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iran

L'Iran fra carenza di gas e proteste che proseguono

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Durata 18m 47s

In Iran continuano le mobilitazioni in tutti gli angoli del paese e prosegue, purtroppo, anche la repressione del regime. Nel frattempo milioni di iraniani patiscono la scarsità di approvvigionamenti di gas, nonostante l'Iran disponga di risorse naturali colossali, e procede, sia pure molto a rilento, il tentativo di dichiarare ufficialmente i pasdaran come un'organizzazione terrorista.

La nostra corrispondenza con una rappresentante dell'associazione delle e dei giovani iraniani in Italia.

Il bilancio della settimana in Iran

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Durata 26m 51s

Dopo quattro mesi di rivolte le mobilitazioni in Iran non accennano a diminuire, anche se la repressione prosegue più dura che mai e continuano ad essere emanate condanne a morte, spesso in danno di giovanissimi. La nostra corrispondenza con una rappresentante dell'associazione dei giovani iraniani in Italia per fare il punto della situazione, fra prese di posizione che cominciano ad essere più dure e settori della teocrazia che cercano ion qualche odo di rifarsi una verginità politica.

Iran, quasi quattro mesi di rivolta contro il regime

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Durata 15m 11s

La violenza del regime iraniano non riesce a fermare le proteste, che continuano ad essere estese in tutto il paese e coinvolgono 282 città e tutte le 31 province del paese. Il saldo attuale della repressione parla di almeno 750 vittime e oltre 35.000 arresti, la macchina dei boia continua ad andare avanti e si registrano condanne a morte comminate anche nei confronti di giovanissimi e disabili.

Sabato 7 gennaio, alle ore 16.00, le giovani e i giovani iraniani invitano alla mobilitazione di fronte all'ambasciata dell'Iran, in via Nomentana 361.

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

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Durata 17m 45s

Ieri 3 gennaio a Roma, in piazza gioacchino belli si è svolta una manifestazione sotto lo slogan "Jin Jiyan Azadi", al fianco delle donne che lottano contro i Talebani e il Regime della Repubblica islamica dell'Iran.

 

Riportiamo il comunicato.

 

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

Roma 3/1/2023 - Lo slogan Jin Jiyan Azadi è uno slogan delle nostre sorelle
combattenti curde.
Durante le proteste contro l'uccisione di Jina Amini in Iran, tre mesi fa, già dai
primi giorni del suo utilizzo, lo slogan ha intrapreso un cammino rivoluzionario.
Ha attraversato tutte le città iraniane, e in poche settimane, è arrivato in
molteplici paesi del mondo compreso l'Afghanistan, dove le nostre coraggiose
sorelle, lo hanno gridato davanti all'ambasciata della Repubblica Islamica
dell'Iran a Kabul. Le donne in Afghanistan stanno lottando a mani nude nelle
strade delle città da oltre un anno contro i Talebani armati.
La rivoluzione "Donna, Vita, Libertà" ci è entrata rapidamente nei cuori, perché
noi ci identifichiamo l’unə con l'altrə e perché il nostro dolore è comune.
Noi donne, così come tutte gli altri generi emarginate e le etnie oppresse in
Afghanistan e in Iran, siamo statə sottopostə all'oppressione e alla violenza da
troppo tempo. In molti casi, la nostra popolazione ha subito dei veri e propri atti
di genocidio come quello degli Hazara in Afganistan.
In altri casi stupri e pestaggi hanno portato alla morte. Infatti, ragazze adolescenti
in iran sono state stuprate dalle forze repressive del regime fino alla morte, la
popolazione Balouchi è stata massacrata e i manifestanti iraniani sono stati
catturati e impiccati.
Sia in Afghanistan che in Iran, siamo costantemente sottopostə all'apartheid di
genere.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questa violenza e discriminazione
strutturale e sistematica. Vogliamo tenerci per mano in sorellanza e unire le
forze per distruggere questo ordine misogino.
Fuori dai nostri confini, pensiamo che i paesi occidentali, compresa l'italia,
abbiano delle responsabilità rispetto a quanto sta accadendo nei nostri paesi.

 

In Afghanistan dopo l'invasione militare della Nato, le donne e le etnie oppresse
sono state abbandonate in mano ai Talebani, che ora, grazie alle politiche
occidentali, sono diventati più potenti che mai.
Con l'arrivo dei Talebani al potere, il terrorismo internazionale ha trovato un luogo
sicuro per svolgere le proprie attività. Il rischio dello sviluppo del terrorismo nel
mondo è aumentato più che mai e l’Occidente continua, purtroppo, a intrattenere
rapporti commerciali e diplomatici con i Talebani.
Gli stessi rapporti si sono intrattenuti e consolidati nel corso di quarant’anni tra
l’Iran e il suo regime criminale e i paesi UE, compresa l’Italia.
Riteniamo che tali relazioni rafforzino politicamente e economicamente i nostri
oppressori e che li aiutino a reprimerci ulteriormente.
Pensiamo che un paese come l'Italia non possa avere degli stupratori, degli
assassini e dei misogini come interlocutori in nessun caso.

Pertanto, le nostre richieste al governo italiano sono chiare:
1. chiediamo di interrompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con
i Talebani e con il regime della Repubblica Islamica dell'Iran.
2. chiediamo azioni urgenti e immediate, attraverso le organizzazioni
internazionali, al fine di tutelare i diritti umani, ora violati, nei nostri paesi.
Ci teniamo a sottolineare che Donna Vita Libertà è una rivoluzione che non si
limita al rovesciamento del regime iraniano e del regime Talebano, ma va oltre ai
confini dei nostri paesi. È una rivoluzione che punta a sradicare tutte le forme di
discriminazione compresa quella di genere, di classe, di etnia o razza ovunque
nel mondo.
Per vincere l’unica scelta che abbiamo è quella di unirci e chiedere alle nostre
sorelle italiane di condividere i privilegi ottenuti nel corso della loro storia con noi,
in modo da poter far sentire le nostre rivendicazioni in tutta l'italia.
Teniamoci per mano in questa lotta contro la discriminazione e gridiamo insieme
ad alta voce: Donna, Vita, Libertà!

 

Iran, 100 giorni di rivolta

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Durata 21m 54s

Manifestazione domani, sabato 24 dicembre 2022,  all'ambasciata iraniana a Roma (via nomentana 361) a partire dalle ore 14.00, in concomitanza con il centesimo giorno di sollevazione popolare nel paese.

Insieme a una rappresentante dell'associazione dei giovani iraniani in Italia facciamo il punto sulla situazione, in particolare per quanto riguarda le attività repressive portate avanti dal regime iraniano nel nostro paese e l'uso indiscriminato dello stupro e delle violenze sessuali nelle carceri e nei commissariati dell'Iran.

Insieme a Samira commentiamo, fra gli altri, gli articoli apparsi sul Riformista e sul Corriere della sera.

Sciopero generale in Iran, alla forca anche i minorenni.

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Durata 18m 31s

Ieri è stato impiccato Mohsen Shkari, il primo condannato a morte a causa della sua partecipazione alle manifestazioni che da tre mesi scuotono l'Iran. Si tratta purtroppo del primo condannato "ufficiale" perché in realtà altre esecuzioni sono state probabilmente già eseguite e ad attendere la forca ci sono anche minorenni. Nonostante questo il paese si è fermato per tre giorni per un vero e proprio sciopero generale nazionale.  Il regime scricchiola: da un lato inasprisce la repressione, dall'altro cerca di far balenare proposte pseudoriformiste ipocrite e fuori tempo massimo. Manifestazioni e iniziative di protesta si susseguono dentro e fuori l'Iran, a Roma ennesima manifestazione sabato 10 dicembre.

Parte l'inchiesta internazionale sui crimini del regime iraniano

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Mentre non si placano le proteste, e la repressione, per le strade di tutto il territorio iraniano, il consiglio dei diritti umani dell'ONU, riunito a Ginevra il 24 novembre 2022, ha votato a favore del varo di un'inchiesta internazionale sulla repressione delle proteste nel paese. Le considerazioni di due attiviste dell'associazione dei giovani iraniani residenti in Italia.

Giornale Radio

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In primo Piano

PERQUISIZIONI AL LIVELLO IN CERCA DI MARIUANA

La presentazione di un ordine del giorno per impedire la street parade di Bologna. Le perquisizioni al centro sociale livello 57. E' scontro aperto tra antiproibizionisti e amministrazione bolognese. la testimonianza di Mefisto, tra gli organizzatori della million marijuana march

CORRISPONDENZA REALIZZATA DA AMISNET

ROVERETO ANTIPROIBIZIONISTA

Si è svolto questa mattina presso il Tribunale di Rovereto, il processo al creatore del sito http://www.marijuana.it, per il reato di "istigazione al consumo di sostanze stupefacenti". La sua colpa? Vendere via internet prodotti (legali) e gadget, e ospitare un sito di discussione sulla cannabis. I cittadini antiprobizionisti hanno dato vita a un presidio di fronte al Tribunale di Rovereto, in occasione di un processo che rappresenta l'emblema della persecuzione che colpisce i consumatori e ignora i grandi flussi di narcotraffico. Comè andata questa mattina? Sentiamo Tommaso cittadino antiproibizionista

CORRISPONDENZA REALIZZATA DA RADIONDADURTO

SCONTRI 11 MARZO - Respinta un'altra richiesta di scarcerazione

Il Tribunale del Riesame di Milano ha respinto due nuove richieste di scarcerazione, con arresti domiciliari, avanzate dai legali di due dei 25 giovani ancora in carcere per gli scontri avvenuti l'11 marzo scorso in corso Buenos Aires. Si tratta di due incensurati, entrambi accusati di concorso in devastazione e saccheggio, violenza a pubblico ufficiale e incendio. Secondo i giudici del Riesame permangono le esigenze di custodia cautelare in carcere allo scopo di prevenire la reiterazione del reato e l'inquinamento probatorio.

Nel dispositivo, che cita un'ordinanza del Gip di Milano, si legge che i due al di là delle mere professioni verbali di distacco da metodologie violente di affermazione delle proprie idee (tardivamente effettuate in sede di interrogatorio e comunque smentite dalle circostanze obiettivamente accertate) hanno in realtà palesato di voler seguire e saper efficacemente attuare proprio detti metodi di azione violenta. Intanto, nei prossimi giorni, è attesa la richiesta di rinvio a giudizio del pm Piero Basilone per 29 indagati nei confronti dei quali è già stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini.

CORRISPONDEZA

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MOGADISCIO si aggrava la situazione

Si aggrava la situazione a Mogadiscio, dove intensi combattimenti sono ora segnalati in diverse zone della città: la MISNA lo ha appreso da fonti locali, contattate per telefono in alcuni quartieri della capitale. Difficile un bilancio esatto delle vittime: sarebbero ormai oltre venti, con un numero imprecisato di feriti. Malgrado una fragile tregua, ieri erano ripresi gli scontri, mentre stamani all'alba la battaglia si è allargata alla zona del cosiddetto ‘chilometro 4’ e ora anche in diversi altri quartieri. Ne sono protagonisti alcuni ‘signori della guerra’ della sedicente ‘Alleanza anti-terrorismo’ e i miliziani dei tribunali islamici. Secondo testimonianze citate da un’emittente radiofonica cittadina, miliziani pesantemente armati avrebbero creato posti di blocco collocando alcuni camion in mezzo alla strada e fermato i mini-bus (taxi collettivi) in circolazione, obbligando i passeggeri a proseguire a piedi. Testimoni hanno riferito sempre alla MISNA che le milizie islamiche avrebbero preso il controllo del famoso ‘Hotel Sahafi’, nei pressi del ‘chilometro 4’, finora controllato dai ‘signori della guerra’; davanti al suo ingresso nel febbraio 2005 venne uccisa la produttrice della ‘Bbc’ Kate Peyton, 39 anni.

Al via la conferenza del Dialogo nazionale palestinese

La conferenza del Dialogo nazionale palestinese ha presso avvio presso il quartiere generale di Abu Mazen a Ramallah in collegamento con Gaza citta', dove ai lavori partecipa il primo ministro Ismail Haniye. Abu Mazen ha proposto un calendario, che pare sia stato accettato dai rappresentanti del governo: dieci giorni di trattative e se non emerge un altro progetto, sottoporre a referendum popolare il documento di dirigenti palestinesi detenuti da Israele che suggerisce uno Stato palestinese da creare all'interno dei confini dei territori occupati dallo Stato ebraico nel 1967. Intanto, intense consultazioni sono in corso tra i vari gruppi palestinesi anche a Damasco e a Beirut per cercare di superare le divisioni tra le organizzazioni. Ai colloqui partecipano tutti i massimi dirigenti politici in esilio. Si cerca soprattutto di influenzare gli eventi nella striscia di Gaza, dove la tensione tra sostenitori di Hamas e al Fatah ha raggiunto livelli pericolosi.

proteste degli studenti a teheran

I due piu' importanti atenei di Teheran hanno vissuto una notte ed una mattinata di tumulti e di violente proteste degli studenti, che hanno sostenuto scontri con la polizia nazionale ed i vigilantes della rivoluzione islamica. Quaranta poliziotti sono rimasti lievemente feriti dalla sassaiola degli studenti, che protestavano contro le nuove restrizioni impose dal governo del presidene Ahmadinejad. I giovani hanno acceso falo' davanti ai dormitori universitari spiegando che le proteste si sono accese a causa delle espulsioni di alcuni studenti e della repressione delle critiche ad opera delle autorita'.

colombia: L'Ue denuncia le minacce dei paramilitari ai cooperanti

L'Unione Europea interviene nella compleassa situazione colombiana, denunciando gli attacchi contro i difensori dei diritti umani ad opera dei paramilitari filo-governativi delle Auc. Con questa presa di posizione si testimonia che il processo di pace tra il governo di Uribe e le Auc è una farsa. Il delegato dell'Ue per la Colombia e l'Ecuador e l'ambasciatore austriaco a Bogotà hanno dichiarato "profonda preoccupazione per la recente intensificazione di minacce e aggressioni contro gli attivisti e le loro famiglie". inoltre è stato denunciato che con l'approssimarsi delle elezioni presidenziali i paramilitari hanno minacciato almeno una ventina di cooperanti di Ong.

Spagna: ETA; governo respinge commissione Batasuna

Il governo spagnolo ha respinto come inaccettabile la delegazione di Batasuna per negoziare un accordo politico con gli altri partiti nel Paese Basco ricordando che si tratta di un partito fuorilegge. Una posizione, quella di Madrid, che rischia di paralizzare l'incipiente processo di pace, considerato che sia Eta che Batasuna considerano la "tavola rotonda" basca un elemento imprescindibile del negoziato.

ITALIA

detenuti del carcere di Trento hanno iniziato sciopero fame

Da ieri i detenuti del carcere di Trento hanno iniziato uno «sciopero pacifico della fame ad oltranza» per protestare contro le condizioni igienico-sanitarie della struttura che attualmente ospita 170 persone, mentre la capienza è di 100. In un documento si denunciano lunghe attese per l' assistenza medica, interventi odontoiatrici in condizioni precarie, e in generale condizioni igenico-sanitarie «che offendono la dignità umana, con docce fatiscenti e scrostate, passaggi sporchi dove i topi e i piccioni la fanno da padrone».

fiat di pomigliano reintegrati otto licenziati'

Il tribunale di Nola con ordinanza esecutiva accoglie il ricorso presentato dallo slai cobas e reintegra al lavoro gli otto licenziati dichiarando il carattere antisindacale dei licenziamenti, avvenuti a seguito delle contestazioni dei lavoratori rispetto all'intesa sul ccnl dei metalmeccanici del 14 febbraio scorso. ascoltiamo la corrispondenza dello slai cobas fiat di napoli.

CORRISPONDEZA

angelo mai non si sgombera

prevista per domani una conferenza stampa

CORISPNDENZA

Siparietto

Il consiglio dei diritti umani dell'ONU interviene sull'Iran

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Durata 8m 31s

Il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato a maggioranza il 16 novembre una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani in Iran. Questa è la 69a risoluzione delle Nazioni Unite che censura le brutali e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran.

L'opposizione iraniana ricorda che il regime dei mullah ha perpetrato crimini contro l’umanità e genocidio per più di quattro decenni, dal massacro del popolo del Kurdistan e dall’esecuzione di massa di prigionieri politici negli anni ’80 ai massacri del 1988 e del novembre 2019, come così come il massacro di manifestanti disarmati negli ultimi due mesi, compreso l’omicidio di almeno 60 bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 17 anni, il massacro di Zahedan il 30 settembre, il brutale attacco alla prigione di Evin il 15 ottobre e il massacro di Khash il 4 novembre. Tutti questi sono chiari esempi di crimini contro l’umanità.

Nella giornata di giovedì 24 novembre, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite terrà, presso la propria sede a Ginevra, una sessione speciale sulla situazione in Iran. La sessione è stata convocata a seguito di una richiesta ufficiale presentata da Germania e Islanda ed è stata sostenuta da 44 stati membri. Gli ambasciatori tedesco e islandese hanno richiesto “una sessione speciale per affrontare il deterioramento della situazione dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda donne e bambini”.

Ai nostri microfoni una rappresentante dell'associazione giovani iraniani residenti in Italia.