-92, escoltado por motocicletas.

Desde el momento del levantamiento se le dio el aviso a las diversas corporaciones policiacas sin que ninguna de ellas llevara a cabo algún esfuerzo para localizar al compañero, quien después de aproximadamente cinco horas, fue localizado sin vida cerca de la misma comunidad.

Hacemos responsable directo al gobierno de Alejandro Murat, por el levantamiento y asesinato del compañero Abraham Hernández, quien desempeñaba una importante labor de coordinador local de la comunidad de los ciruelos. El nulo interés del gobierno por tratar de resolver casos como este muestra una complicidad con los grupos delictivos que operan en la región y el estado, dejando a estos operar de forma libre a todas horas del día, sin que nadie los detenga, así como también muestra la farsa del operativo “playa segura”, cuando son en estos lugares donde la inseguridad se muestra con mayor fuerza, más aun en esta vuelta del PRI al estado de Oaxaca quienes como sabemos están coludidos con el narcotráfico.

Exigimos justicia y castigo para los responsables materiales e intelectuales del asesinato del compañero Abraham Hernández, así como también exigimos justicia para nuestros tres compañeros asesinados el pasado doce de febrero y que hasta la fecha el gobierno del estado no ha presentado avances de los casos y los responsables de estos crímenes siguen en libertad.

Hacemos un llamado a las organizaciones sociales a unirse en esta exigencia de justicia por los compañeros asesinados del CODEDI y por todos los luchadores sociales y defensores de derechos humanos quienes viven en un momento de constante amenaza.

 

ALTO A LAS AGRECIONES AL CODEDI

JUSTICIA PARA NUESTROS COMPAÑEROS ASESINADOS

¡ALEJANDRO VIVE!

¡LUIS ANGEL VIVE!

¡IGNACIO VIVE!

¡ABRAHAM HERNANDEZ VIVE!

Comité Por la Defensa de los Derechos Indígenas CODEDI, a 17 de Julio del 2018


 

Messico, la situazione a Oaxaca e Chiapas

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La nostra voce dal Messico di racconta cosa sta accandendo dopo l'attacco e il massacro di Nochixtlan. Il governo ha effettivamente fatto un passo indietro a livello di forza e mentre  si aspetta la proposta di una forma di dilaogo, al quale  il movimento chiederà la liberazione dei prigionieri politici arrestati in questi giorni, aumentano le forme sociali di lotta e resistenza. Oaxaca è stata chiusa con il blocco, deciso dal movimento, delle principali arterie che permettono l'ingresso alla città. Sebbene sembri una situaizone di stallo succedono invece molte cose.

Oaxaca: aggiornamenti

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Domani sera al centro sociale Forte Prenestino, via Federico Del Pino, centocelle, fino a martedi innaugurazione di una mostra su Oaxaca, Messico.

San Juan Copala, bloccata la Carovana

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Notizia dellle 18:30. Nella giornata di ieri, a cinque chilometri dall'arrivo a san Juan de Copala, la carovana che porta 4 tonnellate di viveri e materiali è stata di nuovo bloccata dalle forze dei paramilitari dell'UBISORT, organizzazione direttamente legata al partito di governo PRI e di cui fa parte lo stesso governatore dello stato Ulises Ruiz. Questa volta, gli attiviste e le attiviste hanno deciso di fermarsi e organizare per la giornata di oggi una mobilitazione in solidarietà a san Juan e per l'arrivo degli aiuti. Nella scorsa carovana, partita nel mese di aprile, il confornto con i paramilitari aveva portato all'uccisione di due attivisti,  Bety Cariño e Jiry Jaakola, colpiti dai paramilitari.

 

 

Presidio di solidarietà all'ambasciata messicana di Roma

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A coloro che non tacciono e non chinano la testa > > IN SOLIDARIETA’ ALLE COMUNITA’ DEL MUNICIPIO AUTONOMO DI SAN JUAN > COPALA, ROMPERE IL MURO DI SILENZIO ED ISOLAMENTO > > Da più di sei mesi San Juan Copala, Municipio Autonomo che raccoglie > una ventina di comunità indigene di etnia triqui dello stato di > Oaxaca, è assediato dai paramilitari della UBISORT, organizzazione > direttamente legata al partito di governo PRI e di cui fa parte lo > stesso governatore dello stato Ulises Ruiz. > > Negli ultimi due mesi in particolare la violenza dello stato e dei > suoi servi è cresciuta brutalmente. > > Il 27 Aprile scorso i paramilitari hanno teso un'imboscata ad una > carovana di solidarietà di attivisti/e che portavano medicine e cibo a > San Juan Copala e, sotto la pioggia di proiettili, sono stati uccisi > la compagna messicana Bety Cariño e il compagno libertario finlandese > Jyri Jaakkola. > > Il 15 maggio 11 persone, tra cui donne e bambini, sono state > sequestrate. > > Il 26 dello stesso mese Timoteo Alejandro Ramirez e Cleriberta Castro, > il cui coraggio e determinazione li ha resi autorevoli punti di > riferimento della comunità di Yosoyuxi, sono stati uccisi con un > agguato nella loro abitazione. > > Questi sono solo i fatti più eclatanti: ogni giorno vengono perpetrate > provocazioni, abusi e violenze di ogni tipo nei confronti delle > popolazioni che vivono quei territori. > > A fronte di questa situazione le comunità di San Juan Copala chiedono > l’aiuto e la solidarietà di tutti/e coloro che in ogni parte del mondo > lottano contro ogni forma di sopraffazione. > > Testimonianze dirette e comunicati ci hanno raccontato gli abusi e le > violenze che i potenti portano avanti in questo territorio, > evidenziando la complicità tra i gruppi paramilitari e le autorità del > governo di Oaxaca: la loro volontà è quella di annientare ogni forma > di organizzazione sociale, politica e culturale di cui le comunità si > sono dotate. > > L’8 Giugno una nuova carovana umanitaria cercherà di rompere > l'accerchiamento paramilitare e di salvare la vita a più di 70 > famiglie che stanno sopravvivendo in condizioni inumane, portando > alimenti, medicinali e un' appoggio concreto alla resistenza che le > comunità triqui stanno conducendo a San Juan Copala. > > Raccogliendo l'appello che ci arriva dal Messico, invitiamo tutte le > realtà che fanno contro-informazione a diffondere il più possibile le > notizie riguardo i fatti accaduti, per rompere l'isolamento mediatico > internazionale che vive San Juan Copala. > > L'8 giugno dalle pagine del nostro sito e dai microfoni di > radioondarossa verranno dati aggiornamenti sull'andamento della > carovana. > > IN SOLIDARIETA' ALLE COMUNITA' DI SAN JUAN COPALA > > LUNEDI' 7 GIUGNO dalle 10.00 alle 14.00 > > Presidio solidale contro l'accerchiamento militare del Municipio > Autonomo di San Juan Copala > > presso l'ambasciata messicana in Via Spallanzani 13 > > La solidarietà è un’arma > > Sognando un’evasione senza confini, Libertà per tutti/e. > > Nodo Solidale. Base d’Appoggio della Resistenza Globale.