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Ilva

Uno maggio Taranto Libero e Pensante

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Dieci anni fa, nel 2013, nel cuore di una città ferita dall’inquinamento industriale, nasceva Uno Maggio Taranto Libero e Pensante. Non un semplice concerto, ma una voce di resistenza, un palco libero dove artisti, cittadini e attivisti si incontrano per denunciare una realtà ingiusta.

Quando l’emergenza ILVA raggiungeva il culmine, un gruppo di cittadini e lavoratori tarantini ha deciso di alzare la voce. Senza sponsor, senza finanziamenti istituzionali, con la sola forza della comunità, ha creato un evento che è diventato un simbolo di lotta, speranza e solidarietà.

Con Fido Guido, cantante e musicista tarantino, presentiamo la Decima Edizione dell'Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, nato per iniziativa del "Comitato dei cittadini e dei lavoratori liberi e pensanti", come risposta dal basso alla crisi non solo ambientale, ma anche economica e sociale che opprime la città.

Taranto, chiudere tutto adesso

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I fratelli Riva, che hanno gestito il polo siderurgico di Taranto fino a circa dieci anni fa, sono stati condannati in primo grado a venti e ventidue anni di carcere con accuse pesantissime, che vanno dall'associazione a delinquere all'avvelenamento di sostanze alimentari. Ma a Taranto si è continuato a morire di inquinamento anche negli ultimi dieci e l'unica soluzione per salvare la città è la chiusura e la bonifica di un sito che non ha solo avvelenato Taranto ma ha fatto sentire il suo influsso anche a decine di chilometri di distanza.

Salvatore, della confederazione COBAS tarantina, ci racconta l'andamento delle mobilitazioni in città e la necessità di una forte spinta dal basso per arrivare a fare chiudere gli impianti

Taranto, nuvole nere all'orizzonte

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A Taranto la vertenza sull'ex ILVA prosegue e l'ArcelorMittal ormai ha fatto capire esplicitamente di voler abbandonare lo stabilimento. Difficile capire chi potrebbe accollarsi un impianto con poche prospettive e che perde due milioni di euro al giorno. Intanto in città si respira un clima pesante e l'unità, raggiunta faticosamente pochi anni fa, fra ragioni del lavoro e dell'ambiente è tutta da ricostruire adesso.

Taranto, l'ArcelorMittal si ritira?

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L'ArcelorMittal ha annunciato la rescissione dell'accordo per acquisire le acciaierie ex-ILVA di Taranto, le motivazioni sarebbero da rintracciare nello stop al cosiddetto scudo penale per gli ex manager e in alcuni provvedimenti del tribunale di Taranto.

In realtà, come ci spiega un compagno di Taranto, il colosso indiano non ha alcuna intenzione, per ora, di abbandonare Taranto e sta facendo pressioni per ottenere, esattamente come successo durante il precedente governo, il mantenimento dello scudo penale. In prospettiva, comunque, le aspettative non sono per nulla buone: si prospetta lo spettro di una contrapposizione tra operai e popolazione, come già avvenuto nel 2012, e di un abbandono delle acciaierie da parte della ArcelorMittal in tempi non eccessivamente lunghi.