Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

Corteo libertà per Ocalan

Piazza della Repubblica, Roma
Tipo evento

Sono 20 anni che il leader del popolo curdo Abdullah Ocalan è sequestrato nell’isola-carcere di Imrali, in condizione di totale isolamento. Dal 2011 gli è negato l’incontro con i suoi legali e dal 2015 lo Stato turco impedisce ogni qualsivoglia contatto. Solo qualche giorno fa, per pochi minuti ha potuto riabbracciare il fratello, stante la pressione esercitata nel mondo dall #HungerStrike di migliaia di curde/i, in particolare nelle carceri turche dove la deputata #HDP Leyla GÜVEN è giunta al 70° giorno di sciopero insieme a centinaia di detenute/i con l’intento di “porre fine all’isolamento di #Ocalan”.

Dietro tanta ferocia c’è la volontà di screditare la sua personalità , di impedire la diffusione delle sue idee all’opinione pubblica: Ocalan, nonostante le condizioni terribili di detenzione e di isolamento, non ha mai rinunciato alla speranza per una risoluzione politica dei conflitti in #MedioOriente, ed in modo particolare della questione curda.

I suoi scritti hanno delineato le basi teoriche per l’avvio della rivoluzione in #Rojava, per la liberazione dei curdi ezidi a #Shengal , per la democratizzazione in #Turchia. Nella #Siria del Nord ha ispirato la nascita di un sistema democratico multietnico basato sulla parità di genere, dove le curde e i curdi insieme agli altri popoli della regione non solo hanno combattuto la minaccia globale dello Stato Islamico portandolo alla sconfitta, e pagando un prezzo elevato in termini di vite umane, ma hanno favorito nei territori liberati la diffusione di un modello amministrativo laico, democratico ed egualitario.

Ciò rappresenta una speranza di cambiamento per tutti i popoli della regione e per l’intero Medio Oriente. Per questa ragione l’esperimento del Confederalismo Democratico nella Siria del Nord- Rojava va difeso e sviluppato.

Il numero di persone nelle prigioni turche è arrivato a 260.000. Organizzazioni per i diritti umani denunciano violazioni crescenti contro i prigionieri. L’isolamento è una delle più pesanti di queste violazioni.

E’ davanti agli occhi del mondo intero, quanto il regime di Recep Tayyip Erdoğan sta facendo in termini di repressione nei confronti del popolo curdo e di tutte le istanze democratiche in Turchia e in Medio Oriente.

Favorendo così la diffusione del nazional-fascismo, del sessismo e del fanatismo religioso.  Occupando interi territori in Medio Oriente, distruggendone la storia e l’identità culturale, provocando genocidi ed esodi di massa di intere popolazioni, anche attraverso l’appropriazione dei fiumi #Tigri ed #Eufrate- patrimoni dell’umanità- irregimentati con dighe per lo sfruttamento elettrico a danno della sparizione di civiltà millenarie , come la città di #Hasankyef.

Catastrofi umanitarie, di cui #Afrin invasa, saccheggiata e occupata dai turchi e alleati jadisti è la dimostrazione della barbarie del regime di Erdogan, che, complici le superpotenze,sta oltremodo dispiegando le forze armate per invadere i cantoni di #Kobane e #Jazeera allo scopo di disperdere la rivoluzione del Rojava e decimare i combattenti curdi.

La libertà di Abdullah Öcalan è indispensabile.Per molti anni lo Stato turco ha tenuto colloqui con lui per la risoluzione della questione curda. Egli infatti è in grado di svolgere un ruolo chiave essendo il leader che gode della fiducia di milioni di persone in Medio Oriente:  porre fine al suo isolamento significa dare una prospettiva di pace e di democrazia a tutti quei territori martoriati da decenni di guerra,distruzioni e milioni di profughi.

Libertà per Ocalan e per tutte e tutti i prigionieri politici
Difendiamo il Rojava per la libertà e la pace in Medio Oriente
16 febbraio manifestazioni a #Roma e #Strarburgo

Contenuti Audio
Durata 0m 30s