Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

la conta

Contro il carcere 21/9

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

Mercoledì 21 settembre, al Senato per una sessione tutta dedicata al carcere, il ministro Palma ha affermato "interverremo sul sovraffollamento, ma amnistia non è soluzione". Da parte loro, l'associazione Antigone, Magistratura Democratica, Ristretti Orizzonti e il Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti, affermano che "la situazione è urgentissima e bisogna intervenire subito"... e che "l'ampliamento delle possibilità di accesso alle misure alternative, in particolare superando le presunzioni legali di pericolosità sociale e... prevedere, per i reati che non siano espressione di particolare allarme sociale ed in concreto sanzionabili con pene non elevate, che gli autori vengano messi in carcere (in caso di rigetto delle richieste di misure alternative alla detenzione) soltanto se negli istituti vi siano posti disponibili rispetto alla capienza regolamentare o quantomeno tollerabili"

 

 

 

 

Contro il carcere 14/9

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

 Nel 2010 sono stati 19.031 i procedimenti penali avviati nei confronti di 
cittadini extracomunitari non in regola coi documenti. I delitti loro 
contestati sono stati quelli legati al mancato ottemperamento agli 
obblighi di espulsione in violazione degli articoli 13 e 14 del decreto 
legislativo 25 luglio 1998 così come innovati dalla legge Bossi-Fini 
sulla immigrazione del 2002.
Sempre nel 2010 20.223 sono stati gli immigrati andati a finire sotto processo per questi reati. Nell’83,6% dei casi il giudice ha convalidato l’arresto, il quale era previsto 
come obbligatorio.
Ciò vuol dire che 16.906 extracomunitari sono passati, seppur per pochi giorni, nelle 207 prigioni italiane per essersi sottratti alla esecuzione del decreto di espulsione. Nel 77,6% 
dei casi in questione gli stranieri sono stati condannati. Nel 22,4% 
dei casi è vi è stata assoluzione.

 

Da inizio agosto 12 “morti di carcere e malagiustizia”, 10 si sono suicidati

Contro il carcere 31/8

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

Bari: inferriate divelte e “lenzuolo” pronto, sventata l’evasione di un detenuto. L’uomo aveva già demolito la base in cemento della finestra e preparato la fodera del materasso per calarsi dalla finestra. Dopo
aver divelto una staffa in ferro che regge il termosifone, l’ha usata per demolire la base in cemento (che aveva bagnato) dell’inferriata della finestra.

Nel pomeriggio del 29 agosto Gianni 32 anni abitante a Nizza Monferrato (Asti) e in carcere a Torino, è fuggito mentre era all’ospedale torinese Molinette per un visita medica.

Il Proibizionismo d' Alcol:
Non ha impedito il consumo della sostanza, scopo per cui è nato;
Non ha impedito la vendita della sostanza;
Ha fatto aumentare il consumo della sostanza;
Ha fatto aumentare il tasso di vendita e diffusione della sostanza;
Ha creato un mercato nero gestito dalla criminalità con violenza;
Ha reso criminali dei cittadini per un proprio vizio privato;
Ha fatto moltiplicare il prezzo della sostanza;
Ha fatto nascere l'adulterazione e la mancanza di controlli qualitativi;
È costato la vita di migliaia di persone innocenti;
Ha permesso di creare imperi criminali, in grado di concorrere quanto a potere con i governi, basati sugli introiti del contrabbando.

Contro il carcere 3/8

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

 Piacenza: detenuta alle Novate tenta il suicidio, salvata appena in tempo.

Genova: fiaccolata per i detenuti. Si è tenuta qualche giorno fa una fiaccolata per protestare contro la detenzione disumana del carcere di Marassi.
Varese: detenuti in sciopero della fame, amici e familiari solidali con loro.
Presentazione del libro di Salvatore Verde dal titolo: Il carcere manicomio. Le carceri in Italia tra violenza, pietà, affari e camicie di forza. Edito da Sensibili alle foglie.

Contro il carcere 29/6

Data di trasmissione
Durata 57m 6s

 Bari: detenuto di 28 anni si impicca in carcere dopo il colloquio con la famiglia.

È rientrato in cella dopo il colloquio con i suoi familiari, ha tagliato le lenzuola, le ha annodate alle grate della finestra del bagno e si è impiccato. 28 anni, era stato condannato per fatti di droga. 
Sono già cinque i suicidi dall’inizio dell’anno registrati nelle carceri pugliesi, dove si vive anche in 10 in quattro metri quadrati.
Vibo Valentia. Un detenuto ha tentato di togliersi la vita impiccandosi in una cella della Casa Circondariale di Vibo Valentia. “Con una corda rudimentale
Livorno. Un detenuto hatentato togliersi la vita per la seconda volta in dieci giorni, nel carcere delle Sughere.
Opera (Mi): detenuto di 24 anni muore. Il direttore: “È caduto a terra e ha perso i sensi...” L’uomo, un marocchino di 24 anni, è deceduto in ospedale dopo il malore. 
REGGIO EMILIA.  Dopo la protesta messa in atto nella serata di giovedì dai detenuti dei reparti del carcere di via Settembrini, con rifiuto del vitto, la sera del sabato, dalle 18 alle 24 circa e ancora nella mattinata di domenica hanno protestato battendo oggetti metallici sulle inferriate, creando un assordante rumore, hanno lanciato nel corridoio delle sostanze oleose per rendere viscido il pavimento e hanno gettato le urine sulle pareti del corridoio dei reparti detentivi, da loro raccolte in bottiglie di plastica. Hanno incendiato delle coperte e ritagli di giornali creando fumo e danneggiando l’ambiente”. La repressione non tarda ad arrivare: cinque detenuti ritenuti promotori della protesta sono stati trasferiti, mentre altri dodici partecipanti alla protesta sono stati messi in isolamento totale (misura vietata dalle convenzioni internazionali) ed esclusi da tutte le attività.

Contro il carcere 22/6

Data di trasmissione
Durata 56m 42s

 PORTA UN FIORE per l’abolizione dell’ergastolo

Viaggio alle tombe senza nome degli ergastolani nell’isola di S. Stefano (Ventotene)

Il 26 giugno sarà la Giornata internazionale dell’ONU contro la tortura. Il 24-25-26 giugno nelle carceri italiane i detenuti daranno vita a una mobilitazione contro la tortura del carcere e nel carcere. All’esterno degli istituti di pena si mobiliteranno in vario modo associazioni, partiti, sindacati, movimenti e organizzazioni della società civile. Nel quadro di queste iniziative sollecitate dall’Associazione Liberarsi, si stanno raccogliendo le adesioni per un viaggio, proposto da Nicola Valentino verso un luogo simbolico della pena a vita.

 

“L’ergastolo di S. Stefano (1795- 1965) è noto per essere il primo carcere costruito dai Borboni secondo il moderno dispositivo panottico: gli ergastolani o altri reclusi  che vi erano rinchiusi, vivevano costantemente sotto sguardo dei loro reclusori. Ma la vera natura dell’ergastolo la si incontra  all’esterno del carcere, seguendo  un viottolo che porta al cospetto di un arco. Varcata questa soglia si scorge poggiato su un blocco di pietra, un piccolo portafiori vuoto che anticipa alcune file di tombe, ricoperte ormai da erbacce, con croci in legno senza nome. In fondo al piccolo cimitero dimenticato si scorge quel che resta di una vecchia cappella. Attualmente il cimitero è in completo abbandono, diversi anni or sono se ne prese cura un agente di custodia in pensione che scelse di vivere un po’ come un eremita a custodia di quel carcere ormai in disuso e in questa veste si preoccupò di contornare le singole tombe e di mettervi delle croci di legno. Se ne prese cura perché per quegli ergastolani la sola famiglia che era loro rimasta era S. Stefano.

Questo luogo narra al di là d’ogni equivoco la natura dell’ergastolo. Cancellati socialmente e civilmente al momento dell’ingresso in carcere, quegli ergastolani sono morti in solitudine e senza nome, esclusi dal consorzio umano anche dopo morti.

Il cimitero degli ergastolani di S. Stefano è importante da vedere e far vedere perché racconta in modo emblematico e crudo anche ciò che è l’ergastolo oggi, in particolare la tortura dell’ergastolo senza speranza, l’ergastolo cosiddetto ostativo, in base al quale, delle attuali 1500 persone condannate alla pena eterna oltre 1000 sono sostanzialmente escluse da quelle limitate possibilità giuridiche che permetterebbero la concessione dell’uscita dal carcere dopo 26 anni di pena scontata. Si configura in Italia, diversamente da altri Paesi dell’Unione Europea, un “fine pena mai” effettivo, che prevede oltre alla morte sociale e civile delle persone condannate, la loro effettiva morte in carcere”.   Nicola Valentino

 

Un piccolo gruppo di persone è già pronto a partire venerdì 24 giugno ed è in cerca di altri compagni e compagne di viaggio: Giuliano Capecchi, Beppe Battaglia, Antonio Ruffo, (Associazione Liberarsi), Nicola Valentino (Sensibili alle foglie), Salvatore Verde, Dario Stefano Dell’Aquila (Associazione Antigone Napoli)…..

Le persone che partecipano sono invitate a portare strumenti vari per restituire documentazione dell’esperienza…

Il viaggio prevede l’arrivo a Ventotene al mattino con traghetto da Formia, il trasbordo in barca nell’isola di S. Stefano. La partenza da Ventotene nel pomeriggio.  L’accesso al carcere richiede la presenza di guide autorizzate del comune di Ventotene con le quali si stanno prendendo  accordi. 

Traghetto-andata, Formia ore 09:15 – Ventotene ore 11:15         Euro 12.30. Aliscafo-ritorno, Ventotene, ore 16:40 – Formia,ore 17:40 Euro 17.90. Treno andata-ritorno  da Roma. Roma ore 07:39, Formia ore 08:44, Euro 14.50. Formia ,ore 18:14 – Roma. ore 19:21. Treno andata-ritorno da Napoli. Napoli , ore 07:17. Formia, ore 08:12, Euro 9.50. Formia ore 18:18. Napoli, ore 19:30

Per info: 3664937843, assliberarsi@tiscali.it 

Contro il carcere 15/6

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

 Ancora suicidi nelle carceri italiane. Ma comincia a allargarsi la protesta. Per ora con scioperi della fame e battiture di sera alle sbarre delle finestre per comunicare alla popolazione esterna le condizioni drammatiche nelle carceri italiane.

Due militanti delle "pantere nere" sono in carcere da 40 anni nella prigione "Angola" dello Stato della Louisiana, in regime di isolamento. Notizie su di loro si possono trovare sui siti:

http://theredphoenixapl.org/2011/04/15/americas-plantation-prisons/

http://angola3action.org/nextaction/index.html 

http://www.angola3.org/default.aspx 

http://www.pmpress.org/content/article.php?story=20090214164914519 

 

 

 

Contro il carcere 8/6

Data di trasmissione
Durata 58m 2s
Alessandro Giordano, 38 anni, è morto ieri pomeriggio nel carcere “Due Palazzi” di Padova. Era originario di Salerno e stava contando una condanna per reati legati alla sua condizione di tossicodipendente. A termini di legge avrebbe potuto essere in “affidamento terapeutico”, invece era in cella - come altri 20mila tossicodipendenti - ed in cella ha lasciato la vita. Nella Casa di Reclusione di Padova è il quarto decesso negli ultimi due mesi e tutte le vittime avevano meno di 40 anni. Un detenuto si è impiccato, gli altri 3 sono morti per avere inalato del gas. Dieci giorni fa Giordano aveva visto morire uno dei due compagni di cella, anch’egli ucciso dal gas butano. Dal 2000 ad oggi sono ben 1.821 le persone decedute nei penitenziari italiani; tra loro 651 si sono sicuramente suicidate, mentre i casi analoghi a quello di Giordano (dove l’intento suicidario non è certo) solo oltre 100. Spoleto: ergastolano di 53 anni si impicca; è il 26° suicidio del 2011 nelle carceri italiane. Aversa (Ce): ancora un decesso in Opg; internato di 39 anni muore per sospetta setticemia

 

Contro il carcere 1/6

Data di trasmissione
Durata 1h 0m

 Torino: detenuto si uccide infilando la testa in un sacchetto, è il terzo suicidio in venti giorni.

Walter Bonifacio, quarantenne originario del veneziano, è morto ieri nella sua cella della Casa di Reclusione di Padova che condivideva con due altri detenuti 

“Con queste temperature, le celle di cemento armato della Casa di Reclusione diventano forni e tre persone rinchiuse in otto metri quadrati  

 

 

 

 

Contro il carcere 25/5

Data di trasmissione
Durata 58m 13s

 Proteste si stanno sviluippando in tutti i penitenziari della penisola. Si protesta contro il sovraffollamento che rende disumane le già dure condizioni di detenzione. Il Lombardia una settimana di lotta delle carceri regionali; a Marassi Genova, tre giorni di protesta; lo stesso al carcere di Brindisi, e altrove.

 

Intanto si continua a morire, ad essere uccisi dal sistema carcere. Luigi Fallico, detenuto in base ad un teorema assurdo da due anni, trasferito al carcere di Viterbo per partecipare al processo in corso a Roma, viene lasciato morire senza cure nonostante fosse in preda di un grave infarto.