In corrispondenza con una compagna raccontiamo il clima di violenza omofoba a partire dall'uccisione di Samuel, il 3 luglio scorso, le responsabilità nel dibattito pubblico e nella politica e la risposta autorganizzata in strada.
Insieme al nostro corrispondente da Barcellona facciamo il punto della situazione per quanto riguarda l'espansione del Covid-19 oltre i Pirenei, i numeri sono sempre più preoccupanti ma le misure di contenimento, per ora, vengono prese su scala regionale. All'orizzonte, l'approvazione della legge finanziaria e le elezioni in Catalogna che si terranno il prossimo febbraio.
La situazione spagnola ricalca in modo sconvolgente l'andamento dell'epidemia in Italia. Stessi errori, stesse lacune del servizio sanitario pubblico con mancanza di personale e posti letto. Ne parliamo con un compagno appena dimesso dall'ospedale.
In seguito all'epidemia legata al Covid_19, dilagano le proteste nei centri di espulsione di tutta Europa. In collegamento telefonico con compagne dalla Francia e dalla Spagna, un aggiornamento su cosa sta accadendo.
Nonostante il tentativo di boicottaggio in extremis da parte della magistratura amministrativa, che ha dichiarato destituito dalla sua carica il presidente catalano Quim Torra, il governo presieduto dal socialista Pedro Sanchez pare sia in procinto di essere varato, grazie all'astensione delle forze di sinistra catalane, basche e galiziane e all'alleanza con il partito nazionalista basco. Una coalizione anomala, che dovrà affrontare i borbotti di parte dell'establishment socialista, l'opposizione della destra istituzionale e l'ostilità di quello "Stato profondo" - composto da burocrazia, forze armate, magistratura e potentati economici - che continua ad essere emanazione diretta del vecchio regime franchista.
Continuano le trattative per la formazione del nuovo governo spagnolo, complicate dal fatto che la coalizione fra socialisti e Podemos non ha raggiunto la maggioranza parlamentare alle ultime elezioni e c'è bisogno dunque di trovare appoggi anche altrove. Con Victor, uno dei nostri corrispondenti da Barcellona, gli ultimi aggiornamenti sull'andamento delle trattative e sull'atteggiamento dei movimenti politici e sociali di opposizione.
Le elezioni generali nello Stato spagnolo non hanno sbloccato, come avrebbe voluto invece Pedro Sanchez, segretario del PSOE, che le aveva fortemente volute, la situazione politica. Socialisti e popolari si confermano rispettivamente prima e seconda forza politica, ma senza la possibilità di poter formare un governo in solitudine, la sinistra di Podemos perde qualcosa. avanza l'estrema destra di VOX a scapito di Ciudadanos, altra formazione di destra che sembrerebbe aver esaurito in pochi anni la sua spinta propulsiva. Tutto questo mentre la situazione in Catalogna continua ad essere incandescente, oggi addirittura è stata bloccata la frontiera fra lo stato Francese e quello spagnolo.
Il nostro corrispondente da Barcellona ci racconta l'atmosfera che si respira in Catalogna, da Bilbao invece il commento sulle elezioni nel Paese Basco (dove nessun parlamentare della destra è stato eletto e dove, in Navarra, è diventata deputata la madre di uno dei ragazzi implicati nella montatura giudiziaria di Alsasua) e su quanto si muove all'interno della sinistra indipendentista.