III e IV giorno dell'Incontro Internazionale delle Comunità Danneggiate dalle Dighe, dalla Crisi Climatica e dai Sistemi Energetici
Sotto il sole amazzonico, un gruppo composto da militanti di 45 paesi ha intrapreso questa domenica (9/11) una traversata simbolica attraverso le acque della Baía do Guajará, a Belém (PA). L’escursione, che ha riunito rappresentanti di diversi movimenti sociali, faceva parte del III giorno del IV Incontro Internazionale delle Persone Colpite da Dighe e dalla Crisi Climatica. L'evento sta riunendo 350 persone provenienti da tutti i continenti per discutere di sovranità energetica, giustizia climatica e costruire soluzioni collettive.
L’obiettivo dell’esperienza amazzonica era offrire ai partecipanti un contatto diretto con il territorio e con la cultura del paese ospitante, affinché potessero percepire e comprendere l’Amazzonia non solo come paesaggio, ma come territorio politico e di resistenza. Per questo motivo, l’immersione è stata concepita come uno spazio di apprendimento e scambio, con la città come sfondo.
Nella prima parte della giornata, i partecipanti hanno compiuto una passeggiata nel centro storico di Belém, guidata dal professore e storico Michel Pinho, ricercatore della storia sociale della città. L’escursione ha avuto la forma di una lezione pubblica, con riflessioni sul ruolo delle popolazioni nere, indigene e fluviali nella formazione del Pará e sulle lotte di resistenza che hanno segnato la regione, come la Cabanagem, rivolta popolare avvenuta tra il 1835 e il 1840 contro lo sfruttamento e l’autoritarismo delle élite coloniali.
“La proposta è guardare Belém da altre prospettive. La città non è solo ciò che appare nelle narrazioni ufficiali, ma il risultato di molti conflitti e resistenze. Questa storia deve essere raccontata da chi l’ha costruita”, ha affermato Pinho.
Durante il percorso, l’educatore ha presentato anche l’architettura e i monumenti della città come elementi di una storia politica, oltre a espressioni idiomatiche locali che traducono lo stile di vita del popolo del Pará.
“Immagino la città come se fosse un’aula. Così, invece di una lavagna, abbiamo un edificio; invece di una proiezione, abbiamo una strada; invece di una narrazione, abbiamo le persone. Fare questo significa rivendicare un diritto: il diritto alla città”, ha spiegato.
Durante il tour/lezione, ha anche utilizzato la musica per mostrare le affinità tra il Pará e l’Africa, con un carro sonoro e canzoni che esprimono la potenza culturale dello stato e le radici nere della nostra identità.
Il gruppo ha concluso la passeggiata al Mercado Ver-o-Peso, considerato il più grande mercato all’aperto dell’America Latina, dove i visitatori hanno potuto conoscere la dinamica popolare che muove l’economia locale e osservare come la vita fluviale sostiene la cultura e l’alimentazione di Belém.
In seguito: la traversata in battello nella Baía do Guajará, a Belém (PA). Le partecipanti provenienti da cinque continenti hanno navigato insieme in un atto di unione, solidarietà e connessione culturale. Davanti all’imbarcazione, un planisfero gonfiabile galleggiava sulle acque, simbolo della casa comune – la Terra – a ricordare che il pianeta in cui viviamo è uno solo per tutti.
Oltre al paesaggio amazzonico di proporzioni imponenti, uno dei momenti più significativi dell’esperienza è stata l’esibizione musicale dal vivo di carimbó. Questo ritmo è una manifestazione culturale di origine indigena e africana, con una forte influenza caraibica, particolarmente visibile nei movimenti di gonne e fianchi. Nato nello stato del Pará, è riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale del Brasile e rappresenta la fusione tra tradizioni indigene, africane e portoghesi: una celebrazione viva della diversità amazzonica.
Il momento è stato segnato dalla mescolanza di lingue e storie, ma anche da un sentimento comune: quello di appartenere a una lotta globale contro l’ingiustizia climatica e il potere delle grandi corporazioni.
Oggi - IV giorno dell'incontro - le delegate si sono suddivise in cinque gruppi di lavoro, ciascuno dedicato a un tema specifico: organizzazione, formazione, donne e giovani, comunicazione e forme di lotta. Le discussioni sono state intense e hanno permesso di condividere esperienze e strategie comuni tra le comunità colpite in diversi paesi.Domani, dopo la plenaria di restituzione dei gruppi, forniremo un resoconto più dettagliato delle discussioni e delle proposte emerse.
In questa giornata è intervenuto anche Pedro Arrojo, storico attivista spagnolo per la difesa dell’acqua e, dal 2020 – ancora per un anno – Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, presente all’incontro per portare il suo contributo e la sua esperienza sulle lotte globali legate al diritto all’acqua. Trovate l'intervista all'interno del podcast.

