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Tecnologie oppressive di ogni tempo

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Aggiornamenti di attualità sul caso Paragon: le analisi smentiscono la difesa del Copasir; letture sul tema del linguaggio che evoca lo schiavismo nell'elettronica e informatica; Google usa le sue piattaforme per ostacolare le alternative aperte.

Il 5 Giugno, il Copasir ha pubblicato la sua relazione sul Caso Paragon:  tra le altre cose, ci dice che Citizen Lab potrebbe averla sparata un po' grossa, e che Francesco Cancellato potrebbe non esser mai stato intercettato. Peccato che una settimana dopo esca un nuovo report di Citizen Lab, che indica che altri due giornalistə europei sono stati attaccati con malware Paragon, e che uno di questi lavora proprio a Fanpage, la testata diretta proprio da Cancellato.

Abbiamo già parlato di linguaggio escludente nell'informatica, continuiamo a farlo ripercorrendo uno studio sull'origine dell'espressione master-slave (padrone-schiavo). Un'espressione più recente di quanto potrebbe sembrare, e abbastanza specifica di elettronica e informatica. Attraverso vari esempi, vediamo che anche se è difficile dare una ricostruzione certa della sua genesi, questa espressione non deriva dall'essere una metafora espressiva - per quanto problematica - di un meccanismo tecnico, ma da una specifica concezione della divisione del lavoro che prevede sempre l'esistenza di un dualismo tra volontà/intelletto e forza bruta.

Nextcloud denuncia che Google, attraverso il Play Store, ha artificialmente limitato le possibilità della sua applicazione per Android, rendendo più difficile (ma non impossibile) l'utilizzo di alternative libere.

Chiudiamo con il ruolo italiano nei bombardamenti statunitensi contro l'Iran.

Principi e schiavi

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Oggi puntata lunghissima con molto spunti dall'attualità.

  • Il principe ereditario al trono di Corea fa il takeover della rete IRC freenode.
  • In palestina in questi giorni è fortemente limitata dalle censure messe in atto dai social network; come spesso abbiamo visto anche in altri contesti, nominare la violenza o l'oppressione razzista è spesso percepito dai social media come un'espressione violenta o razzista, quindi soggetta a censura.
  • A proposito di terminologia, anche in informatica dopo l'abbattimento di alcune statue che esaltavano il colonialismo ci si è spesso chiesti come evitare di continuare nomenclature di carattere oppressivo. Oggi parliamo dell'espressione master/slave (padrone/schiavo) molto comune nell'informatica, e che molti progetti hanno cercato di sostituire. In alcuni casi questo ha avuto buoni esiti: dei nuovi termini che toglievano i riferimenti allo schiavismo sostituendoli con altri dotati di maggior chiarezza. In altri, come è il caso di OpenZFS, ci pare che l'obiettivo fosse solo togliere la parola "schiavo" lasciando inalterati i significati a contorno.
  • Dentro al progetto audacity - software libero per l'editing di file audio - ci sono chiaramente due anime contrastanti, che si stanno scontrando sia per alcune (anti)feature sia per il mantenimento del progetto come software libero.
  • Notiziole:
    • Dalla Germania arriva il primo decreto attuativo sul famigerato upload filter richiesto dall'Unione Europea contro il copyright. La legge tedesca prevede alcune tutele, ma fa comunque intendere che gli upload filter dovranno essere presenti su ogni sito a scopo di lucro.
    • Sci-Hub è un progetto molto bello. La polizia di Londra la pensa diversamente.

Domenica prossima 6 giugno andremo in onda, non come al solito. Da lì ripartiamo a fare le domeniche alternate come al solito.