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Pensieri che spezzano le sbarre: non potete imprigionare le idee!

Data di trasmissione

Domenica 10 Dicembre 2023 Ore 16:00
Città dell’Altra Economia Largo Dino Frisullo - Roma

Pensieri che spezzano le sbarre: non potete imprigionare le idee!

Il 10 dicembre 2023 ricorrono i 75 anni da quando, nel 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nonostante ciò, non passa giorno in cui i diritti umani non vengano sistematicamente violati in Kurdistan e in altri luoghi del mondo. L'isola-prigione turca di Imrali e l'isolamento di Abdullah Öcalan, il principale teorico del movimento curdo per la libertà, rappresentano un caso limite. Abdullah Öcalan è in isolamento in Turchia da oltre 24 anni ed è stato tagliato fuori da qualsiasi mezzo di comunicazione con il mondo esterno. In questo modo vengono isolate anche le sue idee politiche e la possibilità che queste vengano messe in pratica nell'ambito di un processo di pace. Non è possibile fare affidamento sulle istituzioni esistenti per la difesa dei diritti umani e contro la tortura in carcere, come il Comitato europeo per la prevenzione della tortura CPT, il Consiglio d'Europa e la Corte europea dei diritti dell'uomo. Nonostante le numerose richieste e le molte informazioni disponibili, queste istituzioni non hanno mai adempiuto all'obbligo di intervenire contro la pratica illegale del suo isolamento, che è considerata una tortura e che prevede che gli vengano preclusi tutti i contatti con il mondo esterno, con i suoi avvocati e con i suoi parenti.

La libertà di Abdullah Öcalan rappresenta anche la possibilità che nella lotta per la libertà della società curda possa emergere una soluzione politica al posto dell'isolamento, della repressione e della guerra. Gli scritti di Abdullah Öcalan e la sua filosofia politica sono discussi e messi in pratica dalle forze sociali di tutto il mondo, nonostante il suo isolamento e la diffamazione da parte degli Stati egemoni. Queste idee ispirano intellettuali, liberi pensatori, scienziati, lavoratori, attivisti, artisti, sindacalisti, movimenti sociali, politici, famiglie e società intere.

A partire dal risveglio democratico della cosiddetta Primavera araba, nel nord e nell'est della Siria/Rojava sta emergendo un sistema sociale autonomo di autogoverno ispirato alle idee di Abdullah Öcalan. Il fondamento di queste idee si basa sui tre pilastri della liberazione delle donne, dell'ecologia e della democrazia radicale. Il movimento di liberazione curdo non ha solo organizzato democraticamente ed educato politicamente la società curda in Turchia, Siria, Iraq e Iran, ma anche nella diaspora, e in particolare in Europa. Al di là di questo, la filosofia politica e l'esempio del movimento curdo stanno avendo un impatto sulle persone che stanno ritrovando la speranza in cambiamenti democratici e di libertà e si stanno unendo e organizzando politicamente contro la frammentazione e l'isolamento. Attraverso la filosofia politica del movimento curdo sviluppata da Abdullah Öcalan, possiamo ritrovare la fiducia nella possibilità di realizzare un sistema sociale democratico. A questo processo di profonda democratizzazione e di rottura dei rapporti di dominio tra i generi, tra i diversi gruppi sociali e con le risorse della terra, possiamo dare grande forza e nuovo slancio. Se Öcalan sarà liberato, la situazione cambierà al punto da rendere concreta una soluzione per il popolo curdo; la liberazione di Öcalan è il presupposto necessario per un processo di pace.

Gli scritti di Öcalan in carcere costituiscono una straordinaria prospettiva di un movimento per la libertà incentrato sulla liberazione delle donne, sulla democrazia e sull'ecologia. Öcalan ha contribuito a rinsaldare il movimento curdo per la libertà, tracciando un percorso rivoluzionario verso quella che è senza dubbio la più profonda definizione di democrazia che il mondo abbia mai visto. "Oltre lo Stato, il potere e la violenza" e soprattutto il suo Manifesto della civiltà democratica in cinque volumi è una ricerca mozzafiato sulla vita senza Stato e sul movimento di liberazione curdo, nonché una visione di una società democratica-ecologica che offre anche una prospettiva aggiornata e necessaria alla ricerca di un nuovo socialismo. Gli appelli di Öcalan a forme non gerarchiche di organizzazione sociale democratica meritano l'attenzione di chiunque cerchi un pensiero sociale costruttivo o la riorganizzazione della società secondo principi femministi ed ecologici.

PROGRAMMA

Letture tratte dagli scritti di Abdullah Öcalan a Cura di Giorgia Narcisi, Eugenio Papalia, Fabiana Simonelli e Luisa Casasanta con accompagnamento musicale di Ernesto Ranieri.

Interventi con:
Comitato Libertà per Öcalan
Fabio Marcelli - CRED
Margherita Cantelli - CRED
Simonetta Crisci - Presidente di Senzaconfine
Cesare Antetomaso - Giuristi Democratici
Vito Scalisi - ARCI Roma
Giovanni Caputo - Scrittore
Rete No Bavaglio

Ufficio D'Informazione del Kurdistan in Italia

Tempo di Speranza

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Per la libertà e l'autodeterminazione della popolazione curda

Per la liberazione di Abdullah Ocalan e di tutti i prigionieri politici

Domenica 8 Ottobre 2023 a partire dalle h 16.00 dibattito e presentazione dei volumi "Sociologia della libertà"

e "Tempo di Speranza" al Centro Socio-Culturale Ararat  Largo Dino Frisullo (Roma)

 

I sindacati europei per Ocalan

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Pochi giorni fa a Bruxelles una lunga lista di forze sindacali europee, dalle trade unions britanniche alla CGT francese, presenti per l'Italia Cobas, CUB e CGIL, ha dato vita a una manifestazione continentale per supportare il popolo curdo e il presidente Abdullah Ocalan. Ai nostri microfoni Vincenzo Miliucci, della confederazione Cobas

Libertà per Ocalan - interventi dal corteo

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Serie di corrispondenze e contributi dalla manifestazione nazionale di Roma per la liberazione di Ocalan
 
Manifestazione nazionale a Roma con partenza da Piazza Esquilino, indetta da Retekurdistan, Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia, comunità curda in Italia e dal comitato "Il tempo è arrivato – Libertà per Ocalan".
 
La manifestazione è stata indetta nell'anniversario della cattura del leader del popolo curdo Abdullah Ocalan avvenuta nel 1999, allo scopo di protestare contro l'isolamento e le condizioni inaccettabili a cui Ocalan e tutti prigionieri politici in Turchia sono sottoposti. Di Ocalan non si hanno notizie da ormai due anni così come non si hanno notizie degli altri tre detenuti in isolamento nello stesso carcere. Il terremoto che ha colpito i popoli di Kurdistan, Turchia e Siria la mattina del 6 Febbraio ha fino ad ora provocato più di 20mila vittime, causando una catastrofe umanitaria in un'area già duramente provata da guerra, crisi economica e sconvolgimenti politici, di cui il popolo curdo è una delle principali vittime. Il governo turco fino ad ora non è stato in grado di inviare mezzi e personale di soccorso a sufficienza per salvare le persone intrappolate sotto le macerie, di fronte alle proteste della popolazione, ha risposto limitando l'accesso ai social media e dichiarando un coprifuoco che impedisce a squadre di soccorso, volontari umanitari e giornalisti di raggiungere le aree del sisma. In questo contesto non si hanno notizie delle condizioni dei detenuti nelle numerose carceri situate nelle aree colpite dal sisma, fatta eccezione per delle rivolte avvenute nelle prigioni di alta sicurezza di Amed e Hatay, la cui la repressione ha provocato 3 vittime tra i prigionieri.
 
Per queste ragioni rinnoviamo l'invito a tutti i singoli, le associazioni e le organizzazioni solidali con il popolo curdo a scendere in piazza domani per chiedere la fine dell'isolamento per Abdullah Ocalan e amnistia per i detenuti politici, per arrivare ad una pace giusta per il popolo curdo.
 
La Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia, che da anni lavora per garantire assistenza sanitaria e sociale in Kurdistan, sarà in piazza per sostenere queste rivendicazioni e per permettere alle persone che vogliono contribuire, di informarsi sui numerosi progetti che la mezzaluna porta avanti in Nord Kurdistan/Turchia, Shengal e in Rojava, nonché di donare per sostenere la raccolta fondi d'emergenza lanciata per portare immediatamente aiuti alle popolazioni colpite dal sisma
 

Il tempo è arrivato, libertà per Ocalan!

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Tra il 2013 e il 2015, 10 milioni e 300 mila persone nel mondo hanno sottoscritto un appello internazionale che chiedeva la libertà per Abdullah Öcalan, rapito da un complotto internazionale il 15 febbraio 1999, e per i prigionieri politici in Turchia. Da oltre 24 anni Öcalan è segregato nel carcere di massima sicurezza di Imrali. Nel 2015 il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva posto fine unilateralmente al processo di risoluzione democratica con Abdullah Öcalan e con il PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) avviatosi attraverso la delegazione di Imrali di HDP che aveva potuto incontrare il leader del popolo curdo dopo un lungo sciopero della fame di massa che aveva coinvolto ampi strati della società civile. Davanti alle rivendicazioni di autonomia democratica avanzate dalle municipalità curde del sud-est della Turchia, il governo turco ha avviato una massiccia offensiva militare che ha posto sotto assedio intere città curde attraverso lunghi coprifuoco, che hanno provocato lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone e centinaia di vittime civili, decretando così la fine del processo di pace. È il caso delle città di Cizre, Nusaybin, e del quartiere Sur di Diyarbakir. Poi ha esteso l’offensiva contro il popolo curdo, prima attraverso l’operazione “ramoscello d’ulivo” consegnando il cantone di Afrin in Siria all’occupazione milizie Jihadiste, e poi nel Kurdistan del sud (Nord Iraq) dove attraverso operazioni militari transfrontaliere e di invasione vengono colpiti insediamenti civili con il pretesto della lotta al “terrorismo”. Più volte è stato denunciato da organizzazioni internazionali l’utilizzo di armi chimiche vietate dalle convenzioni internazionali.

Erdoğan ha ormai esteso la sua politica imperiale neo ottomana non solo contro i curdi ma contro tutti i paesi confinanti della Turchia, inclusi Libia, Armenia, Iraq, Nagorno-Karabakh/Artsakh, Cipro e in Grecia.

Nel frattempo i popoli del nord-est della Siria ispirati dal pensiero di Öcalan, attraverso le loro istituzioni democratiche di autogoverno e della società civile hanno trasformato la loro terra in un grande bastione di coesistenza pacifica e di democrazia – a dispetto dei costanti e continui attacchi militari dell’esercito turco e delle bande jihadiste affiliate, che minacciano di invadere Kobane, la città che per prima ha sconfitto ISIS.

La perdurante incarcerazione di Öcalan, l’isolamento disumano al quale resta soggetto, la repressione del dissenso in Turchia e in Kurdistan del Nord, gli attacchi al nord-est della Siria, l’invasione in corso nel nord Iraq/Sud Kurdistan, sono tutti aspetti dello stesso approccio utilizzato dallo stato turco: attaccare le forze democratiche, in particolar modo i curdi, con tutti i mezzi possibili, arrivando anche a colpire gli attivisti politici curdi in diaspora in Europa, come nel caso dell’assassinio di tre rappresentati del popolo curdo a Parigi 10 anni fa, e del massacro avvenuto ancora una volta a Parigi appena un mese fa.

Ad oggi da quasi due anni non ci sono notizie sullo stato di salute di Ocalan e fatta eccezione per una breve conversazione telefonica con suo fratello avvenuta nel 2021. Da più di 24 mesi non si hanno notizie di Ömer Hayri Konar, Veysi Aktaş e Hamili Yıldırım che si trovano in detenzione nella stessa prigione del leader curdo Abdullah Öcalan, che è detenuto in pesanti condizioni di isolamento nel carcere di massima sicurezza di tipo F di İmralı da 24 anni.  Il Comitato per la Prevenzione della Tortura ha visitato l’isola carcere nel 2022 asserendo di non aver potuto incontrare Ocalan. Ad oggi il CPT non ha ancora rilasciato un rapporto sulla delegazione in Turchia. Gli avvocati dello studio legale Asrın hanno presentato una nuova richiesta al Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa in merito ai loro assistiti. Nella richiesta al CPT è stato chiesto di divulgare il rapporto sulla loro visita a İmralı tra il 20 e il 29 settembre 2022. Secondo gli avvocati sono state bloccate le visite di familiari e avvocati, così come i diritti telefonici, di corrispondenza e di comunicazione. Sono stati bloccati anche il diritto alla difesa e al giusto processo. Questi diritti sono tutelati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU). La situazione di incommunicado (non ricevere notizie) è peggiorata. Negli ultimi 3 mesi sono state presentate domande regolari all’ufficio del procuratore capo di Bursa e alla direzione del carcere di massima sicurezza di tipo F di İmralı, senza ricevere alcuna risposta.

 

La liberazione di Abdullah Ocalan è una condizione indispensabile per l’inizio di un nuovo processo di pace che metta fine alla guerra che da troppo tempo infuria in Kurdistan, la cui fine accenderebbe una luce sulla possibilità di estendere la pace in tutta la regione ed in tutto il Medio Oriente.

ReteKurdistan Italia e l’Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia invitano partiti, sindacati, associazioni,  esponenti della società civile, a scendere in piazza per una manifestazione nazionale a Roma l’11 Febbraio 2023 in piazza  Esquilino a partire dalle ore 14.30.

12 febbraio a Roma e a Milano per la libertà di Ocalan

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Durata 27m 9s

12 febbraio di nuovo in piazza per chiedere la libertà di Ocalan, la fine del PKK nella lista nera dei terroristi e per una solidarietà alla rivoluzione del Rojava.

Dal sito di UIKI

Da 23 anni Abdullah Öcalan è stato imprigionato a seguito della cospirazione internazionale del 15 febbraio 1999. Per oltre dieci anni è stato l’unico prigioniero nell’isola fortezza di Imrali. Nonostante le condizioni indescrivibili del suo isolamento non ha mai smesso di sperare in una soluzione pacifica ai conflitti in Medio Oriente. Per diversi anni Öcalan è riuscito a negoziare  con il governo turco per raggiungere questo obiettivo. La stragrande maggioranza della popolazione curda vede Abdullah Öcalan come proprio rappresentante, e ciò è stato confermato dalla raccolta di firme di oltre 3,5 milioni di curdi nel 2005.

Ocalan è un attore politico e il suo status ha anche dimensioni politiche più ampie. La società curda, così come gli analisti politici, lo considerano un leader nazionale e il rappresentante politico dei curdi. La prigione dell’isola di İmralı, gestita dallo stato turco, continua ad essere sottoposta ad uno status straordinario. Il continuo isolamento di Ocalan, che dura già da 23 anni, si basa su pratiche  considerate illegali sia dalla magistratura turca che dal sistema giuridico internazionale.

Le Nazioni Unite hanno la responsabilità di garantire che la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si applichi e venga applicata anche per Ocalan. Il sistema İmralı può continuare ad esistere solo con il consenso, o almeno il totale disinteress di istituzioni internazionali come l’ONU.

Lo Stato turco sta attualmente sottoponendo Abdullah Öcalan a un regime di isolamento che non ha precedenti. Ogni visita dei suoi avvocati o dei suoi familiari è resa possibile solo attraverso lunghe lotte e mobilitazioni. Nel 2019, ad esempio, è stato possibile rompere l’isolmento attraverso lo sciopero della fame di migliaia di prigionieri politici nelle carceri turche e di esponenti della società civile durato diversi mesi.

Per la prima volta dopo molti anni gli è stato possibile entrare in contatto con i propri familiari e i propri avvocati. L’ultima breve telefonata tra Abdullah Öcalan e suo fratello è avvenuta nel marzo 2021, ma è stata improvvisamente interrotta. Il fatto che da allora non sia stato ricevuto un solo segno di vita fa temere per le sue condizioni di salute.

In tutto il paese le pratiche adottate sull’isola di Imrali sono state estese per ridurre al silenzio ogni voce di dissenso, ogni forma di opposizione che veda nella soluzione politica della questione curda una svolta per una trasformazione democratica di tutto il Medioriente. Attraverso Imrali lo Stato turco si sta sforzando non soltanto di isolare fisicamente Abdullah Öcalan come persona, ma di sopprimere i risultati democratici che sono emersi dalle sue idee.

Infatti il Confederalismo democratico introdotto da Abdullah Öcalan ha prodotto il risveglio della società in tutto il Kurdistan. I valori di uguaglianza di genere e di credo, per una società democratica ed ecologica, sono alla base di importanti processi di trasformazione democratica fondati sull’autogoverno come nel caso dell’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est e dell’autogoverno degli yazidi di Shengal.

Sia che si tratti della guerra di invasione del Kurdistan del sud (nord Iraq), sia che si tratti dell’invasione del Rojava e o delle politiche fasciste del governo dell’AKP contro il popolo curdo in Turchia, questo modello democratico e partecipativo è sottoposto a pesanti attacchi da parte della Turchia e delle forze della modernità capitalista.

Per questa ragione oggi è più che mai necessario far sentire la nostra voce. Rompere l’isolamento e la liberazione di Abdullah Öcalan significano dare una prospettiva di pace e di democrazia  a tutti i popoli del Medioriente.

Il tempo della libertà è arrivato: Invitiamo tutti i partiti, le organizzazioni sindacali, gli esponenti della società civile e del mondo della cultura a partecipare alla giornata di mobilitazione nazionale del sabato 12 febbraio 2022 a:

Roma: Piazza dell'Esquilino Ore 14:30

Milano: Largo Cairoli Ore 14:00

Arriva la nave curda per la Libertà!

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Il 12 novembre, anniversario dell’arrivo di Ocalan in Italia, giungerà a Napoli una nave dalla grecia con una carovana di sessanta attivisti, rappresentanti politici, artisti e intellettuali curdi e internazionali. Un’iniziativa straordinaria per riportare all’attenzione dei movimenti e dell’opinione pubblica europea le rivendicazioni di pace e di giustizia delle donne e degli uomini che hanno sconfitto l’Isis e resistono al regime turco per un futuro di diritti per tutte e tutti, costruito con pratiche di democrazia diretta ispirate da una visione ecologica e dal protagonismo sociale e politico delle donne.

Gli appuntamenti:

– Manifestazione pubblica per accogliere la nave alle ore 11.00 Varco Pisacane del porto di Napoli (altezza piazza Nicola Amore) – Corteo fino alla Prefettura

– Ore 16.00 Conferenza pubblica Cinema Astra (via Mezzocannone) con la partecipazione della Carovana e di altri attivisti solidali con la causa del movimento curdo come Zerocalcare

– Ore 21.00 – Ex Asilo Filangieri (vico Maffei)- Concerto con i musicisti curdi presenti sulla nave e musicisti napoletani.

Nel momento in cui nuovi venti di guerra spirano sul Rojava e sulle montagne del Kurdistan Iracheno alimentati soprattutto dalle minacce del regime di Erdogan, in crisi sul piano interno e internazionale, parte da Napoli una carovana della libertà e dei diritti che individua le basi di un reale cambiamento per un futuro di democrazia e giustizia sociale della regione in tre punti fondamentali:

– La liberazione del Presidente Ocalan, cittadino onorario di Napoli e di molte altre città italiane, detenuto da 22 anni nell’isola prigione di Imrali. Simbolo della resistenza del popolo curdo all’oppressione e figura chiave nell’elaborazione del Confederalismo democratico, teoria e pratica politica della convivenza tra popoli e di un processo di emancipazione e di diritti oltre il militarismo degli stati nazionali e il fondamentalismo delle bande jihadiste.

– La fuoriuscita del Pkk dalla black list internazionale dove è stato inserito per esplicita imposizione del regime di Erdogan

– Il riconoscimento internazionale dell’esperienza di autogoverno democratico del Rojava nei colloqui per un futuro di pace e unità per la Siria

Una giornata che sarà per noi tutte e tutti un’ulteriore occasione di conoscenza e di approfondimento di un percorso politico che molto ha ispirato e può ispirare un cambiamento radicale anche nei nostri paesi, oltre la crisi dei modelli democratici causata dal neoliberismo
Rete Kurdistan Meridionale

Ne parliamo con un rappresentante dell' Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia

A Strasburgo per la liberazione di Ocalan

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Iniziativa a Strasburgo davanti al Consiglio d'Europa. Per la liberazione di Ocalan. Campagna "il tempo e' arrivato, liberta' per Ocalan" Previste 1000 persone a settimana dal 1 ottobre e per tutto il mese. Oggi conferenze stampa e  siting. Hanno parlato anche Simonetta Crisci per i Giuristi democratici italiani e il Legal Team Italia, oltre a Laura Corradi  docente ricercatrice di studi di genere, membra del Comitato  "il tempo e' arrivato, liberta' per Ocalan".

In serata la polizia inaspettatamente ha caricato i manifestanti, ora e' tutto finito e si aspetta di sapere il numero degli arrestati.

Aprite le porte di Imrali!

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Si susseguono le voci su un peggioramento delle condizioni di salute di Abdullah Ocalan, da oltre venti anni sequestrato nel penitenziario dell'isola di Imrali. Mercoledì pomeriggio, di fronte a Montecitorio, presidio di solidarietà per chiederne la liberazione. Di seguito il comunicato ufficiale redatto da UIKI onlus.

Aprite le porte di Imrali, adesso! Dichiarazione sulle voci sullo stato di salute di Öcalan

Oggi, il team legale di Öcalan, lo studio legale Asrin, ha pubblicato una lettera dedicata alle voci che ieri hanno iniziato a circolare diffusamente sullo stato di salute di Öcalan. Condividiamo le preoccupazioni degli avvocati. Così come la loro ragionevole e giusta richiesta per un immediato accesso ad Abullah Öcalan e ai loro tre assistiti nell’isola carceraria di Imrali. Gli avvocati sono stati bloccati nella consultazione con Abdullah Ocalan dal 7 agosto 2019, e dal 1999, Öcalan ha avuto solo una conversazione telefonica con un membro della famiglia, il 27 aprile 2020. Da allora gli avvocati non sono stati in grado in nessun modo di comunicare con i loro assistiti, sebbene sia un diritto costituzionale e legale dei loro assistiti consultare i loro avvocati.

In realtà Abdullah Öcalan, Ömer Hayri Konar, Hamili Yıldırım, e Veysi Aktaş nei fatti, sono stati completamente isolati per molto più tempo; il loro isolamento è stato rotto solo da uno sciopero della fame di Leyla Güven, che allora si trovava in carcere e che è stata di nuovo incarcerata, con altri detenuti e altre persone nel mondo che si sono unite. Adesso è in corso un altro sciopero della fame che è iniziato più di cento giorni fa.

Le politiche vendicative dello stato turco nei confronti di Öcalan e dei suoi compagni detenuti, rendono possibile che ogni voce sia vera; è impossibile verificare o non prendere in considerazione ogni affermazione sul suo stato di salute. Questo significa che ogni danno intenzionale nei suoi confronti passerà inosservato. Il silenzio delle organizzazioni e delle istituzioni internazionali è clamoroso. Il Consiglio d’Europa appare incapace di seguire le accomandazioni fatte dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti (CPT).

Il Consiglio dei Ministri sta fallendo nell’imporre l’esecuzione nelle sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani, e le Nazioni Unite guardano solamente a come la Turchia calpesta ripetutamente tutti gli accordi e convenzioni internazionali.

Noi non stiamo chiedendo che i detenuti sull’isola di Imrali ricevano un trattamento speciale; al contrario, stiamo chiedendo che il loro trattamento speciale finisca. Abbiamo richiamato l’attenzione su questi su questi temi in numerose occasioni. Il sistema dell’isolamento nel carcere dell’isola di Imrali è al di fuori dei confini del diritto nazionale ed internazionale, e in violazione degli accordi e delle convenzioni sui diritti umani. L’intero complesso del carcere di Imrali deve essere smantellato. Tutti coloro che sono coinvolti nel mantenere il totale isolamento nel carcere dell’isola di Imrali stanno agendo illegalmente e sono coinvolti nella violazione dei diritti umani in corso.

Il solo modo per porre fine alla speculazione sullo stato di salute di coloro che sono incarcerati, e che preclude che ogni possibilità che queste voci diventino realtà è di rendere il carcere di Imrali trasparente.

Noi chiediamo la fine immediata dell’isolamento. Aprire le porte del carcere di Imrali adesso! Chiediamo ancora una volta a tutti di:

• esercitare pressioni sulle istituzioni internazionali di cui la Turchia è parte, vale a dire il Consiglio d’Europa e le Nazioni Unite, così come tutte le altre istituzioni politiche e dei diritti umani.

• esercitare pressioni sui vostri rappresentanti locali per porre fine all’isolamento

• aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi: “Freedom for Abdullah Öcalan—Peace in Kurdistan” now. International Initiative “Freedom for Abdullah Öcalan–Peace in Kurdistan” Cologne, 15 March 2021