Aggressione al presidio della Iron&Logistics
A Prato, il presidio permanente fuori alla Iron&Logistics è stato aggredito. Un operaio è rimasto ferito nell'aggressione.
Ne parliamo con una compagna presente sul posto.
A Prato, il presidio permanente fuori alla Iron&Logistics è stato aggredito. Un operaio è rimasto ferito nell'aggressione.
Ne parliamo con una compagna presente sul posto.
I lavoratori della Iron&Logistics insieme ai sindacalisti del SI Cobas sono in presidio permanente da 40 giorni di fronte all’azienda. Il presidio è iniziato il 4 Ottobre, il giorno successivo al licenziamento dei 22 operai iscritti al sindacato. Le condizioni lavorative prima dell'inizio della lotta, con gli scioperi “8x5” (otto ore al giorno per cinque giorni a settimana ndr) erano un orario di lavoro di 14 ore al giorno per una paga di 4 euro l’ora. Da ieri è arrivata la notizia che l'azienda sta tentando di smantellare la fabbrica, smontando i macchinari presenti. Quindi da ieri l’obiettivo della lotta è anche quello di impedire lo smantellamento, volto a riprodurre il solito meccanismo del “chiudi e riapri”, con il quale più volte nel distretto produttivo toscano si è aggirato il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori. Nella corrispondenza un compagno del Si Cobas ripercorre i vari passaggi della lotta, fra cui un incontro avvenuto ieri alla Prefettura di Firenze.
Con un compagno del SI Cobas,parliamo di quanto successo alla Dreamland e di quello che ogni giorno succede nel macrolotto pratese.
Corrispondenza con una compagna del SI COBAS di Prato per presentare il presidio di oggi 24 aprile nella città toscana dalla parte degli operai e delle operaie di Texprint che sono in lotta da gennaio
Continua la mobilitazione dei lavoratori della Texprint di Prato, in un contesto segnato dal rifiuto di dialogare da parte dell'azienda ma anche dalla grande solidarietà mostrata da ampi settori cittadini. Ci racconta la situazione un compagno di Prato antifascista.
Da due mesi lavoratori e lavoratrici della Texprint di Prato, organizzati dal SI Cobas, sono in mobilitazione permanente per chiedere migliori condizioni di lavoro. Una mobilitazione importante, segnata da forti tensioni e pesanti interventi delle forze dell'ordine, paradigmatica di quello che succede anche altrove.
Sabato 18 gennaio migliaia di persone hanno sfilato a Prato in solidarietà con 21 lavoratori, sindacalisti e solidali colpiti da una multa da 4.000 euro per avere partecipato a un blocco stradale nel corso di una vertenza sindacale che l'estate scorsa aveva interessato gli addetti di alcune tintorie industriali della città.
Grande partecipazione e un percorso di mobilitazioni che non accenna a spegnersi, come ci racconta il nostro corrispondente da Prato.
Nel corso di questa settimana a Prato due mobilitazioni di lavoratori e lavoratrici di un forno e di una tintoria industriale sono state pesantemente attaccate dalla polizia, che ha disperso i picchetti organizzati dai sindacati di base. Non si tratta di un caso isolato ma dell'ultimo di una lunga serie di episodi di mobilitazione e agitazione nel territorio pratese, segnato da una presenza industriale ancora densa e da un rinnovato protagonismo da parte di lavoratori spesso di origine straniera. Con un compagno dell'assemblea di Prato antifascista raccontiamo gli ultimi episodi e cerchiamo di ragionare sulla realtà di una città segnata da un profondo scontro politico e sociale e su cui la Lega di Salvini ha puntato molte carte.
A poco più di una settimana dai fatti dell'Osmannoro, dove un controllo di polizia particolarmente violento nei confronti di un'impresa gestita da cittadini di origine cinese è sfociato in scontri tra le forze dell'ordine e centinaia di lavoratori e lavoratrici, intrvistiamo un compagno dell'assemble antifascista di Prato, che in questi giorni ha dato vita ad una serie di iniziative di dibattito e di solidarietà riguardo quanto accade fra Prato, Firenze e la piana fiorentina.
(La corrispondenza è divisa in due parti)