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Dall'Amazzonia ai Colli Albani: la foresta resiste!

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Il giovedì 23 ottobre, alle ore 18:30, si terrà alla sala teatro della Cattedrale di San Pancrazio di Albano Laziale un incontro con Donald Moncayo, portavoce di UDAPT, organizzazione che rappresenta oltre 30.000 persone colpite dalla contaminazione causata da Chevron-Texaco nella foresta amazzonica ecuadoriana. 

In comunicazione telefonica con Doris, del Comitato per la Protezione Boschi dei Colli Albani, abbiamo parlato di come sarà questo incontro ma anche di cosa si può imparare delle lotte per l'ambiente e contro il capitalismo che portano avanti i popoli del Sudamerica contro le grandi petroliere che devastano la foresta Amazzonica.

A continuazione il comunicato: 

Dall' Amazzonia ai Colli Albani: la foresta resiste!

Giovedì 23 ottobre - ore 18:30

Sala teatro della Cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale (entrata
da via Graziosa)

Avremo l'onore di incontrare Donald Moncayo, portavoce di UDAPT, organizzazione che rappresenta oltre 30.000 persone colpite dalla contaminazione causata da Chevron-Texaco nella foresta amazzonica ecuadoriana.

Da decenni le multinazionali sfruttano l'Amazzonia senza scrupoli, distruggendo ambiente, salute e diritti delle comunità indigene. Donald lotta da sempre per la giustizia ambientale e sarà con noi in occasione della sua visita a Roma per l'incontro mondiale dei movimenti popolari promosso dalla Santa Sede.

Il suo racconto si intreccerà con quello delle lotte locali ai Castelli Romani, dove il 95% dei boschi del parco è a rischio a causa di un sistema di taglio intensivo industriale che nulla ha a che fare con la gestione sostenibile del territorio.

Con lui dialogheranno il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani e altre realtà del Coordinamento contro le nocività ambientali, per mettere in relazione due territori e due resistenze unite dallo stesso legame profondo tra comunità e natura. Un'occasione unica per ascoltare, confrontarsi e unirsi nella difesa dei territori.

Perché la foresta resiste, qui come in Amazzonia.

 

In difesa dei boschi dei colli albani

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Gli ultimi aggiornamenti in merito alle iniziative in difesa dei boschi dei colli albani
 
SABATO 4 MAGGIO PASSEGGIATA SU CIO' CHE RIMANE DEL MONTE ARTEMISIO – APPUNTAMENTO ORE 9.00 AL PARCHEGGIO DEL CIMITERO DI VELLETRI
PER CHIEDERE ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VELLETRI DI RITIRARE LA CONCESSIONE DI TAGLIO ALLA DITTA CHE STA TAGLIANDO I BOSCHI SUL MONTE, IMPUTATA IN UN PROCESSO PENALE
Giro di circa 7 km con dislivello facile, circa 3 ore. Portare abbigliamento comodo e acqua. I cani sono benvenuti!
Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani invita tutti/e a partecipare alla prossima iniziativa che si svolgerà sabato 4 maggio a Velletri.
Sarà, ancora una volta, l'occasione per percorrere insieme i sentieri del Parco Regionale dei Castelli Romani e vedere lo stato in cui si trovano i nostri boschi tagliati a ceduo.
I comuni dei Castelli Romani vendono alle ditte private la possibilità di disboscare particelle boschive per la legna queste e, ottenuti anche i permessi dall'Ente Parco, tagliano ettari ed ettari di bosco rasi al suolo con l'ausilio di macchinari che devastano anche il sottobosco, lasciando per mesi i sentieri interdetti al passaggio di persone a piedi e in bici. Tutto questo per il solo profitto di chi rivende la legna.
Il 12 marzo scorso ha preso il via il processo contro la ditta che gestisce il taglio degli alberi di 1/3 dei boschi dell'intero Monte Artemisio (Velletri). L’accusa a carico della ditta che si è aggiudicata l’appalto decennale nel 2018 è quella di peculato per aver tagliato molti più alberi rispetto al dovuto.
La corte ha ascoltato i testimoni dell'accusa tra i quali l’allora consigliere comunale delegato al patrimonio boschivo del Comune di Velletri e l’ex vigile silvano incaricato della sorveglianza del taglio da parte del Comune. Entrambi sono stati decisi nel ribadire le accuse. Il vigile ha affermato di aver rilevato e trasmesso al Comune di Velletri “le inadempienze riscontrate in fase di collaudo” ed ha precisato come siano stati tagliati “anche alberi diversi dal castagno, tra i quali perfino una quercia”.
La difesa ha chiesto di sentire alcuni nuovi testimoni, cosa questa che ha comportato un rinvio del processo, addirittura al 4 febbraio del 2025, quasi un anno!
Nel frattempo il taglio degli alberi nel bosco del Monte Artemisio da parte della ditta concessionaria continuerà visto che il Comune di Velletri non ha ritenuto di prendere al riguardo alcun provvedimento.
Non comprendiamo come sia possibile che la ditta imputata per i tagli continui ad operare sul luogo, nonostante il Comune di Velletri si sia costituito parte civile al processo.
Crediamo che la vicenda, bene esposta dai giornalisti locali, stia facendo chiarezza sulle responsabilità e gli interessi che legano i profitti delle ditte private alle responsabilità politico-amministrative.
Dell'Ente Parco non sappiamo più cosa dire, visto che al processo penale in corso non si è nemmeno degnato di costituirsi parte civile per tutelare sè stesso, i boschi ed in ultimo noi che viviamo in questo territorio.
CHIEDIAMO ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VELLETRI L'IMMEDIATO RITIRO DELLA CONCESSIONE ALLA DITTA FINO ALLA SENTENZA DEL TRIBUNALE.
Tutto questo ricordiamolo avviene in una fase storica di incredibili cambiamenti climatici: questi ultimi sono causati proprio dallo sfruttamento da parte degli esseri umani del pianeta e non sono tanto colpa dei singoli cittadini, quanto delle aziende che per profitto danneggiano la natura. Nel Parco infatti proprio le aziende sversano tonnellate di rifiuti nel bosco oppure si aprono vere e proprie autostrade con cingolati, ruspe e camion per tagliare milioni di alberi.
Sottolineiamo che nelle scorse settimane abbiamo effettuato delle formali segnalazioni all'Ente Parco, ai Carabnieri Forestali e al Comune di Rocca di Papa, alla Sovrintendenza dei Beni Archeologici e al GAL sia per i tagli lungo la via Sacra che per la zona della Forcella. Neanche siamo stati degnati di una risposta.
Alla Forcella (Rocca di Papa) hanno distrutto un tratto della Ippovia, costata 13 anni fa circa 200 mila euro di fondi pubblici.
Proprio su Monte Artemisio la ditta imputata sta tagliando sui sentieri boschivi più frequentati del monte, sul costone del Maschio d'Ariano e in prossimità di Fonte Donzella.
E' questa l'idea di valorizzazione del territorio?
Ormai non c'è sentiero del parco che non sia a rischio taglio (nemmeno le aree archeologiche!) e sono molti quelli formalmente interdetti.
Se manca il personale per i controlli, se le multe per le ditte sono irrisorie e già messe in conto, se i piani forestali dei vari comuni tendono a massimizzare le aree da mettere a profitto, se gli enti preposti si girano dall'altra parte dobbiamo essere noi a impegnarci per far sì che tutto ciò cambi, e in fretta.
E allora continuiamo a costruire iniziative, ad aprire vertenze e ad opporci a chi ha scambiato il Parco dei Castelli Romani per una legnaia privata.
 
 
Venerdì 3 maggio alle 19.00 assemblea settimanale nella sede delle associazioni a via Tevere 10 a Genzano.
Sabato 4 maggio tutti/e a Velletri, con ritrovo al parcheggio del cimitero alle 9.00 per raggiungere con il minor numero di mezzi il punto di partenza di uno dei sentieri dell'Artemisio.
Sabato 11 maggio di nuovo a Velletri, stavolta in centro storico, per una assemblea pubblica cittadina.