Repressione, violenza, sequestri, omicidi, militarizzazione, in Messico è in corso una guerra e nessuno ne parla. Negli ultimi 4 anni di governo di sinistra sono morte 160.000 persone. In tutto il paese è in atto un processo di riordinamento territoriale attraverso l'imposizione di grandi opere strategiche e conseguente criminalizzazione di chi vi si oppone. L'unico argine reale a questo attacco alla popolazione messicana sono le realtà di compagne e compagni, zapatiste, di collettivi indigeni e urbani, che costruiscono comunità ribelli e resistenti dal basso.
In Messico è in corso una guerra e nessuno ne parla. Negli ultimi 4 anni di governo di sinistra sono morte 160.000 persone.
Il governo dei territori, e le politiche estrattiviste che vedono coinvolte aziende anche italiane come ENI, Bonatti, ENEL. spinte dall'FMI, vengono garantite da un livello molto alto di violenza, delegata a forze paramilitare più o meno legate al narcotraffico.
L'unico argine reale a questo attacco alla popolazione messicana sono le realtà di compagne e compagni, zapatiste, di collettivi indigeni e urbani, che costruiscono comunità ribelli e resistenti dal basso. Insieme ai compagni del Nodo solidale, realtà di solidarietà internazionalista presente sia in Italia che in Messico, approfondiamo questo quadro, che ci porta a ragione su come supportare anche dall'Italia le lotte delle compagne e dei compagni in Messico. E ci mostra come ciò che accade dall'altro lato del mondo ci aiuta a comprendere come il capitalismo agisce, e come le lotte in un mondo globalizzato vadano sempre di più messe in collegamento.
Un'occasione per approfondire questi temi sarà questo sabato 8 luglio, dalle 18, al Porto Fluviale, durante l'iniziativa dal titolo "Chiapas sull'orlo della Guerra civile" e in una successiva iniziativa giovedì 13 luglio alla Casa di quartiere al Quarticciolo, durante la presentazione del libro "Autodifesa medica", sulle esperienze di lotta e autogestione sui temi della salute in Messico.
Tirare il freno al treno del progresso e alla sua devastazione. Cos'è il Tren Maya? A chi servirà? Cosa sta succedendo nella penisola dello Yucatan? Dal 3 al 6 marzo una brigata internazionalista ha attraversato questi territori e conosciuto le resistenze contro a questo megaprogetto. In questo podcast vi raccontiamo il contesto sociale, economico e politico di questo conflitto tra progresso neoliberale e resistenza contadina e indigena nello stato di Campeche.
Un compagno del Nodo solidale fa il quadro politico che ha portato all'omicidio del compagno Michele Colosio.
Michele era molto attivo in tante campagne di solidarità in Chiapas in particolare alla Casa de Salud Comunitaria Yi'bel ik' Raíz del Viento. Aveva militato anche Brescia a Radio Onda D'urto prima di trasferirsi in Messico. L'omicidio è avvenuto alla fine della finale per la coppa europea, non si sa ancora bene la dinamica ma a Michele hanno sparato 3/4 colpi di pistola due persone su una moto. L'omicidio si inquadra in un contesto che si vuole rendere sempre più violento e aggressivo dal cartello di Sinaloa e i Narcos in combutta con le forze istituzionali.
Infatti i numeri in Messico sono impressionanti: 11 femminicidi al giorno, dal 2006 ad oggi 350mila persone ammazzate e 71 mila desaparecid@s.
Nella trasmissione si presenta il percorso di LaPAZ Roma, parte di una rete di realtà collettive e singole/i che stanno organizzando per accogliere l'arrivo in Italia della carovana zapatista Gira Por la Vida, la cui prima delegazione è in viaggio in barca a vela verso l'Europa.
L'occasione per riprednere, insieme a una compagna del Nodo Solidale e una compagna del nodo romano di LaPaz, alcuni elementi della pratica zapatista e il significato di questo importante evento.
Un compagno del collettivo Nodo Solidale aggiorna sulla attuale situazione in Messico, con un'attenzione alla militarizzazione e alla repressione in atto e alla costituzione di un nuovo corpo di polizia affidato all'esercito istituito da Andrés Manuel López Obrador. Per fare questo Amlo, cioè per affidare la sicurezza a un apparato militare, ha dovuto fare una improbabile modifica alla costituzione. La Guardia Nacional invece che essere utilizzata per la battaglia contro i narcos, viene messa in campo contro la micro-criminalità.
In realtà la Guardia Nacional è stata dispiegata nella frontiera sud per limitare i flussi migratori dal Guatemala, creando un muro come dagli accordi con Trump per fare in modo di non aumentare i dazi doganali. Tutte le carovane sono state bloccate e le persone arrestate al confine sud messicano.
Ormai non è più una carovana unica ma tante carovane insieme, alcune già arrivate a città del messico, quella che stiamo seguendo noi ancora in Chiapas. Sentiamo la nostra corrispondente.