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Tracciamento all'italiana

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Oggi parliamo della notizia del momento: la nuova app di tracciamento che si userà in italia. O per lo meno ci proviamo, data la scarsità di  informazioni conclusive e tanta confusione sull'argomento. Cerchiamo di  ricostruire come dovrebbe funzionare l'app in questione mettendone in  risalto alcune possibili criticità, come il meccanismo con cui avviene la  notifica a chi è entrato in contatto con un positivo, la quantità di  informazioni che stanno sul server centrale (e la sua proprietà) e l'effettiva livello di apertura del codice che è stato promesso.
Il modello di gestione promesso all'inizio (ben spiegato da questo fumetto in inglese ) potrebbe cedere il passo ad un meccanismo molto più invasivo, anonimizzato solo in maniera apparente, e con una gestione di dati da parte di un'autorità centrale molto più estesa.
Discutiamo anche della effettiva volontarietà dell'uso dell'app, che anche  se sarebbe formalmente volontaria, rischia di diventare  praticamente obbligatoria, ed è improbabile possa raggiungere le  percentuali di copertura auspicate se non con qualche forma di incentivo o coercizione. Sembra concreto, quindi, il rischio che senza questa app alcune attività possano essere precluse.
Diamo poi un'occhiata a cosa succede negli altri paesi, nella maggior  parte dei quali il rispetto della privacy non è proprio menzionato, e  trattamento e sorveglianza sembrano gli obiettivi principali. Tra l'altro in  molti casi con scarso successo (scarsa copertura) in assenza di obblighi  all'uso di questi strumenti.
Non sembra rassicurante nemmeno la promessa che tutto dovrebbe essere open source: infatti anche se dicono che è tutto pronto, il codice non si è ancora visto.
 
Per la rubrica "cosa fanno gli hacker in quarantena" parliamo con una compagna di Hacklabbo e mandiamo un contributo da IFDO.