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abuso di polizia

Basta abusi in divisa! 24 giugno corteo a Verona

Data di trasmissione
Durata 17m 24s

Lanciata con una conferenza stampa questa mattina a Verona la manifestazione:

BASTA ABUSI IN DIVISA
VERONA, SABATO 24 GIUGNO, ORE 14,
MANIFESTAZIONE.
Sono quasi 30 gli agenti della Questura di Verona indagati per i reati di tortura, maltrattamenti, lesioni e
omissione di atti di ufficio ai danni di persone quasi tutte migranti e senza dimora.
Da tempo, molte associazioni e organizzazioni veronesi denunciano e sono a conoscenza delle pratiche violente
e discriminatorie delle forze di polizia. Sono violenze che riguardano tutte e tutti, non solo le persone migranti.
A finire nei locali della Questura, sotto tortura, come sembra emergere da alcune testimonianze dei giorni
scorsi, è finito anche il figlio di un sottoufficiale della polizia. L’omertà ha vinto anche in quel caso. Ma come
spesso accade, sono le persone più indifese a subire le maggiori vessazioni. Lo dicemmo nel gennaio del 2022,
protestando contro alcune pratiche razziste, ma fummo denunciati per calunnia.
Oggi i fatti mostrano una realtà conosciuta da tempo. A fronte del numero di indagati è molto difficile pensare
che negli uffici di Lungadige Galtarossa qualche persona non sapesse cosa stesse avvenendo durante i fermi
delle volanti o per le strade della città.
La gravità di questi eventi ci spinge a pretendere un necessario e radicale ripensamento della funzione e delle
pratiche delle cosiddette “forze dell’ordine” e dei controlli a cui devono essere sottoposte per garantire il rispetto
dei diritti di tutte e tutti.
Siamo consapevoli di quanto queste pratiche violente siano quotidiane. La violenza delle forze dell’ordine,
infatti, non si manifesta soltanto negli atti brutali ed eclatanti denunciati in queste settimane. L’odissea di chi
richiede i documenti necessari per vivere e lavorare regolarmente nel bel Paese, le file interminabili e i tempi di
attesa per un appuntamento, i controlli a tappeto, e le foto segnalazioni indiscriminate, nei confronti di migliaia
di minorenni davanti alla Gran Guardia per opera della polizia locale, mettono in scena ogni giorno le criticità
di un mondo che non ha mele marce, ma un frutteto malato.
Una violenza strutturale che rimane sempre taciuta. Anche in questi giorni, sui media locali e per voce delle
istituzioni, assistiamo a una vittimizzazione vergognosa degli agenti. Arrivano gli psicologi per il personale della
Questura; vengono pubblicati i curriculum stellati di alcuni indagati; si punta il dito sui soggetti che avrebbero
subito torture indicandoli come “provocatori”. In questa narrazione passa in secondo piano la gravità di quanto
sta emergendo dalle indagini, e quanto molte realtà cittadine hanno già denunciato pubblicamente in passato.
Si vuole mostrare il volto pulito e democratico delle forze di polizia, che avrebbero svelato esse stesse il marcio
al loro interno. Ma com’è possibile accettare che le indagini siano guidate dallo stesso ente che è sotto inchiesta?
Numeri identificativi e bodycam sono quindi strumenti indispensabili per tutelare i diritti delle persone a
non subire vessazioni da parte delle forze dell’ordine. Ma non sono sufficienti a cambiare il quadro in cui si
inseriscono queste violenze. Abbiamo bisogno di una commissione esterna e indipendente per raccogliere le
denunce di chi vi incorre; abbiamo bisogno di figure di intermediazione all’interno dei processi di accoglienza
migranti; ma soprattutto va ripensato il ruolo delle forze dell’ordine nella gestione del territorio, dei suoi
margini e di chi li abita. Fin troppo spesso esse colmano la mancanza di politiche e interventi sociali. Si danno
risposte autoritarie a situazioni che meriterebbero attenzioni ben diverse, di inclusione, sostegno economico e
psicologico.

Per tutti questi motivi lanciamo una manifestazione il 24 giugno che possa fare luce, attraverso voci e
testimonianze differenti, sugli abusi che vengono perpetrati fuori e dentro le istituzioni, passando dalle questure
alle carceri, dai centri accoglienza ai cpr, dai fermi di polizia nelle strade alle repressioni verso chi non rimane
indifferente ed esprime il proprio dissenso verso pratiche che opprimono e umiliano. Vogliamo ripensare un
modo diverso di intendere il controllo e la sicurezza di una città a partire da chi dichiara di volerla proteggere.
BASTA ABUSI IN DIVISA
BASTA TORTURE IN QUESTURA
BASTA OMERTA’
BASTA ANONIMATO PER LE FORZE DELL’ORDINE
BASTA CONSIDERARE I MARGINALI CARNE DA MACELLO
BASTA CONSIDERARCI CARNE DA MACELLO
BASTA ATTESE INFINITE IN QUESTURA
BASTA CODE IN QUESTURA
BASTA ARROGANZA
BASTA RINNOVO PERMESSI DI SOGGIORNO A UN ANNO
BASTA MANIFESTAZIONI FASCISTE A VERONA
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- Assemblea 17 dicembre / Verona Città Aperta
- Circolo Pink LGBTE Verona
- Infospazio 161
- ADL Verona
- Laboratorio Autogestito Paratod@s
- Rifondazione Comunista Verona
- Osservatorio Migranti Verona
- Non UNa di Meno Verona
 
 

9 Marzo: udienza per l'omicidio di Ugo Russo

Data di trasmissione

Negli scorsi giorni, il comitato verità e giustizia per Ugo Russo, ha fatto un'iniziativa di fronte al murales dedicato ad Ugo, che è stato raccontato dai media come un'esaltazione della criminalità, mentre è soltanto un ricordo di Ugo, e un grido di verità e giustizia per il suo assassinio.

Ugo Russo, ragazzo ucciso a 15 anni da un carabiniere fuori servizio con un colpo alla nuca mentre scappava durante una tentata rapina con una pistola giocattolo.

Il 9 Marzo ci sarà la seconda udienza preliminare per il processo sull'omicidio di Ugo.

Parigi: manifestazione in ricordo di Rèmi ucciso dalla polizia

Data di trasmissione
Durata 8m 5s

Rèmi giovane manifestante muore nel sud della francia ucciso dalla polizia durante una protesta contro il la costruzione di una diga per l'agricoltura intensiva in un'area di particolare pregio ambientale. A parigi si tiene questa sera una manifestazione per ricordare Rèmi e contro le brutalità delle "forze dell'ordine", pittosto pacifica per dire il vero, che però viene repressa dalla polizia, che perviene ad arrestare un gran numero dei partecipanti...

Barcellona: des-montaje 4F liberi/e tutti/e!

Data di trasmissione
Durata 53m 7s

La montatura poliziesca 4F è già costata una vita, quella di Patricia, e la galera per altre 4 persone. Un caso esemplare di abuso di potere e disciplinamento politico attraverso il carcere, che svela la natura classista dello Stato e della società. A raccontarlo la madre di Rodrigo Lanza, in carcere da 4 anni senza alcuna prova.

 

http://www.desmontaje4f.org/it/2012/06/rodrigo-lanza-vuelve-a-prision-e…