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migranti

Catania: sugli sgomberi di San Berillo

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A metà ottobre un blitz interforze con polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia municipale e uomini e mezzi del servizio di nettezza urbana nel quartiere di San Berillo, nel cuore del centro storico di Catania. Diverse le persone sgomberate, 4 ragazzi deportati in un CPR perché sprovvisti di permesso di soggiorno, il tutto con la scusa dello spaccio e della prostituzione. “Qui a San Berillo vengono tanti giovani catanesi per farsi di crack”, ha dichiarato il sindaco di Catania, Enrico Trantino, presente durante le operazioni di polizia durate per tutta la giornata, adducendo così la motivazione alla lotta allo spaccio. Eppure non risultano sequestri di sostanze stupefacenti né altre particolari criticità escluso quello del bisogno di un tetto. San Berillo, del resto, è un quartiere centrale che negli ultimissimi anni si sta trasformando in un quartiere per turisti, in una città che proprio grazie al turismo vede procedere spedita la gentrificazione del cuore cittadino. Ne parliamo con Saikou della comunità gambiana del quartiere e portavoce dell'associazione dei ragazzi gambiani. 

Centri di detenzione per migranti: dagli anni 90 al 2023

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Insieme a 3 compagne e compagni del fu Asilo occupato, che per 15 anni hanno portato avanti un percorso di lotta contro i Cpt-Cie-Cpr per il quale l'occupazione fu sgomberata e loro accusati di associazione sovversiva contro lo Stato, processo che a breve entra nel vivo del secondo grado di giudizio e con Gianluca Vitale dell'ASGI parliamo di centri di detenzione per migranti.

Nella prima parte del redazionale facciamo un excursus storico sulla nascita della detenzione amministrativa dei migranti, dai primi sbarchi di massa in Puglia provenienti dai Balcani, fino ai CIE e ai CPR, passando per il ruolo di Frontex. Parliamo inoltre delle lotte dei migranti dentro ai centri, che hanno portato a chiusure ripetute di diversi di essi, e del sostegno a queste lotte di solidali in tutta Italia.

Nella seconda parte approfondiamo dal punto di vista giuridico l'approccio tenuto fino ad oggi dal governo di destra attuale, con il DL Cutro e le successive disposizioni ministeriali sul tema delle migrazioni, che prevedono l'inasprirsi di una vera e propria lotta ai migranti, visti come invasori e nemici da tenere lontani dalle frontiere di una fortezza Europa che continua a fare il conto dei cadaveri nel mediterraneo e delle vite recluse dentro centri di accoglienza e di detenzione, per la sola ragione di non avere il corretto foglio di carta fra le mani, o di 5000 da corrispondere allo stato italiano.

Voci dal presidio al CPR di Ponte Galeria del 15 ottobre

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Domenica 15 ottobre compagne e compagni solidali con i migranti reclusi all'interno del CPR di Ponte Galeria hanno dato vita ad un presidio di fronte alle mura del centro di detenzione, che ha portato voci, musica e fuochi ai reclusi e alle recluse.

Dal comunicato di indizione del presidio:

In 25 anni le mura di Ponte Galeria hanno incontrato le resistenze e le ribellioni di centinaia di persone migranti.

L'ultima protesta di cui sappiamo qualcosa è avvenuta il 25 settembre scorso a causa delle condizioni di detenzione e del divieto di comunicazione con l'esterno tramite telefono, le notizie parlano di danneggiamenti alla sezione maschile e diversi feriti.

L'Illegal Migration Bill e la guerra della Gran Bretagna alle persone migranti

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Durata 52m 30s

Passa la legge anti-migranti del primo ministro Rishi Sunak: chiunque arrivi nel Regno Unito con rotte considerate "illegali" sarà fermat ed espuls. L'Illegal Migration Bill mira a impedire la permanenza nel Regno Unito di chiunque sia entrato nel Paese attraverso una rotta che il governo considera "irregolare". Spesso si tratta di persone transitati per Paesi considerati sicuri, come la Francia, e arrivate nel Regno Unito attraverso il Canale della Manica. Una volta identificate le persone saranno rinchiuse, senza possibilità per i primi 28 giorni di ottenere un appello e senza nemmeno la possibilità di presentare domanda d'asilo. Queste persone saranno deportate poi nel proprio Stato di provenienza o in un Paese considerato "sicuro". Una volta deportate, non potranno mai più fare ritorno. Esistono diversi accordi di deportazione, ma il più celebre è quello firmato nel 2022 con il Ruanda: in cambio di circa 140 milioni di euro, il paese si è impegnato ad accogliere le persone deportate dal Regno Unito.

La legge prevede l’uso di lager galleggianti per internare le persone richiedenti asilo.

Ne parliamo con un compagno.

Lampedusa, per quanto ancora parleranno di emergenza?

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Durata 1h 9m 11s

Un lungo redazionale di approfondimento sulla situazione migranti a Lampedusa.

Abbiamo parlato con tre compagni, partendo dalla storia degli sbarchi a Lampedusa, della situazione Tunisina e del memorandum UE-Tunisia firmato il 16 luglio scorso da  Saied e dalla delegazione Ue von der Leyen, Meloni e Rutte che siglano il pacchetto complessivo di 255 milioni di euro per il bilancio dello Stato nordafricano e per la gestione dei flussi migratori.

Lampedusa viene utilizzata ancora una volta per creare emergenze, spostare milioni di euro e permettere il traffico di esseri umani.

 

Dalla baraccopoli di Borgo Mezzanone, analisi del Decreto Flussi

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Durata 33m 48s

l Consiglio dei Ministri, nella riunione del 6 luglio, ha approvato, in esame preliminare, il decreto della Presidente del Consiglio dei ministri “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavori stranieri per il triennio 2023-2025”.

Ne parliamo con una compagna di Campagne in lotta che parla da Borgo Mezzanone nella cui baraccopoli è scoppiato l'ennesimo incendio, fortunatamente senza danni alle persona questa volta.

Basta abusi in divisa! 24 giugno corteo a Verona

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Durata 17m 24s

Lanciata con una conferenza stampa questa mattina a Verona la manifestazione:

BASTA ABUSI IN DIVISA
VERONA, SABATO 24 GIUGNO, ORE 14,
MANIFESTAZIONE.
Sono quasi 30 gli agenti della Questura di Verona indagati per i reati di tortura, maltrattamenti, lesioni e
omissione di atti di ufficio ai danni di persone quasi tutte migranti e senza dimora.
Da tempo, molte associazioni e organizzazioni veronesi denunciano e sono a conoscenza delle pratiche violente
e discriminatorie delle forze di polizia. Sono violenze che riguardano tutte e tutti, non solo le persone migranti.
A finire nei locali della Questura, sotto tortura, come sembra emergere da alcune testimonianze dei giorni
scorsi, è finito anche il figlio di un sottoufficiale della polizia. L’omertà ha vinto anche in quel caso. Ma come
spesso accade, sono le persone più indifese a subire le maggiori vessazioni. Lo dicemmo nel gennaio del 2022,
protestando contro alcune pratiche razziste, ma fummo denunciati per calunnia.
Oggi i fatti mostrano una realtà conosciuta da tempo. A fronte del numero di indagati è molto difficile pensare
che negli uffici di Lungadige Galtarossa qualche persona non sapesse cosa stesse avvenendo durante i fermi
delle volanti o per le strade della città.
La gravità di questi eventi ci spinge a pretendere un necessario e radicale ripensamento della funzione e delle
pratiche delle cosiddette “forze dell’ordine” e dei controlli a cui devono essere sottoposte per garantire il rispetto
dei diritti di tutte e tutti.
Siamo consapevoli di quanto queste pratiche violente siano quotidiane. La violenza delle forze dell’ordine,
infatti, non si manifesta soltanto negli atti brutali ed eclatanti denunciati in queste settimane. L’odissea di chi
richiede i documenti necessari per vivere e lavorare regolarmente nel bel Paese, le file interminabili e i tempi di
attesa per un appuntamento, i controlli a tappeto, e le foto segnalazioni indiscriminate, nei confronti di migliaia
di minorenni davanti alla Gran Guardia per opera della polizia locale, mettono in scena ogni giorno le criticità
di un mondo che non ha mele marce, ma un frutteto malato.
Una violenza strutturale che rimane sempre taciuta. Anche in questi giorni, sui media locali e per voce delle
istituzioni, assistiamo a una vittimizzazione vergognosa degli agenti. Arrivano gli psicologi per il personale della
Questura; vengono pubblicati i curriculum stellati di alcuni indagati; si punta il dito sui soggetti che avrebbero
subito torture indicandoli come “provocatori”. In questa narrazione passa in secondo piano la gravità di quanto
sta emergendo dalle indagini, e quanto molte realtà cittadine hanno già denunciato pubblicamente in passato.
Si vuole mostrare il volto pulito e democratico delle forze di polizia, che avrebbero svelato esse stesse il marcio
al loro interno. Ma com’è possibile accettare che le indagini siano guidate dallo stesso ente che è sotto inchiesta?
Numeri identificativi e bodycam sono quindi strumenti indispensabili per tutelare i diritti delle persone a
non subire vessazioni da parte delle forze dell’ordine. Ma non sono sufficienti a cambiare il quadro in cui si
inseriscono queste violenze. Abbiamo bisogno di una commissione esterna e indipendente per raccogliere le
denunce di chi vi incorre; abbiamo bisogno di figure di intermediazione all’interno dei processi di accoglienza
migranti; ma soprattutto va ripensato il ruolo delle forze dell’ordine nella gestione del territorio, dei suoi
margini e di chi li abita. Fin troppo spesso esse colmano la mancanza di politiche e interventi sociali. Si danno
risposte autoritarie a situazioni che meriterebbero attenzioni ben diverse, di inclusione, sostegno economico e
psicologico.

Per tutti questi motivi lanciamo una manifestazione il 24 giugno che possa fare luce, attraverso voci e
testimonianze differenti, sugli abusi che vengono perpetrati fuori e dentro le istituzioni, passando dalle questure
alle carceri, dai centri accoglienza ai cpr, dai fermi di polizia nelle strade alle repressioni verso chi non rimane
indifferente ed esprime il proprio dissenso verso pratiche che opprimono e umiliano. Vogliamo ripensare un
modo diverso di intendere il controllo e la sicurezza di una città a partire da chi dichiara di volerla proteggere.
BASTA ABUSI IN DIVISA
BASTA TORTURE IN QUESTURA
BASTA OMERTA’
BASTA ANONIMATO PER LE FORZE DELL’ORDINE
BASTA CONSIDERARE I MARGINALI CARNE DA MACELLO
BASTA CONSIDERARCI CARNE DA MACELLO
BASTA ATTESE INFINITE IN QUESTURA
BASTA CODE IN QUESTURA
BASTA ARROGANZA
BASTA RINNOVO PERMESSI DI SOGGIORNO A UN ANNO
BASTA MANIFESTAZIONI FASCISTE A VERONA
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- Assemblea 17 dicembre / Verona Città Aperta
- Circolo Pink LGBTE Verona
- Infospazio 161
- ADL Verona
- Laboratorio Autogestito Paratod@s
- Rifondazione Comunista Verona
- Osservatorio Migranti Verona
- Non UNa di Meno Verona
 
 

Sostituzione etnica ed altre amenità, il commento di Guido Caldiron

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Durata 15m 53s

Sostituzione etnica ed altre amenità

collegamento telefonico con Guido Cladiron, giornalista del Manifesto, per commentare le agghiaccianti dichiarazioni de ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

Il ministro in sede sindacale ha parlato di "sostituzione etnica" riguardo la questione migratoria, al centro del dibattito politico nelle ultime settimane, scusandosi poi per l'errore, come aveva fatto La Russa giorni addietro.

Sostituzione etnica, un grande classico del revisionismo storico delle destre, altro che errore.