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Catalogna, è vera distensione?

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Il premier spagnolo Sanchez ha comunicato due settimane fa di voler concedere l'indulto ai leader catalani agli arresti per il referendum indipendentista del 2017. Cosa c'è dietro questa mossa? Un'apertura di credito nel tentativo di stemperare la tensione ancora in atto in Catalogna o il tentativo di sotterrare le richieste che arrivano da Barcellona. Con Victor, nostro corrispondente dalla Catalogna, proviamoa fare il punto della situazione.

Europarlamento, via l'immunità per Puigdemont e i ministri catalani

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La scorsa settimana l'Europarlamento ha revocato, con un voto a maggioranza, l'immunità parlamentare per l’ex-presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont, e i suoi ex-ministri Antoni Comín e Clara Ponsatí, che non godono più dell’immunità parlamentare.

La richiesta di revocare l’immunità per i tre indipendentisti catalani in auto-esilio dal 2017 è arrivata dalla commissione giuridica del Parlamento UE lo scorso 24 febbraio. Nel rapporto preparato dal conservatore bulgaro Angel Dzhambazki (ECR) – approvato dalla commissione con 15 voti a favore, 8 contrari e 2 astensioni – si raccomandava al Parlamento di escludere la protezione dell’immunità parlamentare per gli eventi dell’indipendenza catalana del 2017, due anni prima dell’elezione dei tre politici catalani come membri del Parlamento UE.

Con Adriano Cirulli, docente presso l'università di Udine, abbiamo provato a capire quali scenari possono aprirsi adesso, sia sul versante catalano sia rispetto alle prospettive future dell'Unione Europea.

Nuova legge sugli affitti in Catalogna

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Il parlamento regionale catalano ha approvato una legge che regolamenta  il mercato degli affitti e che, a differenza da quanto avviene a livello statale, introduce una serie di novità importanti. Ne abbiamo parlato con il nostro corrispondente da Barcellona, Victor Serri, che firma anche il seguente articolo apparso sul sito www.barcinomag.net

 

Da oggi, la casa non sarà piú a prezzo di mercato. La proposta di legge portata avanti dal Sindicat de Llogaters (il sindacato degli affittuari) alla fine è diventata realtà grazie ai voti di JuntsXCatalunya (JxCat), Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), la Candidatura d’Unitat Popular (CUP) e i comuns.

Ancora una volta il Parlamento catalano, a maggioranza indipendentista, approva una legge innovatrice sul piano sociale. Era già successo nel 2017 con la legge per la regolamentazione del Cannabis, dell’uguaglianza tra uomo e donna, e per la legge anti sfratti. Tutte queste però, vennero ricorse e bloccate dal Tribunale Costituzionale. Oggi, con questa nuova legge, il Parlament cerca di risolvere la crisi abitativa che continua ormai dal 2008.

 

La legge non sarà valida per tutta la Catalogna, ma solo per 60 comuni con piú di 20.000 abitanti che hanno maggiori aumenti dell’affitto (a causa di turistificazione e gentrification). Parliamo principalmente dei comuni dell’Area Metropolitana di Barcellona, dove, secondo dati dell’Observatori Metropolità de l’Habitatge (trad. Osservatorio Metropolitano della Casa), le famiglie investono piú del 45% delle proprie entrate nel pagamento dell’affitto.

La nuova legislazione non avrà un effetto retroattivo e solo riguarderà i nuovi contratti, i quali non potranno superare le quote medie fissate nel registro. Inoltre i contratti che verranno rinnovati non potranno utilizzare i prezzi anteriori: dipenderà dall’indice e dalla legge. Non solo: verrà anche introdotto un regime sanzionatorio per chi non rispetti la legge, come era richiesto dal Sindicat de Llogaters. Per questo verrà modificata la legge sul Diritto alla Casa aggiungendo una serie d’infrazioni che i proprietari immobiliari potrebbero compiere.

Indipendentisti contro gli unionisti

Anche se la questione dell’indipendenza della Catalogna no sembra avere a che vedere, guardando il risultato del voto si è visto chiaramente la riproduzione di due blocchi. Da una parte gli unionisti, come Populare, Ciutadans e Socialisti, dall’altre il blocco indipendentista/sovranista, composto da JxCAT, ERC, CUP e i Comuns (il partito legato ad Ada Colau a Barcellona e a Podemos nello stato spagnolo). L’opposizione a questa legge ha dato spazio a interventi molto duri: se da una parte i Populares affermavano che imporre una regolamentazione degli affitti equivalesse alla distruzione della proprietà privata, dall’altra i Socialisti hanno ricordato che per loro tutta la legge è incostituzionale. Cosa che sembra presagire l’ennesimo ricorso al Tribunale Costituzionale. A sorpresa, anche quattro deputati del PDeCat hanno rotto la disciplina di voto, allontanandosi dalla coalizione di JxCat, votando contro.

Il blocco e l’accordo

Inizialmente, la proposta di legge venne accettata da tutti i gruppi parlamentari che oggi l’hanno votata. Ma poche settimane dopo JxCat aveva presentato una serie di cambi alla legge, che modificavano profondamente la sua natura, secondo l’opinione del Sindicat de Llogaters. Settimane di pressioni e proposte, fino ad arrivare a una quadra. Non tutti i locatori dovranno seguire la legge, ma se hanno entrate tra 1.300 e 1.900 euro per unità familiare ne saranno esenti (sempre e quando la famiglia affittuaria non guadagni meno di valori tra i 2.140 e 3.200 euro). Un modo per permettere a chi ha pochi guadagni ma ha una casa in eredità di poterla affittare a un prezzo di mercato e poter quadrar meglio il proprio bilancio. una piccolissima fetta della popolazione.

La Catalogna scende in piazza a Perpignan

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Sabato 29 febbraio una folla immensa (fra le centomila e le duecentomila persone) ha sfilato nelle strade di Perpignan, capitale della Catalogna francese, per una grande manifestazione indetta da diverse strutture politiche indipendentiste catalane. Una prova di forza riuscita che testimonia però anche la divisione, all'interno del campo indipendentista, fra le tre forze principali, ERC, CUP e Junts per Catalunya. Con Andrea Lapponi, autore di Diario dalla Catalogna,  proviamo a fare il punto della situazione e a capire quali prospettive si potrebbero aprire nel corso dei prossimi mesi.

Aggiornamenti dalla Catalogna

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Insieme a uno dei nostri corrispondenti da Barcellona facciamo il punto sulla situazione generale in Catalogna e nello Stato spagnolo. Due le questioni principali affrontate nella nostra chiacchierata. La cancellazione del Mobile world congress a Barcellona, una delle più importanti fiere internazionali del settore, dovuta al timore per il corona virus, mostra come il dibattito sull'adozione di un nuovo modello di sviluppo per la città si sia arenato e il controllo dell'amministrazione sia sempre più nelle mani dei socialisti, a scapito delle forze legate alla sindaca Ada Colau; la libertà condizionata ottenuta da alcuni prigionieri politici catalani desta le ire della destra spagnola mentre i movimenti progressisti catalani continuano a essere attivi, pur in una situazione decisamente più tranquilla rispetto al periodo del referendum.

Cartoline dalla Catalogna

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Nell'ultima puntata dell'anno di radio euskadi cerchiamo di fare il punto sulla situazione politica generale in Catalogna e nello Stato spagnolo, dove ancora non c'è certezza sulla formazione del governo nazionale e dove si assiste a una serie di riposizionamenti piuttosto interessanti all'interno della scena politica catalana

La Catalogna a pochi giorni dal voto

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A pochi giorni dalle elezioni generali per il rinnovo del parlamento spagnolo continuano le mobilitazioni indipendentiste - e non solo - in Catalogna, in un'atmosfera sempre piuttosto pesante e con i riflettori dell'attenzione internazionale che sembrano essersi appannati, nonostante manifestazioni e proteste siano ancora quotidiane e partecipatissime.

Da Barcellona un compagno catalano cerca di fornirci un quadro generale della situazione, da Bologna un compagno italiano ci racconta le iniziative di solidarietà che si stanno organizzando in Italia.