Puntata 32 di EM, settima del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di Internet, dei pressupposti tecnologici all'ascesa dei Big Tech, di de-privatizzazione e di formazione di comunità autonome per l'autogestione digitale.
Anche questa volta (l'avevamo già fatto un anno fa) prendiamo spunto da un post di Moxie Marlinspike che affronta il tema dei sistemi federati e di quelli centralizzati. Questa volta affrontiamo due degli altri nodi che il post pone:
quanto controllo (lock-in) possono ancora effettuare i servizi centralizzati, al tempo in cui usare identificatori di terze parti (il numero di telefono) è ormai molto comune? E può questa tecnica essere utilizzata anche dai servizi federati?
si sa che i sistemi federati hanno una innovazione molto lenta rispetto ai sistemi centralizzati. Ma quanta centralizzazione serve, per poter avere davvero una innovazione veloce? E quali sono le conseguenze dell'innovazione veloce in senso ecologico?
Proseguiamo poi con delle notizie di attualità:
Apple fornisce un kit per la riparazione dell'iPhone; peccato che il costo sia proibitivo
DuckDuckGo, motore di ricerca che promette maggiore privacy, includeva dei tracker e non lo diceva
Bing, il motore di ricerca di Microsoft, non solo censura i risultati in Cina, ma censura persino nei suggerimenti automatici di ricerca. Alcune di queste censure, inoltre, avvengono anche fuori dalla Cina, per persone che hanno il dispositivo configurato per la lingua cinese.
Nella prima parte facciamo degli esempi sul tema della gamificazione, tema di cui abbiamo parlato più volte in passato, sempre però a proposito di social network. Proviamo invece ad allargare lo sguardo e a fare più esempi su questa tecnica che sempre più siti e app utilizzano per far avere agli utenti i comportamenti desiderati.
Nella seconda parte vi diamo le solite notizie di attualità: dall'impatto della guerra sulla situazione informatica in Russia, alle analisi dei comportamenti tenuti dagli statunitensi durante i periodi di lockdown, passando per la fiducia (mal)riposta dagli utenti nei confronti di servizi, aziende e sviluppatori.
Con Maurizio Graffio proviamo a dare una lettura riguardo la notizia dell'acquisizione da parte di Elon Musk della piattaforma social Twitter, non c'è in ballo nessuna democrazia ma è solo una classica storia del capitalismo contemporaneo.
Apriamo con un riferimento alle puntateprecedenti: una storia che leggiamo da wired ci conferma che i Bitcoin non sono anonimi.
Passiamo poi a commentare - prendendo spunto un articolo che prendiamo da The Atlantic - alcune dinamiche dei social network: dato che i social network privilegiano i contenuti carichi di emotività (in quanto portano a più interazioni) si viene a creare un clima violento; è questo clima violento a creare la necessità di dividersi in gruppi coesi e distanti.
Passiamo poi all'ennesimo caso di Malware in Catalogna: anche questa volta tra gli intercettati ci sono anche esponenti di primo piano della politica catalana. L'attacco è stato mostrato da Citizen Lab. I responsabili sono NSO e Candiru, due società israeliane che sviluppano Malware.
Ci spostiamo in Ucraina, dove - come abbiamo segnalato già da tempo - Facebook sta prendendo parte attiva nel conflitto adattando le proprie policy sull'hate speech e sui video che contengono violenza accogliendo, almeno in parte, le richieste del governo di Kiev. Stiamo assistendo alla famosa nazionalizzazione di Facebook?
Parliamo dell'argomento di attualità (l'invasione dell'ucraina) sottolineando gli aspetti di reciproca censura e di lotta con le armi della disinformazione da parte di entrambi i lati. Notiamo in particolare come l'isolamento della Russia da Internet si stia realizzando, ma questo isolamento è promosso dall'esterno invece che dall'interno.
Una precisazione: nella trasmissione abbiamo detto che Svoboda - formazione di estrema destra - ha ricoperto importanti incarichi di governo. Questo è vero, ma non è vero che fa parte del governo attuale.
Nella puntata di oggi partiamo da una raccolta di notiziole che ci mostrano come il mondo della sorveglianza online a fini pubblicitari abbia urgente bisogno di reinventarsi. Ecco così che Google inventa prima FLoC (progetto nato morto) e poi la Topics API; si tratta di sistemi che permettono il proseguimento della pubblicità mirata, togliendo però alle grandi società (tranne Google!) il ruolo di sorveglianza che invece hanno nel mondo dominato dai cookie di terze parti. Un ruolo che sta iniziando a diventare scomodo. Dietro FLoC e Topics, aldilà di problemi tecnici che oggi non analizziamo in dettaglio, si cela un ritornello: la privacy è solo un problema tecnico. Anzi in effetti se ne cela anche un altro: la privacy è solo la difesa dello spazio individuale, e i problemi sociali che la pubblicità mirata amplifica non sono affar nostro. Facciamo una rassegna degli articoli accademici del settore e riscontriamo come questa sia stata proprio la lettura offerta da chi ha fatto ricerca e proposto soluzioni sulla privacy.
Chiudiamo come avevamo iniziato: notiziole varie a tema tracciamento online.
Il dibattito nazionale sta dando molto spazio alla proposta di acquisto di Tim fatta da Kkr. Cerchiamo di dare qualche elemento per comprenderlo.
Colleghiamo a questo argomento anche il tema del cloud europeo, un progetto che rimane ancora non del tutto chiaro. Si può già dare per assodato, però, che il tema della sovranità che viene sbandierato per quanto riguarda la stesura della fibra non sia al centro delle attenzioni quando si parla di cloud.
Sono state 2 settimane pienissime, abbiamo dovuto scegliere tra molte notizie interessanti, questo è quello che abbiamo selezionato per voi:
Grande figuraccia del greenpass: lo spettro di un Adolf Hitler vaccinatissimo si aggira per l'Europa. Sfruttando delle chiavi crittografiche provenienti da Francia e Polonia sono stati creati dei Green Pass "dimostrativi". Certo, i green pass sono stati revocati abbastanza in fretta, ma quello che la vicenda ci dimostra è che l'adozione di un sistema totalmente digitale non implica necessariamente maggiore sicurezza
Il 14 novembre AvANa organizza un torneo di scacchi al CSOA Forte Prenestino; sfrutteremo i migliori algoritmi per far giocare ciascun partecipante con persone del suo livello. Per capirci, sono gli stessi algoritmi con cui Tinder cerca di accoppiare (!) le persone...
L'antitrust di Texas e altri 16 stati USA (tutti a guida repubblicana) accusa Google di abuso di posizione dominante (e un po' di altra roba). Le accuse non paiono affatto infondate, anzi gli elementi emersi sono più di quelli che avremmo potuto immaginare. La spiegazione è un po' noiosa, perché noioso è il meccanismo di vendita della pubblicità. Per tagliare corto: Google faceva insider trading all'interno del suo meccanismo; inoltre favoriva Facebook nell'assegnazione degli annunci in cambio del supporto al suo schema "Open Bidding".
Anche Google Chrome non ne esce bene.
Motori di ricerca e filter bubble: commentiamo un articolo di valigiablu che mostra come dal punto di vista tecnico la filter bubble sia meno potente di quanto viene narrato, e di come invece una parte del meccanismo di filtraggio dipende dalle modalità con cui gli utenti interagiscono coi motori di ricerca.
In questa puntata cerchiamo di rispondere alla domanda: cos'è, e come funziona, il tracciamento online? Anche se una risposta esaustiva richiederebbe troppo tempo, cerchiamo di analizzare almeno alcune casistiche più semplici e di dare una spiegazione tecnica del fenomeno e di come si è evoluto. Come molte altre caratteristiche di Internet, il tracking si è evoluto a partire da tecnologie che non prevedevano affatto la sorveglianza, ma a causa della presenza di un movente economico e della possibilità di farlo, si sono evolute verso una sempre maggiore precisione di tracciamento. Il tracking non è quindi l'azione di un soggetto singolo che contro la volontà dell'interessato ne studia i movimenti, ma piuttosto è il risultato della "collaborazione" tra tanti siti indipendenti (anche piccoli) e alcuni molto grandi che lo propongono come servizio.