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Iran, a che punto è la notte?

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Nonostante un interesse mediatico purtroppo un po' scemato nelle scorse settimane la resistenza in Iran continua, con manifestazioni e proteste che si susseguono quotidianamente e intere regioni che rimangono in sostanziale stato d'assedio. Proseguono anche le esecuzioni capitali e proseguono le lotte dentro e fuori le carceri, all'interno delle quali ha destato grande attenzione internazionale il caso del regista Jafar Panahi, da ieri in sciopero della fame nel famigerato penitenziario di Evin, dove è rinchiuso.

La nostra corrispondenza con Virginia, dell'associazione dei giovani iraniani in Italia, che ci parla anche della grande manifestazione che si terrà a Parigi il prossimo 11 febbraio.

L'Iran fra carenza di gas e proteste che proseguono

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In Iran continuano le mobilitazioni in tutti gli angoli del paese e prosegue, purtroppo, anche la repressione del regime. Nel frattempo milioni di iraniani patiscono la scarsità di approvvigionamenti di gas, nonostante l'Iran disponga di risorse naturali colossali, e procede, sia pure molto a rilento, il tentativo di dichiarare ufficialmente i pasdaran come un'organizzazione terrorista.

La nostra corrispondenza con una rappresentante dell'associazione delle e dei giovani iraniani in Italia.

Il bilancio della settimana in Iran

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Dopo quattro mesi di rivolte le mobilitazioni in Iran non accennano a diminuire, anche se la repressione prosegue più dura che mai e continuano ad essere emanate condanne a morte, spesso in danno di giovanissimi. La nostra corrispondenza con una rappresentante dell'associazione dei giovani iraniani in Italia per fare il punto della situazione, fra prese di posizione che cominciano ad essere più dure e settori della teocrazia che cercano ion qualche odo di rifarsi una verginità politica.

Iran, quasi quattro mesi di rivolta contro il regime

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La violenza del regime iraniano non riesce a fermare le proteste, che continuano ad essere estese in tutto il paese e coinvolgono 282 città e tutte le 31 province del paese. Il saldo attuale della repressione parla di almeno 750 vittime e oltre 35.000 arresti, la macchina dei boia continua ad andare avanti e si registrano condanne a morte comminate anche nei confronti di giovanissimi e disabili.

Sabato 7 gennaio, alle ore 16.00, le giovani e i giovani iraniani invitano alla mobilitazione di fronte all'ambasciata dell'Iran, in via Nomentana 361.

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

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Ieri 3 gennaio a Roma, in piazza gioacchino belli si è svolta una manifestazione sotto lo slogan "Jin Jiyan Azadi", al fianco delle donne che lottano contro i Talebani e il Regime della Repubblica islamica dell'Iran.

 

Riportiamo il comunicato.

 

Dall’Afghanistan all’Iran: Donna Vita Libertà

Roma 3/1/2023 - Lo slogan Jin Jiyan Azadi è uno slogan delle nostre sorelle
combattenti curde.
Durante le proteste contro l'uccisione di Jina Amini in Iran, tre mesi fa, già dai
primi giorni del suo utilizzo, lo slogan ha intrapreso un cammino rivoluzionario.
Ha attraversato tutte le città iraniane, e in poche settimane, è arrivato in
molteplici paesi del mondo compreso l'Afghanistan, dove le nostre coraggiose
sorelle, lo hanno gridato davanti all'ambasciata della Repubblica Islamica
dell'Iran a Kabul. Le donne in Afghanistan stanno lottando a mani nude nelle
strade delle città da oltre un anno contro i Talebani armati.
La rivoluzione "Donna, Vita, Libertà" ci è entrata rapidamente nei cuori, perché
noi ci identifichiamo l’unə con l'altrə e perché il nostro dolore è comune.
Noi donne, così come tutte gli altri generi emarginate e le etnie oppresse in
Afghanistan e in Iran, siamo statə sottopostə all'oppressione e alla violenza da
troppo tempo. In molti casi, la nostra popolazione ha subito dei veri e propri atti
di genocidio come quello degli Hazara in Afganistan.
In altri casi stupri e pestaggi hanno portato alla morte. Infatti, ragazze adolescenti
in iran sono state stuprate dalle forze repressive del regime fino alla morte, la
popolazione Balouchi è stata massacrata e i manifestanti iraniani sono stati
catturati e impiccati.
Sia in Afghanistan che in Iran, siamo costantemente sottopostə all'apartheid di
genere.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questa violenza e discriminazione
strutturale e sistematica. Vogliamo tenerci per mano in sorellanza e unire le
forze per distruggere questo ordine misogino.
Fuori dai nostri confini, pensiamo che i paesi occidentali, compresa l'italia,
abbiano delle responsabilità rispetto a quanto sta accadendo nei nostri paesi.

 

In Afghanistan dopo l'invasione militare della Nato, le donne e le etnie oppresse
sono state abbandonate in mano ai Talebani, che ora, grazie alle politiche
occidentali, sono diventati più potenti che mai.
Con l'arrivo dei Talebani al potere, il terrorismo internazionale ha trovato un luogo
sicuro per svolgere le proprie attività. Il rischio dello sviluppo del terrorismo nel
mondo è aumentato più che mai e l’Occidente continua, purtroppo, a intrattenere
rapporti commerciali e diplomatici con i Talebani.
Gli stessi rapporti si sono intrattenuti e consolidati nel corso di quarant’anni tra
l’Iran e il suo regime criminale e i paesi UE, compresa l’Italia.
Riteniamo che tali relazioni rafforzino politicamente e economicamente i nostri
oppressori e che li aiutino a reprimerci ulteriormente.
Pensiamo che un paese come l'Italia non possa avere degli stupratori, degli
assassini e dei misogini come interlocutori in nessun caso.

Pertanto, le nostre richieste al governo italiano sono chiare:
1. chiediamo di interrompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con
i Talebani e con il regime della Repubblica Islamica dell'Iran.
2. chiediamo azioni urgenti e immediate, attraverso le organizzazioni
internazionali, al fine di tutelare i diritti umani, ora violati, nei nostri paesi.
Ci teniamo a sottolineare che Donna Vita Libertà è una rivoluzione che non si
limita al rovesciamento del regime iraniano e del regime Talebano, ma va oltre ai
confini dei nostri paesi. È una rivoluzione che punta a sradicare tutte le forme di
discriminazione compresa quella di genere, di classe, di etnia o razza ovunque
nel mondo.
Per vincere l’unica scelta che abbiamo è quella di unirci e chiedere alle nostre
sorelle italiane di condividere i privilegi ottenuti nel corso della loro storia con noi,
in modo da poter far sentire le nostre rivendicazioni in tutta l'italia.
Teniamoci per mano in questa lotta contro la discriminazione e gridiamo insieme
ad alta voce: Donna, Vita, Libertà!

 

Iran, 100 giorni di rivolta

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Manifestazione domani, sabato 24 dicembre 2022,  all'ambasciata iraniana a Roma (via nomentana 361) a partire dalle ore 14.00, in concomitanza con il centesimo giorno di sollevazione popolare nel paese.

Insieme a una rappresentante dell'associazione dei giovani iraniani in Italia facciamo il punto sulla situazione, in particolare per quanto riguarda le attività repressive portate avanti dal regime iraniano nel nostro paese e l'uso indiscriminato dello stupro e delle violenze sessuali nelle carceri e nei commissariati dell'Iran.

Insieme a Samira commentiamo, fra gli altri, gli articoli apparsi sul Riformista e sul Corriere della sera.

Sciopero generale in Iran, alla forca anche i minorenni.

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Ieri è stato impiccato Mohsen Shkari, il primo condannato a morte a causa della sua partecipazione alle manifestazioni che da tre mesi scuotono l'Iran. Si tratta purtroppo del primo condannato "ufficiale" perché in realtà altre esecuzioni sono state probabilmente già eseguite e ad attendere la forca ci sono anche minorenni. Nonostante questo il paese si è fermato per tre giorni per un vero e proprio sciopero generale nazionale.  Il regime scricchiola: da un lato inasprisce la repressione, dall'altro cerca di far balenare proposte pseudoriformiste ipocrite e fuori tempo massimo. Manifestazioni e iniziative di protesta si susseguono dentro e fuori l'Iran, a Roma ennesima manifestazione sabato 10 dicembre.

Parte l'inchiesta internazionale sui crimini del regime iraniano

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Mentre non si placano le proteste, e la repressione, per le strade di tutto il territorio iraniano, il consiglio dei diritti umani dell'ONU, riunito a Ginevra il 24 novembre 2022, ha votato a favore del varo di un'inchiesta internazionale sulla repressione delle proteste nel paese. Le considerazioni di due attiviste dell'associazione dei giovani iraniani residenti in Italia.

Il consiglio dei diritti umani dell'ONU interviene sull'Iran

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Il Terzo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato a maggioranza il 16 novembre una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani in Iran. Questa è la 69a risoluzione delle Nazioni Unite che censura le brutali e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran.

L'opposizione iraniana ricorda che il regime dei mullah ha perpetrato crimini contro l’umanità e genocidio per più di quattro decenni, dal massacro del popolo del Kurdistan e dall’esecuzione di massa di prigionieri politici negli anni ’80 ai massacri del 1988 e del novembre 2019, come così come il massacro di manifestanti disarmati negli ultimi due mesi, compreso l’omicidio di almeno 60 bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 17 anni, il massacro di Zahedan il 30 settembre, il brutale attacco alla prigione di Evin il 15 ottobre e il massacro di Khash il 4 novembre. Tutti questi sono chiari esempi di crimini contro l’umanità.

Nella giornata di giovedì 24 novembre, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite terrà, presso la propria sede a Ginevra, una sessione speciale sulla situazione in Iran. La sessione è stata convocata a seguito di una richiesta ufficiale presentata da Germania e Islanda ed è stata sostenuta da 44 stati membri. Gli ambasciatori tedesco e islandese hanno richiesto “una sessione speciale per affrontare il deterioramento della situazione dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda donne e bambini”.

Ai nostri microfoni una rappresentante dell'associazione giovani iraniani residenti in Italia.